Malaria, una malattia che colpisce i poveri
Summit di 18 Paesi africani in Nigeria contro l'epidemia
Bouteflika denuncia:"La ricerca se ne disinteressa"
Dal quotidiano Ultime Notizie. Giovedì 27 Aprile 2000
ABUJA. Il presidente nigeriano Olusegun Obasanjo si è appellato all'Occidente perché cancelli i debiti delle nazioni africane affinché possano far fronte all'emergenza malaria. Ad Abuja, la capitale della Nigeria, si sono incontrati 18 capi di Stato del continente nero, riuniti in un summit di coordinamento delle iniziative contro il flagello sanitario. Oltre all'appello, un'accusa, venuta dal presidente algerino Bouteflika:
"La malaria non riceve uguale attenzione da parte dei cartelli farmaceutici rispetto ad altre malattie. Questo perché non è conveniente per loro, dal momento che colpisce solo le nazioni più povere del pianeta".
Il 90 % delle morti per malaria avviene in Africa. 2500 bambini africani sotto i cinque anni muoiono ogni giorno. Provoca ogni anno un milione di morti.
Il responsabile della malaria è il "Plasmodium" che provoca con le sue quattro varianti febbre alta, brividi, dolori muscolari e anemia. In alcuni casi, questi parassiti, aderendo alle pareti dei capillari sanguigni, bloccano la circolazione del sangue.
Quando questo fenomeno interessa il cervello si manifesta la "malaria cerebrale" che provoca delirio, coma ed è quasi sempre letale.
“ basta una sola puntura per contrarre l'infezione „
La diffusione di questa parassitosi è legata alla facile modalità di trasmissione. E' sufficiente una sola puntura di un particolare tipo di zanzara, l'"Anophele", per contrarre I' infezione che si ripete con crisi di febbre ogni 48 o 72 ore, e si realizza con una prima fase epatica e con una successiva fase ematica.
All'inizio I plasmodi, che la zanzara inietta all'uomo con la sua puntura, raggiungono prima le cellule del fegato, poi, da qui, dopo essersi moltiplicati, si riversano nel circolo sanguigno e attaccano i globuli rossi. Per ora non esiste un vaccino e l'unica forma di profilassi, la clorochina e similari, sta diventando inefficace a causa della resistenza che i plasmodi nel tempo hanno sviluppato al farmaco.
Intervista con Alessandra Redondi, di Medici senza frontiere
Basterebbero zanzariere per rallentare la diffusione
ROMA. Alessandra Redondi di Medici senza frontiere è stata in missione per otto mesi in Sudan. Dove la malaria oltre ad essere endemica, comincia a manifestare alta resistenza alla clorochina e agli altri farmaci per la profilassi.
Qual'è la situazione nel mondo?
Non ci sono stati grandi cambiamenti negli ultimi anni. Nei Paesi in cui operiamo, Asia, Africa e America del Sud, la malaria è diffusa come le allergie nei Paesi europei. La situazione è grave perché mancano strutture e farmaci. Anche l'assistenza è difficile. Se almeno ci fossero insetticidi e zanzariere riusciremmo a rallentare il diffondersi dell'epidemia. Solo il 2 per cento delle nostre missioni dispone di zanzariere, le altre sono prive di qualsiasi forma di difesa.
Cosa si può fare in concreto?
I Paesi sviluppati dovrebbero investire più denaro per la prevenzione e per la ricerca. L'impatto sulla Sanità pubblica è enorme. Trascurare o limitare i finanziamenti vuoi dire aumentare la "morbilità" della malattia: le persone che si infettano, quando non muoiono, sono un grosso problema per lo stato che comunque dovrebbe provvedere non solo alla loro guarigione ma anche al loro sostentamento.
Parla Massimo Marangi, ricercatore dell'Umberto I di Roma
I Paesi ricchi diano più soldi a chi cerca il vaccino
ROMA. Massimo Marangi, ricercatore del dipartimento di malattie tropicali del Policlinico Umberto I di Roma, si occupa da anni di malaria.
Ci sono alcune novità nella cura di questa malattia, oppure nella messa a punto di un vaccino?
La speranza che fino a due anni fa un grande ricercatore venezuelano avesse trovato il vaccino è sfumata con gli ultimi studi fatti in Sudamerica e in Africa. Da questi risulta che il vaccino non funziona.
Perché è così diffìcile riuscire a trovare un vaccino?
Perché non ci sono immunità naturali di tipo definitivo per il plasmodio della malaria. Per malattie come l'epatite, il vaiolo, il morbillo, la ricerca può contare sull'aiuto della natura che produce anticorpi contro il patogeno.
C'è qualcosa che si potrebbe ' fare per cercare di dare soluzione a questa grave epidemia che colpisce soprattutto l'Africa?
Sarebbe auspicabile che i Paesi ricchi correggessero la politica dei finanziamenti alla ricerca: si spendono circa 16 dollari per ogni caso mortale di malaria mentre per ogni caso di Hiv la cifra sale a 3000 dollari,