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Le pagine sui fumetti in rete| cronologie e schede | Volto Nascosto

Scheda sul numero 1 in edicola di Volto Nascosto

scheda realizzata da Vittorio Sossi
ATTENZIONE: nelle sinossi troverete la trama della storia.
Le immagini sono proprietà dei rispettivi autori, sempre indicati, e utilizzate solo a scopo informativo.

Copertina
copertina di Massimo Rotundo
			© Sergio Bonelli Editore

Volto Nascosto n 1

collana: Volto Nascosto (miniserie 1 di 14)

periodicità: mensile

Data Uscita: ottobre 2007

pagine: 100 (94 tavole)

prezzo: 2,70 euro

Titolo:
I Predoni del Deserto

Storia:
capitolo 1: dove si narra come da un trattato di pace scaturì una guerra

editore: Sergio Bonelli Editore

Articoli: '800

Note: primo numero di una miniserie in 14 uscite

copertina di Massimo Rotundo
© Sergio Bonelli Editore

La Storia

I Predoni del Deserto

autori: Gianfranco Manfredi storia, Goran Parlov disegni, Riccardo Riboldi Lettering

Personaggi (in ordine di apparizione): Ugo Pastore Giovane commerciante , Enea Pastore padre di Ugo, Baldini tenente dell'esercito italiano, Baldissera generale - governatore di Massaua, Ennio Ferraris conte, Sim bambino eritreo, Volto Nascosto misterioso ribelle, Ejasu luogotenente di Volto Nascosto, Sironi tenente dell'esercito italiano, Conte Antonelli diplomatico, Negus Neghesti re dei re Menelik II - sovrano d'Etiopia, Regina Taitù consorte reale, Omar soldato etiope dell'esercito italiano, Mohammed - Giovane etiope della banda di Volto Nascosto, Gallo capitano dell'esercito italiano

Sinossi

I Predoni del Deserto

capitolo 1: dove si narra come da un trattato di pace scaturì una guerra

Note: in questo episodio vengono presentati due dei quattro protagonisti di questo lungo romanzo a fumetti: il disincantato contabile Ugo Pastore e Volto Nascosto, il misterioso ribelle che dà il titolo alla miniserie.
Nel numero 2 verranno presentati gli altri due protagonisti: l'impavido tenente Vittorio De Cesari e la tormentata gentildonna Matilde Sereni.

Massaua, Eritrea. Colonia italiana, anno 1889:
Ugo Pastore accompagna di malavoglia suo padre Enea, funzionario commerciale della ditta CAPUT MUNDI, in Eritrea. Enea intende ampliare le attività garantendosi la fornitura di una buona fetta di vettovagliamenti all'esercito italiano di stanza nel posto. L'onesto uomo d'affari mira però ad allargare l'infuenza della compagnia e allacciare rapporti commerciali con lo stesso re d'Etiopia Menelik II.
I due vengono accolti dal tenente Baldini il quale sembra più preoccupato dell'approvigionamento di vino che delle sorti della guerra.

Ugo e suo padre partecipano al ricevimento di gran gala nel palazzo del governatore. Ugo si estrania: infastidito dall'ambiente altolocato e dai frivoli invitati del governatore.
Ugo al suo arrivo ha dimostrato di essere un eccellente tiratore nonostante un fastidioso lieve difetto all'occhio sinistro: una palpebra pigra che resta semichiusa. Però la sua esibizione non è passata inosservata e il conte Ennio Ferraris gli offre la possibilità di partecipare ad una spedizione scientifica nel Sudan. Nonostante Ugo confessi di essere inadatto ad una tale missione, in quanto non ha nessuna intenzione di uccidere, Ferraris gli lascia tempo per riflettere.

Ugo si allontana e si addentra per i vicoli di Massaua. Lontano dall'opulenza del palazzo ha modo di toccare con mano le miserevoli condizioni della popolazione locale.
Particolarmente sconvolto da una donna completamente disidratata che cerca di allattare suo figlio, implora aiuto ai predoni di Volto Nascosto che hanno fatto un pomposo ingresso nella cittadina. Ejasu, uno di loro, è inviperito dalla spudoratezza di Ugo, a tutti gli effetti uno degli invasori e degli affamatori del popolo, e vorrebbe giustiziarlo come esempio.
Ma Volto Nascosto resta invece colpito dal gesto avventato del ragazzo, che non ha esitato a rischiare la vita per salvare la donna.
E contraccambia il favore...

Il colloquio con il governatore ha dei risvolti inaspettati. Gli italiani e gli etiopi stanno per firmare il trattato di Uccialli. La missione diplomatica è affidata al Conte Antonelli. Il governatore rimane colpito dalla franchezza di Ugo e dalla sua competenza nell'amharico. Gli chiede di vigilare sulla stesura del trattato e controllarne le clausole perché l'accordo apra un periodo effettivo di pace e non sia il pretesto per una nuova guerra.
Ugo prende molto sul serio il nuovo compito e trova una discrepanza tra la versione in italiano e quella in amharico. Un cavillo che potrebbe permettere a Menelik II di disattendere gli accordi e impugnare il trattato in campo internazionale. Ma i suoi ammonimenti non vengono accolti dal Conte Antonelli: anzi il nobiluomo è infastidito dall'atteggiamento di Ugo di fronte all'affascinante regina Taitù. Scambia la sua palpebra semichiusa come un tentativo di impudente corteggiamento del ragazzo.

Il governatore apprende con rassegnazione il resoconto di Ugo: la versione italiana del trattato di Uccialli implica che Menelik II affidi la gestione commerciale del suo impero alla intermediazione degli italiani, quella in amharico no. Probabilmente Menelik II ha capito benissimo la mossa degli italiani e non ha fatto obiezioni per ottenere nuove concessioni in futuro. Ma se queste concessioni non verranno accolte sarà, come è stato, la guerra.
Purtroppo la complicità del governatore potrebbe attirare sulla Caput Mundi le ritorsioni del Conte Antonelli, visibilmente infastidito nella intromissione di Ugo ed Enea. Per cui il governatore consiglia ad ugo di accettare l'offerta del conte Ennio Ferraris, per assicurarsi l'appoggio politico di una persona della sua influenza.

Ancora una volta Ugo non disattende le richieste di aiuto di suo padre e parte per la spedizione geografica in Sudan. E ancora una volta deve confrontarsi con le discrepanze tra i trattati scritti e la cruda realtà. Sebbene la schiavitù sia stata ufficialmente abolita Ferraris tratta il comparto indigeno dei suoi uomini come il peggior aguzzino.
I due vengono ai ferri corti. Ferraris colpisce Ugo con un frustino e Ugo lo tiene sotto tiro con la pistola. Ma, prima dell'irreparabile, la carovana viene assaltata dai predoni di Volto Nascosto, che sterminano senza pietà italiani e indigeni.
Per la seconda volta Volto Nascosto risparmia la vita ad Ugo che aveva dimostrato ancora di avere a cuore più la vita dei suoi compagni che la propria.
Lo accoglie ospite, o prigioniero, nel suo accampamento.

Ugo è affascinato da questo predone dal viso coperto da una maschera d'argento. I suoi uomini lo seguono senza esitare e accettano senza obiettare tutte le sue decisioni. Inoltre la banda di Volto Nascosto è formata da individui di diversa razza e religione e nessun attrito sembra serpeggiare fra loro.
Dal canto suo anche Volto Nascosto è colpito dalla personalità di questo coraggioso ragazzo. Trova l'emblema della CAPUT MUNDI, la lupa capitolina, e si fa raccontare la leggenda di Romolo e Remo: il confine che Romolo tracciò per delineare il confine di Roma e il fratricidio alla base della leggenda, quando Remo ebbe la colpa di attraversare questo confine. Un'analogia con la situazione nel Corno d'Africa: con gli italiani che tracciano confini, che non hanno alcun significato per gli indigeni e che presto saranno spazzati via dal vento del deserto.
Volto Nascosto trattiene l'emblema della CAPUT MUNDI. Lo restituirà a Ugo la prossima volta che si incontreranno. E poi lo lascia libero
Ugo torna a Roma disgustato e depresso dalla realtà che ha toccato con mano...

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