Cosa ci sarà dietro quest'ultimo rapimento? La nostra contea era già stata funestata da diversi eventi misteriosi: è possibile che esista una correlazione?
ricordate il lupo a due teste che alcuni cacciatori avevano
ucciso, mentre si trascinava sulle sue sei zampe, straziato da mille dolori?
E l'aquila con la testa di gufo che ci ha terrorizzato per
molte notti con l'offesa della sua duplice natura?
Tutto sembra iniziato da quando quell'eccentrico europeo,
che nessuno di noi ha mai visto, ha costruito quell'edificio
di foggia antica sul monte Olimpus, ai margini della contea.
Si dice che i fulmini e i tuoni dardeggino continuamente lassù ai confini del cielo e strane urla e grida riecheggino nella notte.
Versi di nessun animale conosciuto...
Ora
quel coraggioso che aveva sfidato gli zoccoli dei cavalli
imbizzarriti per salvare la vita del piccolo Billy non c'è più. E neanche il suo piccolo e simpatico amico messicano.
Volatilizzati nella notte tinta di nero... Fra le tenebre.
Saranno stati portati anche loro su quella montagna foriera
di disgrazie e sventure? Avranno condiviso anche loro il destino degli altri uomini? Uomini dal fisico fuori dal comune che lo stesso Zagor, questo il nome dello scomparso, asseriva che fossero spariti?
Condivideranno tutti lo stesso destino magari incatenati l'uno al fianco dell'altro in attesa di chissà quale terribile sorte?
Cosa aspettiamo concittadini! quanto ancora dovremo sopportare
prima di prendere il coraggio e deciderci a scoprire cosa si
nasconde su quella montagna o se le nostre sono solo fantasie?
...per Zagor, se non avesse astutamente alzato una cortina fumogena al termine della sesta fatica e si fosse sottratto al folle gioco.
L'oscura scienza di Basileo e la sua follia costituivano un'alchimia letale. Egli aveva emulato nel miglior modo possibile, per i prescelti, gli stessi ostacoli affrontati da Ercole.
In alcuni casi il risultato ha rasentato la perfezione in
maniera sconvolgente.
In altri casi non c'era alcuna attinenza fra le prove di
Basileo e le fatiche di Ercole.
Nell'elenco seguente ho messo a confronto i due cimenti:
quello della leggenda e, purtroppo per Zagor, quello della realtà:
I) Il Puma - Il leone di Nemèa: La belva affrontata da Ercole era invulnerabile alle frecce e alla sua ascia.
Il puma che affrontò Zagor, oltre ad essere un esemplare di dimensioni ragguardevoli era altrettanto resistente alla micidiale scure e, come Ercole, fu costretto a strangolarlo per ucciderlo!
II) L'anaconda - L'Idra di Lerna: Neanche tutta la scienza di Basileo era in grado di riprodurre una creatura terribile come l'idra di Lerna, con la terrificante capacità rigeneratrice delle sue teste. Il folle si accontentò di aumentare a dismisura le dimensioni di un anaconda. Un temibile serpente che, dicono, infesti le acque dei fiumi del sud del nostro continente.
III) L'Alce - La cerva di Cerinèa:
Corna e zoccoli. Questi sono gli unici punti in comune fra la terza fatica di Zagor e la quarta di Ercole. Nel caso del semidio greco la vera impresa consisteva nel catturare l'inafferrabile cerva dai piedi di bronzo e dalle corna d’oro.
Nel caso di Zagor: sfuggire alle corna affilate come rasoi e agli zoccoli ferrati del gigantesco alce.
IV) I falconi - gli Uccelli del Lago Stinfalo: mentre quelli di Ercole (V fatica) avevano artigli, becco, ali e penne di bronzo, quelli affrontati da Zagor erano semplici, ma altrettanto letali, falconi da caccia. Entrambi gli eroi risolsero la minaccia con uno stratagemma. Zagor, stremato, usò l'astuzia: simulò l'atteggiamento di un addestratore e neutralizzò facilmente l'ultimo falcone, che si lasciò incappucciare tranquillo.
V) il cinghiale - Cinghiale d’Erimanto: quella che per Ercole fu la terza fatica per Zagor fu la quinta. In questo caso il grande cinghiale non rappresentò un ostacolo pericoloso, ma cadde subito; trafitto dalla lancia di Zagor.
VI) la paura: nessuna relazione con le dodici fatiche di Ercole. Basileo era riuscito a preparare un gas in grado di suscitare il dubbio e il terrore in chi lo respirava. Solo la razionalità lo tirò fuori da quella che forse era la prova più insormontabile. Svanito l'effetto del gas Zagor decide che è il momento di sottrarsi al gioco di Basileo e, generata una cortina di fumo, esce dal labirinto solo per finire in bocca alla dodicesima fatica.
XII) Cerbero - Cerbero: completa analogia fra le prove superate dai due eroi. Zagor non dovette scendere negli inferi ma solo nei sotterranei del tempio di Basileo. Dove il folle lo attendeva per imprigionarlo nella fossa del cane a tre teste. Cerbero non fu la morte per Zagor, ma rappresentò la fine per Basileo spinto nella fossa dai suoi due attendenti.
Sarebbe curioso conoscere in che modo Basileo avesse interpretato le fatiche mancanti. Nessuno lo saprà mai...
Basileo
era colui che si celava dietro le sparizioni
di quegli uomini possenti che sarebbero diventati i suoi campioni
e che avrebbero tradito le sue aspettative incontrando la morte
nel suo osceno labirinto.
Il Dr. Sharky, questo il suo vero nome, era un archeologo
americano con una mania parossistica per l'antica Grecia, i suoi
meravigliosi tesori e la sorprendente cultura.
Ottenuti dei fondi per studiare l'acropoli di Atene
indirizzò di nascosto i suoi interessi verso il monte
Olimpo. Il Monte Olimpo. La dimora degli dei greci.
C'era un fondo di realtà, come usualmente dietro ogni
leggenda? Di questo Basileo ne era convinto e voleva riportare
alla luce la dimora degli dei.
Egli in un certo senso era nel giusto, tanto che trovò
una tomba colma di incredibili ricchezze alla falde del monte.
I tesori sepolti fecero di lui un uomo ricchissimo e da quel
giorno, tornato in America, non fece altro che realizzare il
suo olimpo personale. E come un nuovo Zeus si applicò
per creare quelle chimere delle quali era ricca la mitologia
greca.
Non
so da dove gli venissero le conoscenze scientifiche,
ma i risultati furono stupefacenti. Ironia della sorte la sua
più grande creazione sarebbe stato il suo fato.
Nel suo delirio di divinità Basileo cercava
il suo campione: colui che sarebbe diventato il semidio immortale
che avrebbe guidato il suo esercito di mostri mitologici.
E' impossibile sapere quanti uomini furono sacrificati per
quel sogno; noi conosciamo solo tre nomi: Zed Molewsky,
il taglialegna, Toro Possente lo shawnee e il povero
Big Hopper, il forzuto non proprio tagliato per
fare l'eroe ...
Così
anche Zagor, ricattato con la prigionia
di Cico, fu costretto a muovere i passi nel labirinto che collegava
fra loro le varie prove.
Come al solito il successo di un uomo dipende anche dagli
alleati che sceglie. I due complici di Basileo, che trattava
come schiavi, miravano solamente al suo tesoro e non condividevano
minimamente il suo delirio di onnipotenza.
Nel momento del suo più alto trionfo, momento nel
quale avrebbe avuto ragione del suo nemico più ostico
oppure avrebbe conosciuto il campione dell'umanità, con
Zagor imprigionato insieme a Cerbero, conobbe
il tradimento più grande.
Fu gettato nella fossa e Zagor non riuscì a strapparlo
alle fauci del mostro.
Bisogna riconoscere che Zagor, comunque, non sarebbe mai uscito da lì se non ci fosse stato il piccolo messicano ad aiutarlo. Curiosamente dopo aver affrontato prove che avrebbero annientato qualsiasi essere umano era bloccato da pochi centimetri di muro.
Il resto è poca cosa. I due farabutti, aiutanti di Basileo, in procinto di fuggire con il tesoro, si confrontarono con un'apparizione più spaventosa di tutte le dodici prove. Lo spettro di Zagor che loro credevano sbranato da Cerbero. Eh si! nell'interpretazione del proprio fantasma Zagor è sempre insuperabile...
La Montagna degli Dei di | |
disegni | Franco Donatelli |
storia | Tiziano Sclavi |
La Montagna degli Dei | |
scheda | Vittorio Sossi |