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Le pagine sui fumetti in rete| cronologie e schede | Zagor

Scheda sul numero 109 in edicola di Zagor

scheda realizzata da Vittorio Sossi
ATTENZIONE: nelle sinossi troverete la trama della storia.
Le immagini sono proprietà dei rispettivi autori, sempre indicati, e utilizzate solo a scopo informativo.

Copertina
copertina di Gallieno Ferri 
			© Sergio Bonelli Editore

Zagor 109

collana: Zenith Gigante 160

periodicità: mensile

Data Uscita: agosto 1974

pagine: 116 - 112 tavole

prezzo: 300 lire

Titolo:
Minaccia dallo Spazio

Storie:
1- Ritorno a Darkwood (terza parte)

Note: numero con 16 pagine in più

editore: Sergio Bonelli Editore

copertina di Gallieno Ferri
© Sergio Bonelli Editore

Le Storie

Ritorno a Darkwood (terza parte)

autori: Guido Nolitta storia, Franco Donatelli disegni

Personaggi principali: Hellingen, scienziato; Tonka capo mohawk;

Sinossi

1- Ritorno a Darkwood (finale)

- continua da Ora Zero!

- Nel numero scorso Hellingen e Kraizer hanno dato una dimostrazione del loro arsenale al congresso degli Stati Uniti d'America, bombardando bombardando il ministero della guerra a Washington con i missili teleguidati ideati dal folle scienziato. Zagor, è stato costretto ad assistere impotente alla scena. Ma il massacro non finisce qui...

- Il presidente Jackson, nonostante abbia avuto modo di vedere di persona la potenza avveniristica delle invenzioni di Hellingen, avrebbe dovuto essere sufficiente soltanto il sistema di telecomunicazioni installato nella sala del congresso pre rendersene conto, si aggrappa alla speranza che il Ministero della Guerra sia saltato in aria perché precedentemente minato e non a causa delle terribili bombe volanti.
Sconsideratamente chiede ad Hellingen un'altra dimostrazione, indicando come bersaglio il Ponte sul fiume Potomac. Lo scienziato lo accontenta immediatamente, ma, per condire la dimostrazione con un po' di pathos, lancia altri due missili sui quartieri residenziali della capitale provocando una strage.
Il presidente e i senatori a questo punto sono costretti alla resa e accettano tutte le condizioni dei cospiratori.
Dovranno inviare due battelli a Cumberland per trasportare le truppe di Kraiser, un migliaio di soldati, che prenderanno il controllo dei punti nevralgici della capitale.
L'operazone "Ora Zero" è stata un successone. L'unico uomo che può fermare Hellingen, Zagor, è ancora saldamente legato e prigioniero, insieme a Tonka e Cico.

- Mentre Kraizer si dirige a Cumberland insieme al grosso delle truppe, lasciando nella base solo gli operativi, circa una trentina di uomini, Hellingen sfoga tutta la frustrazione contro Zagor. Lo frusta con tutta la forza che ha (per fortuna non molta) davanti agli amici impotenti. Zagor però non gli concede la soddisfazione di un solo urlo di dolore.
Hellingen se ne va più infuriato di prima e Cico si occupa di lenire gli squarci aperti dalla frusta sulla schiena dell'amico.
Tutti e tre sanno che non usciranno vivi da quel posto... e questa consapevolezza dà paradossalmente a Zagor un'idea, rischiosa, per liberarsi.
Tonka, come tutti i Mohawk, porta nel sacchetto della medicina un'erba, la wodah, in grado di produrre in chi la ingerisce una morte apparente estremamente realistica. Zagor intende servirsene per farsi slegare una volta ritenuto morto. I problemi però sono due: i carcerieri potrebbero decidere di seppellirlo immediatamente e lui si risveglierebbe due metri sottoterra, o peggio, in alcuni casi, la wodah presa in dosi eccessive provoca veramente la morte dopo immani sofferenze.
Comunque non c'è altra via di fuga e Zagor mastica la wodah. Tutto fila liscio. Hellingen è troppo furioso per la sua morte da preoccuparsi di seppellirlo e lo lascia nel pavimento della prigione, dovendosi occupare delle ultime fasi dell'operazione "Ora Zero".
Zagor ha così l'occasione di riprendersi, eliminare i due soldati di guardia e liberare i compagni.

- Nonostante siano rimasti pochi soldati si tratta sempre di una trentina di avversari. In tre, due e mezzo considerando il valore di Cico in combattimento, sarebbe comunque impossibile eliminarli tutti. Per cui decidono per un'azione diversiva. Cico e Tonka indossano le divise dei militari ed escono dalla prigione trasportando il presunto cadavere di Zagor. In questo modo guadagnano i metri necessari per arrivare di corsa al centro di comando di Hellingen appena il trucco viene scoperto.
Zagor agguanta lo scienziato e lo costringe a far fermare i soldati che stanno per assaltarli. Lo stallo dura poco. Hellingen sa benissimo che il suo nemico non può uccidere l'unico uomo in grado di fermare "Ora Zero" e bloccare il lancio di missili. Per cui ordina ai soldati di avanzare, consapevole di non correre alcun vero rischio.
Lo Spirito con la Scure è quindi costretto ad usare un mezzo ripugnante per eliminare gli avversari. Attraverso il pannello di controllo numerato, attiva le cinture elettriche dei militari, che cadono come mosche uno dopo l'altro.

- Ora che le resistenze interne sono eliminate è il momento di occuparsi delle truppe di Kraizer che hanno montato un accampamento sulla riva del Potomac, a Cumberland, in attesa dei batteli che devono trasportali a Washington.
Zagor costringe Hellingen a lanciare una salva di missili che provocano una carneficina fra i cospiratori. Kraizer stesso muore nel bombardamento e i superstiti si dileguano per non finire catturati dall'esercito regolare.
La minaccia dallo spazio è stata sventata. Sullo schermo nella sala del congresso compare il volto di Zagor che rassicura il presidente Jackson e il congresso e mostra Hellingen prigioniero.
Il presidente Jackson ha quindi un incolmabile debito di riconoscenza nei confronti del giustiziere di Darkwood, che ha salvato l'intera nazione. Però quando Zagor cercherà di sfruttarlo per costringere Jackson ad impedire la deportazione dei Cherokee, il presidente dimostrerà di avere la memoria molto corta e non onorerà il debito. (vedi storia La Lunga Marcia)

- Zagor per il momento chiede solamente di reintegrare il fidato maggiore Stilmaker al comando di Fort Bravery e gli dà appuntamento all'Occho del Diavolo.
Il ministro della guerra Pickenz chiede di associarsi al convoglio: di comune accordo con il presidente Jackson vuole mettere a tutti i costi le mani sulle invenzioni belliche di Hellingen.
La sua aspettativa è però vanificata dalla lungimiranza di Zagor che ha già previsto l'epilogo.
Quando Pickenz arriva all'Occhio del Diavolo, dopo le dovute presentazioni e la consegna di due riconoscimenti al valore, assiste ad uno spettacolo che non avrebbe mai voluto vedere: Zagor, con somma soddisfazione, fa saltare in aria l'intero cratere del vulcano spento e tutte le armi di distruzione in esso contenute.
Pickenz non demorde. è sicuro di poter ricostruire l'intero arsenale grazie al genio dell'ideatore delle micidiali bombe volanti: Hellingen. Peccato che allo scienziato, bruciato dall'ennesima sconfitta, di genio ne sia rimasto ben poco e sia partito per la tangente andando completamente fuori di testa.

- Pickenz ingoia il rospo e se ne ritorna a Washington con Hellingen. Scopriremo nel successivo ritorno che a poco a poco lo scienziato riacquista il senno, a discapito dei militari che hanno cercato di sfruttarlo (nella storia Guai in Vista - Terrore dal sesto pianeta).
Zagor e Cico restano con la soddisfazione di aver salvato la nazione e di aver guadagnato un paio di medaglie al valore ( che purtroppo non sono d'oro come credeva il messicano ma di semplice ottone).
In un finale corale tutti i trapper di Darkwood, tornati finalmente a casa, aiutano Zagor e Cico a ricostruire il rifugio distrutto dal missile di Hellingen.

- Numero successivo Tre Uomini in Pericolo

Puoi trovare la trama completa della storia con tutti i luoghi e i personaggi a questo link nel mio sito Il Viaggio di Zagor

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