Zagor deve molto ai Sullivan. Tre
simpatici saltimbanchi: Tobia, il padre e Romeo e Orazio,
i due figlioli, girovaghi della frontiera. Dopo la morte della madre
Giulietta (apocrifo) niente più li legava alle città
dell'est e i viaggi e le preoccupazioni di quella vita selvaggia erano
un ottimo lenitivo per il dolore.
Fu così che i Sullivan incontrarono per la prima volta
Patrick Wilding.
Quell'incontro salvò loro la vita, che stava per essere presa
da una banda di predoni indiani, e Patrick guadagnò
il costume, la scenografia e il carisma per spogliarsi dei panni di
una semplice guida e indossare quelli del giustiziere di Darkwood.
Zagor ripagò il debito di riconoscenza con i girovaghi
nel loro successivo incontro, quando Pa' Sullivan era stato
condannato a morte per una subdola macchinazione. Fu solo grazie a
lui che Tobia riuscì a sottrarsi alla pena capitale;
ma soprattutto grazie a Zagor, che smascherò il vero autore
del furto, Durga l'egiziano, non fu costretto ad una vita di
continue fughe braccato dalla legge.
Durante il terzo incontro ancora una volta l'intervento di Zagor fu
determinante per risolvere i guai degli scapestrati attori, precipitati
in una situazione economica a dir poco preoccupante. Nonostante il
rischio per la sua immagine accettò di abbattere il bisonte
del Missouri, Rocky Thorpe, e guadagnare una borsa cospicua
che consentì ai Sullivan di saldare tutti i loro debiti.
L'amicizia di un uomo generoso come Zagor è sempre un
punto a favore anche se a volte può portare a spiacevoli conseguenze.
Anche i Sullivan, come Satko e Guitar Jim, vennero
trascinati dentro il piano di vendetta del Butcher, sopravvissuto
all'affondamento del temibile Destroyer. Che spettacolo deve
essere stato vedere tutti questi campioni in azione ognuno con le
sue abilità per ricacciare Butcher nell'inferno dal quale era
tornato.
Da allora i Sullivan hanno rincontrato altre volte il loro
amico nelle loro peregrinazioni ma oggi, dopo 20 anni, si sono sistemati
a Chicago (apocrifo) dove gestiscono l'importante Chicago
Theatre e hanno un incredibile successo interpretando sul palcoscenico
le avventure di Zagor nello spettacolo:
. La compagnia a conduzione familiare si è allargata e ad essa si sono aggiunti molti attori. Negli spettacoli ai quali ho assistito, dopotutto Chicago è la mia città, sono rimasto colpito dal talento di un ragazzo: il giovane Dick Carr
I Sullivan, abbandonate le tragedie shakespeariane,
hanno fatto fortuna a Chicago con la rappresentazione delle
avventure di Zagor nello spettacolo:
Epic Adventures of the Spirit of Darkwood.
Inutile dire che le repliche vanno avanti ormai da cinque anni sorretto
da un pubblico estasiato davanti alla ricchezza e alla fantasia dello
spettacolo (pochi credono che i fatti sono accaduti realmente).
Di seguito è riportato il canovaccio di uno stralcio dell'incontro
fra Zagor e Thorpe (I Sullivan sono dei maestri nel
recitare a soggetto).
Interpreti
Romeo - Rocky Thorpe (R nei dialoghi)
Orazio - Zagor (Z nei dialoghi)
Tobia - l'arbitro dell'incontro (A nei dialoghi)
Scena: Sul ring Arbitro e Thorpe. L'arbitro
arringa la folla:
A: Chi fra voi ha l'ardire di sfidare la possenza dei pugni
del campione dei campioni, del bisonte del Missouri, dell'uomo che
con un colpo può atterrare un toro?
(brusio della folla)
A: Nessuno vuole guadagnarsi il plauso delle masse? La memoria
imperitura? la gloria duratura?
(nessuno muove un muscolo)
A: Allora posso alfin porre termine alla tenzone e riconsegnare
il campione dei campioni al riposo che è suo di diritto, fino
ad un nuovo incontro?
(Zagor dalla folla, declamando)
Z: Io. ZagorTeNay. Il signore di Darkwood abbasserò
le arie di codesto sbruffone. Lo sgonfierò come un pallone
arteostatrico (?????). E lo ridurrò ad un ammasso di carne
sanguinolenta!
(folla meravigliata: OOHHH!!!)
Scena: Zagor con un lodevole balzo sale sul ring scatenando
gli applausi. L'arbitro e Thorpe lo guardano con uno stupore preoccupato.
A: Allora si dia inizio alla tenzone che sarà ricordata
negli annali del pugilato come il giorno in cui il signore di Darkwood
baciò la polvere!
R: (rivolto a Zagor) Ti spiezzo in due! (dove
avranno preso questa frase ?!)
Z: (rivolto all'arbitro) è proprio arrabbiato!
Scena: inizia l'incontro. Rocky Thorpe avanza come un
rullo compressore e tempesta con una gragnola di colpi il povero Zagor
che si ritrova spesso alle corde. Ma Zagor non sembra sentire i colpi
e continua a provocarlo parando ogni assalto con la faccia!
Z: (rivolto a Thorpe) Non mi fai niente! Forza! Fatti
avanti. E' tutto quello che sai fare!? Mammoletta!
(alla folla) Non sento nulla Non vedete che non mi fa niente?
ha dei pugni che sembrano dei moscerini.
Scena: l'incontro prosegue per molte riprese fino a quando
i due non cadono. Zagor tumefatto dai colpi ricevuti e Thorpe
stremato dallo sforzo di massaggiare la faccia dell'altro.
L'arbitro inizia a contare mentre i due tentano di rialzarsi aggrappati
alle corde. Alla fine del conteggio Thorpe crolla definitivamente
al suolo e Zagor si rialza barcollando qua e là per
il ring urlando:
Cicoooo! Cicooo!
(uhm! Mi sa che ho fatto un po' di confusione...)
...nella
nascita del mito dello Spirito con la Scure č stato di fondamentale
importanza.
Dopo lo straziante addio da Shyer, Pat Wilding
aveva moltiplicato i suoi sforzi per assicurare la pace a Darkwood
ingaggiando una guerriglia con i delaware che sotto il comando
dell'ostinato Kanoxen rifiutavano qualsiasi compromesso con l'uomo
bianco.
Proprio inseguendo un gruppo di delaware Pat si incontra con
Orazio, Romeo e Tobia Pa' Sullivan: girovaghi attori
illusionisti acrobati e prestigiatori.
Ascoltata la storia di Pat, e con un grande debito di riconoscenza,
i tre decisero di offrirgli la loro consulenza teatrale per creare
una figura temibile che lo agevolasse nel suo rapporto con gli indiani.
Scelsero un nome: lo Spirito con la Scure, Za-gor-te-nay in dialetto
algonkino, un costume che avesse un impatto scenico e condirono il tutto
con una entrata in scena degna della migliore tradizione teatrale.
Il luogo scelto per l'iniziazione di Zagor fu la radura della piccola acqua dove si teneva l'annuale consiglio di primavera delle tribų di Darkwood.
Con polvere pirica, finti tuoni e botole nascoste i Sullivan
riuscirono ad organizzare una credibile entrata in scena, che lasciō
ammutoliti i pur temerari capi radunati per un consiglio nel quale iniziavano
a prendere voce, i sostenitori della guerra.
Mancava nel consiglio Kanoxen l'unico che avesse incontrato il
giovane Pat e potesse riconoscerlo.
Ma c'era comunque l'irriducibile Oga-Ito capo dei Wyandot per nulla impressionato dall'entrata in scena del sedicente Spirito.
In
un duello senza esclusione di colpi, fra l'emozione generale e l'angoscia
dei Sullivan, il giovane Zagor riuscė a conquistare i
cuori dei capi radunati anche se fu costretto ad uccidere il suo contendente
con l'arma della quale Fitzy ne aveva fatto un maestro: la Scure.
Quel giorno di primavera alla radura della piccola acqua era nato lo Spirito con la Scure e il suo mito non si č ancora spento.
Cosa
posso dire a nostra discolpa?! una vita consacrata alla libertà
, alla natura, alla caccia. Tutto quello che c'era alla base della mia
scelta di essere un trapper - e lo stesso discorso vale per i miei compagni
- gettato alle ortiche per un'illusione di ricchezza!
Anche noi abbiamo ceduto al miraggio dell'oro. Abbiamo perso la testa
e siamo stati sordi agli appelli di Zagor: l'unico a non cedere
alla prospettiva del facile guadagno.
La
carovana di Darkwood che si diresse verso Goose Creek
era al completo. Tutti gli altri erano già partiti e persino
il piccolo messicano si era lasciato ammaliare dalla tentazione. Era
scritto però che dovesse venire con noi anche Zagor, suo
malgrado; preoccupato perché quella vecchia spugna di Rochas
aveva impallinato Cico. Niente di grave per carità! ma
abbastanza perché Zagor diventasse l'ultimo passeggero
della nostra canoa, piena di speranza. E di sciocchi...
Mi vergogno ancora per come ci comportammo una volta giunti in quella
cittadina maledetta. Tutti per uno uno per tutti. Bah! Ci sbranammo
come squali e lasciammo il povero messicano a bocca asciutta!
Non che non ci ripagò con la stessa moneta quando lo vedemmo
passare in compagnia di quei saltimbanchi, i Sullivan mi pare,
tronfio come un castoro bagnato, verso il claim più ricco del
fiume.
Ma la nostra sete di oro si era già spenta. Soffocata dalle difficoltà
e dalla noia di quel mestiere infame. Rompersi la schiena tutto il giorno
per ricavare qualche pagliuzza d'oro, che solo un uomo dalla vista acuta
poteva discernere in quel mare di fango. Bah!
Ben presto approntammo una canoa di ritorno sulla quale ci imbarcammo tutti. Anche Zagor e Cico si unirono a noi. La brutta storia che aveva coinvolto i loro amici saltimbanchi si era risolta per il meglio e i due amici non chiedevano nulla di meglio che tornare all'amata Darkwood, dove il fiume cristallino scorre felice e i leprotti e i castori scorrazzano liberi. Almeno fino al nostro arrivo, naturalmente!
La
nostra permanenza a Goose Creek è stata uno dei periodi
più spensierati della nostra carriera di avanspettacolo. Certo
avevamo abbandonato il teatro per dei numeri di magia meno impegnati
ma certamente più apprezzati dal grande pubblico. E poi era estremamente
divertente misurarci con una materia così diversa.
L'arrivo di Zagor come al solito fu foriero della fine della
tranquillità.
Mi
ricordo ancora come avvenne. Stavamo lì impegnati in uno dei
numeri di acrobazia più difficili, la piramide umana,
quando quel matto di Zagor ebbe la bella pensata di aumentare
ancora di più il carico che dovevano sopportare i miei amati
figlioli, Fu la prima volta che la piramide umana raggiungeva un'altezza
così elevata e il pubblico andò in visibilio.
Del resto il nostro spettacolo era veramente esaltante. Era stata una
sfidata per degli attori impegnati come noi dedicarci al teatro leggero.
Io avevo appreso in breve i trucchi del mestiere ed ero diventato un
buon illusionista. Orazio e Romeo sono sempre stati abilissimi
giocolieri e saltimbanchi, una virtù ereditata dalla loro compianta
madre Giulietta, che troppo presto ci ha lasciati soli in questa
valle di lacrime.
E
quel mascalzone di Durga aggiungeva un tocco di colore e un'abilità
notevole nelle imprese estreme. Era abilissimo nel liberarsi da prigioni,
legacci e catene.
Il nostro tendone era sempre pieno ed era l'unica occasione di divertimento
pulito nella cittadina governata dalle bische e i saloon di di quel
farabutto di Tom Wallace.
Siamo
così arrivati alla unica nota dolente di quel periodo felice.
Tom Wallace: un prepotente, un mascalzone e, come scoprimmo più
tardi un vero e proprio delinquente. Grazie alla sua ciurmaglia di picchiatori
si impadroniva dei claims più ricchi pagandoli una miseria con
l'intimidazione e la resa per nervi dei poveri cercatori. Questa era
solo la punta dell'iceberg. In realtà l'attività criminale
di Wallace era molto più radicata. Non si limitava alla sola
intimidazione anzi usava la banda di pellerossa di Twisted Hair
per far sparire definitivamente i cercatori più recalcitranti;
per poi andare a registrare il loro claim. Alla fine dell'avventura
Wallace si trovò a dondolare all'estremo di una corda
nodosa ma furono non poche le imprese delle quali si rese responsabile
prima di finire in quel modo.
Per questo quando fui accusato del furto al Deposit Office non
trovavo altra soluzione che una montatura da parte di quello che aveva
ricevuto una sonora lezione il giorno prima. Però c'erano molti
testimoni che giuravano di avermi riconosciuto alcuni dei quali persone
fidate, come i trappers amici di Zagor che mai si sarebbero lasciati
comprare da Wallace. La verità fu molto dolorosa per me e ancora
il ricordo mi ferisce nel profondo, tanto che preferisco sia Orazio
a narrarti la parte finale della vicenda.
e ... ancora una volta fu Zagor a tirarci fuori dai guai. Avevamo
dato una sonora batosta a quel prepotente di Wallace quel giorno
e ce ne stavamo allegri e trionfanti attorno al falò a festeggiare.
Pa' era andato al fiume a bagnarsi e Durga in paese a fare scorta
di birre. Quando ad un certo punto arrivò lo sceriffo a rovinare
tutto.
C'era stato un furto al Deposit Office di Wallace ed il colpevole
era stato riconosciuto da molti testimoni in mio padre: il colmo è
che trovarono un sacchetto d'oro nel nostro carrozzone. Il giudice ci
mise poco a concludere il processo con l'unica soluzione possibile:
la condanna di mio padre all'impiccagione. Zagor si rodeva il fegato
per averci costretto a non resistere allo sceriffo.
Ma
non poteva certo lasciare il nostro amato genitore penzolare da una
corda nella main street del paese.
Organizzammo un rapimento e una fuga degna di una tragedia shakespeariana.
Anche Durga fu determinante tanto che non sospettavamo assolutamente
nulla; anzi, alla notizia che aveva rilevato il claim di Pa' esultammo
come degli allocchi.
Difficilmente
saremmo venuti a capo della faccenda e sicuramente saremmo stati condannati
ad una vita di fughe se Wallace non avesse organizzato un attacco
dei suoi Cree. Se Twisted Hair offrì una certezza ai sospetti
che Wallace era la mente dietro la sparizione dei cercatori, lo scontro
di Zagor con Wallace fu una prova della sua estraneità nel complotto.
Zagor si recò ad un appuntamento al posto dell'indiano
e catturò Wallace.
Nello
stesso tempo però ebbe anche la certezza che il furto al
Deposit Office c'era stato veramente e che Wallace, in quel caso,
non aveva mentito.
Andò dallo sceriffo e glielo consegnò. Chiese ventiquattro
ore per risolvere il mistero del furto.
Non tornò da noi prima di aver elucubrato a lungo ed essere giunto
alla incredibile conclusione, individuando la mente dietro la messinscena
che aveva portato Pa' alla forca.
E
devo dire che forse noi fummo più sorpresi del colpevole stesso
di fronte alla ricostruzione di Zagor.
Durga! Durga era il colpevole. Aveva covato per anni livore
contro di noi fino ad ottenere un'occasione per vendicarsi e al contempo
arricchirsi a spese nostre.
Fu un duro colpo per Pa'. Non immaginava che il suo comportamento fosse
inteso in maniera così negativa dall'egiziano.
A
Clarence, durante una fiera, Zagor ritrova i Sullivan
che non vedeva dai tempi della corsa all'oro sul Goose Creek.
La compagnia teatrale a conduzione familiare non sta passando un buon
periodo: il claim che fruttava loro tanta ricchezza è stato sepolto
da una piena del fiume, con tutto l'oro e gli attrezzi; e i loro tentativi
di allestire nuovi spettacoli sono naufragati nei debiti e nell'indifferenza
del pubblico.
Il
povero Romeo, il più robusto dei due fratelli, agili si
ma non possenti, è costretto a farsi massacrare sul ring per
racimolare qualche quattrino per tirare avanti.
Tobia e Orazio, con la compagnia ridotta a soli due attori,
si destreggiano per interpretare tutti i personaggi della tragedia shakespeariana
dell'Amleto.
Non che il pubblico ci facesse caso: oltre a Zagor e Cico,
trepidanti per aver ritrovato i vecchi amici, solo quattro cani assistono
allo spettacolo: attratti non dalla rappresentazione, ma dalle ossa
utilizzate nella scenografia della parte ambientata nel cimitero.
Un
altro tendone, invece, è stracolmo di gente. Una ressa umana
spaventosa e facinorosa che assiste eccitata all'incontro fra il pugile
Norton e il suo sfidante. Altri non è che Romeo
con il volto tumefatto.
L'incontro termina in una gigantesca rissa grazie alla goffaggine di
Cico e Norton apprende a sue spese quanto siano duri i
pugni di Zagor.
Tobia, sommerso dai debiti, ripone tutte le speranze nell'incontro
con il campione dei campioni: Rocky Thorpe.
Una vittoria in quell'incontro con il ricavato della borsa e delle
scommesse metterebbe fine a tutti i problemi di debiti..
Ma Romeo non durerebbe il tempo del gong contro la potenza e
l'esperienza di Thorpe. Certo Zagor sarebbe ben altro
avversario. Ma come convincere il re della foresta di Darkwood
a combattere sul ring come un pagliaccio qualsiasi!?
Come al solito è nei momenti più difficili che risaltano
le capacità di mediazione di Cico che ricorda a Zagor
l'inestinguibile debito di riconoscenza nei confronti dei Sullivan.
Zagor accetta quindi di mettere a repentaglio la sua reputazione
per aiutare coloro che avevano contribuito alla creazione del mito dello
Spirito con la Scure.
Inizia così due settimane di duro allenamento per essere iniziato
ai trucchi e alle regole del pugilato...
Il periodo che ci vide arrancare dietro ai debiti e ai medicamenti per
restituire alla faccia di Romeo un aspetto più umano è
stato uno dei più tristi della nostra esperienza di compagnia
itinerante.
Dopo il disastro a Goose Creek avevamo speso i nostri risparmi
per rinnovare il repertorio; con la cieca fiducia che il teatro potesse
avere ancora un pubblico in quelle lande di frontiera.
Non c'era testo che tenesse di fronte all'amore di quella popolazione
rude per la violenza e gli spettacoli leggeri.
Né Shakespeare con l'Amleto e l'Othello due delle tragedie
riconosciute come autentici capolavori, né Molière
con la sua vena frizzante e castigatrice dei costumi e neanche Goldoni
che tanto successo mieteva in Italia con le sue farse in costume. E
il trattamento riservato al vate Omero mi risparmio di ripeterlo.
Il pugilato sembrava l'unico spettacolo che interessasse e Romeo
si impegnava più con la faccia che con i pugni a racimolare qualche
soldo resistendo qualche round con i più possenti campioni.
Se Zagor non fosse accorso in nostro aiuto quei soldi che guadagnava
Romeo sarebbero bastati solo a coprire le spese dei cerotti e
delle bende e ci saremmo ritrovati senza il nostro carrozzone.
L'incontro
fu memorabile. Zagor strapazzò a tal punto il fabbro del
Missouri che lo scaraventò fuori dal ring.
Avevamo ricavato più di mille dollari e i nostri problemi erano
finalmente risolti. Certo avevamo una serpe in seno. Quell'intelligentone
di Cico aveva avuto la bella pensata di puntare su Thorpe piuttosto
che sul suo fraterno amico.
Ma il manager di Thorpe, Mac Govern non era d'accordo. Non voleva
rinunciare ai suoi soldi e soprattutto voleva mettere le mani su Zagor
dopo aver gettato il povero Thorpe alle ortiche./p>
E
avremmo passato dei gran brutti momenti se i due sfidanti non si fossero
incontrati, o scontrati; e Thorpe dopo un'altra sonora bastonata aveva
messo al corrente Zagor sulle intenzioni del suo ex-principale.
Noi eravamo stati trascinati nella palestra di Mac Govern dove
il manager e i suoi scagnozzi ci stavano mettendo sotto torchio per
sapere che fine avesse fatto il nostro campione.
Fu
solo l'azione congiunta dei due colossi che ci trasse fuori da quella
difficile situazione. Insieme misero alle corde tutte la ciurmaglia
di Mac Govern. Devo ammettere che vederli spazzolare quel branco
di manigoldi fu uno spettacolo più esaltante di qualsiasi tragedia
noi potessimo mai mettere in scena... E al diavolo la cultura!
Thorpe rimase con noi. E per un po' di tempo fummo i suoi manager
prima di ritornare definitivamente al nostro unico e insostituibile
amore.... Il Teatro!
Zagor racconta di |
|
disegni | Gallieno Ferri |
storia | Guido Nolitta |
Pugni e Pepite di |
|
disegni | Gallieno Ferri |
storia | Decio Canzio |
Sfida al Campione di |
|
disegni | Francesco Gamba |
storia | Giorgio Pezzin |
I Sullivan di |
|
Scheda | Vittorio Sossi |