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Il mistero di Otzi

di Silvia Sorvillo

Il pastore sembrerebbe essere morto circa 5.300 anni fa, oggi il check up clinico per scoprire come viveva, si nutriva e di cosa si occupava

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26 settembre 2000

Un paziente davvero originale quello che lunedì scorso è stato analizzato da un team di scienziati di diverse specializzazioni. A sottoporsi diligentemente al prelievo di campioni biologici, infatti, è stata nientemeno che la mummia più vecchia del mondo: Otzi.

Aggiornamento: l'ultimo combattimento di Otzi

Abile cacciatore e guerriero questa potrebbe essere la qualifica professionale di Otzi. Secondo alcune ricostruzioni fatte un paio di anni fa, l’uomo di Similaun sarebbe morto sull'altura dove è stato ritrovato dopo aver sostenuto una lotta cruenta con altri uomini. Subito dopo questa sorta di duello primitivo la futura mummia avrebbe cercato rifugio sulla piccola radura posta alla sommità delle montagne che conosceva tanto bene e che si trovavano non molto distanti dal villaggio in cui probabilmente viveva.

Gli scienziati sospettano che nello scontro fossero coinvolte più persone, forse addirittura quattro nemici. Tanti infatti sono i gruppi sanguigni di fenotipo diverso ritrovati sulle armi dell’ ex-pastorello. Le ricostruzioni, fatte anche con l'aiuto della guida alpina che era presente al momento del ritrovamento, ci indicano che Otzi era sicuramente ben armato. Oltre all'asta e alla punta della freccia spezzata che portava con sé, serrava nella mano destra un pugnale di rame puro, utensile assai prezioso per un’epoca come quella.

E se, come sappiamo, nel recupero del corpo le armi c’erano tutte questo vuol dire che Otzi anche se piuttosto malconcio era l'indiscusso vincitore di quel combattimento. Durante gli esami, infatti, i medici hanno osservato una profonda ferita sulla spalla sinistra, dovuta certamente ad una freccia, una sull'avambraccio e un'altra, individuata successivamente dall'anatomo patologo, più profonda tra il pollice e l'indice della mano destra. Tutte queste lacerazioni, come le numerose contusioni, confermano una lotta coraggiosa e piuttosto sanguinosa con uno o più avversari. Otzi ha combattuto e si è difeso strenuamente fino alla fine, del resto se così non fosse stato il pugnale sarebbe stato sicuramente portato via dal vincitore.

Insomma la mummia più vecchia e famosa del mondo è un coraggioso eroe preistorico o un bandito d’altri tempi? Il dubbio per ora resta e sembra davvero molto difficile da sciogliere.

A dirla tutta, comunque, insolito non è stato solo il paziente ma anche la procedura utilizzata per prepararlo al prelievo. Otzi la mummia infatti, invece di essere tranquillizzata e stesa sul lettino, è stata portata al "calduccio" , ad una temperatura di 2 gradi centigradi superiore a quella sua abituale (21,2 gradi Fareneith, cioè sotto lo zero centigrado), per ventiquattrore , il tempo necessario a rendere possibile il campionamento di osso, pelle e visceri. Gli scienziati sostengono che Otzi, circa 5.300 anni fa, pascolasse le greggi sulle Alpi Otzalet al confine Italo-austriaco. In uno dei suoi giri, mentre imperversava una tempesta di neve, probabilmente per cause naturali o forse in seguito ad una caduta, è morto.

10.000 piedi di altitudine, le nevi e i ghiacci delle Alpi ne hanno conservato i resti fino ad oggi

Il maltempo e le particolari condizioni climatiche in cui il corpo del pastore si venne a trovare hanno favorito il processo di mummificazione. Sepolto sotto una spessa coltre di neve e ghiaccio, a 10000 piedi sopra il livello del mare, il cadavere di Otzi si è disidradato ed è rimasto "integro" fino ai nostri giorni. Nove anni fa, nel 1991, due rocciatori hanno visto sporgere la sagoma del suo cadavere dalla sommità di un ghiacciaio. Se Otzi sia vissuto veramente in questi luoghi e in quale maniera sia morto sarà oggetto dello studio che porterà avanti un medico legale di Glasgow, in Scozia, Peter Vanezis. Contemporaneamente un gruppo italiano, guidato da Franco Rollo dell'Università di Camerino, studierà il Dna dei microorganismi presenti nello stomaco dell'antica mummia. Chissà che anche l'antico pastore con la dieta sbagliata cui probabilmente si sottoponeva non soffrisse già di ulcera?

Per chi volesse saperne di più su Otzi, l'uomo del Similaun, informazioni e immagini sul sito archeoparc. Qui si può visitare il museo archeologico di 4000 m2 che illustra il mondo dell'antico giovane. On-line anche le informazioni sull'orario di apertura del museo e su come raggiungerlo.






Scienzità è stato realizzato da Silvia Sorvillo e Vittorio Sossi