Oggi
ho ricevuto la visita di Zagor. Qui, nel mio avamposto di Fort
Taunton. Tutti mi sono testimoni della stima che ripongo in un uomo
che amministra, da solo, la pace meglio di quanto riusciamo a fare noi,
i rappresentanti dell'esercito degli Stati Uniti.
Però a volte il caratteraccio che si ritrova è in grado
di far saltare i nervi anche a persone come me, che fanno del dialogo
e del ragionamento un punto d'onore.
Zagor è venuto da me per raccontarmi una storia alla quale
mi è difficile credere. C'è una tribù Huron
a Darkwood.
Questo di per sé è già un rospo difficile da ingoiare.
Ma che a capo della tribù ci sia uno stregone è a dir
poco incredibile. Io non ho la competenza del mio irruento amico nei
costumi degli indiani, ma mai ho visto uno stregone a capo di una comunità.
La divisione dei poteri religioso e politico è un caposaldo della
loro struttura sociale.
Devil Mask, curioso appellativo, ha dimostrato una ferrea volontà
di guerra.
Non riesco a capire dove volesse arrivare imboccando una strada dritta
verso lo sterminio della sua gente
Ma non è questa la ragione della mio nervosismo in quanto Zagor
mi ha riferito che lo stregone è morto e che a capo degli Huron
c'è un giovane di indole pacifica: Kamar.
Zagor ha osato infangare il nome di uno dei più importanti industriali
della regione: il fabbricante di armi Arthur Manning. Secondo
lui Manning sarebbe a capo di un traffico di whisky drogato, in grado
di scatenare gli istinti violenti repressi persino nei più miti.
Io, ribadisco, ho una fiducia inattaccabile nel mio amico ma in questo
caso...
Le sue accuse non sono suffragate da uno straccio di prova se non da
una testimonianza indiretta. Forse saremmo giunti ad un accordo o, almeno,
la discussione sarebbe continuata su toni più pacati, se non
fosse accaduto un imprevisto che ha scombussolato la calma del forte.
Oggi Il
soldato Forbes, una testa calda che aveva avuto uno screzio proprio
con Zagor e che io avevo prontamente sbattuto a rinfrescarsi le idee
in gattabuia, è fuggito.
Un disertore nel mio forte!
E Zagor per tutta risposta ha insinuato che Forbes potesse
essere d'accordo con Manning e operare come spia dell'organizzazione.
Questo è stato troppo!
Non potevo continuare quella odiosa conversazione e ho cacciato via
il mio amico in malo modo.
Voglia il cielo che si sbagliasse...
Ho inviato immediatamente una pattuglia all'inseguimento del fuggitivo
e quando torneranno certamente lo metterò sotto torchio.
Sono lacerato dal dubbio...
Ho
paura di aver commesso un grosso errore di valutazione. La pattuglia
che ho inviato dietro a Forbes è stata massacrata in un
parossismo di violenza ingiustificabile. Sono stati attirati in una
gola poco distante dal forte e seppelliti sotto una frana provocata
a bella posta. Alcuni cadaveri mostravano segni di armi da fuoco; per
cui sono stati colpiti a sangue freddo mentre erano agonizzanti sotto
le macerie.
Forse Zagor non aveva tutti i torti. Una simile reazione può
essere motivata solo se dietro c'è qualcosa di grosso.
Le tracce del fuggitivo procedevano verso Zanesville dove c'è
la fabbrica di Manning. Anche Zagor e Cico si sono
diretti lì. Se c'è un briciolo di verità in tutto
quello che mi ha raccontato vuol dire che sono entrambi in grave pericolo.
Zanesville è Manning.
La città di cui è sindaco, padrone e giudice. Voglia Dio
che possa arrivare in tempo per rimediare al mio errore...
Era
un periodo di calma inusuale e forse la situazione avrebbe continuato
a serpeggiare nel sottobosco, senza che Zagor se ne avvedesse, se Cico
non si fosse imbattuto per caso nei trafficanti di whisky.
Una brutta storia. Whisky drogato in grado di trasformare il più
mite degli individui in una belva assetata di sangue.
I
due poli del commercio sembravano fare capo a Manning, un noto
fabbricante di armi e ad una misteriosa tribù Huron stanziatasi
ai confini di Darkwood e guidata da un misterioso stregone: Devil
Mask.
Devil mask si rivelò un avversario dal carisma inattaccabile
e, dalla sua maschera da diavolo, filtrava un odio incontenibile per
i bianchi.
L'autorità
di Zagor non aveva effetto sugli Huron e le parole che
pronunciò con fierezza scivolarono via come acqua piovana sugli
indiani. I due amici non poterono sottrarsi al palo della tortura.
Ma c'era qualcuno che non considerava Devil Mask un condottiero ma solo
un usurpatore.
Kamar il giovane figlio di Teh-Shai, il precedente sakem
ucciso dallo stregone.
Kamar
li liberò dal palo della tortura ma Zagor non volle allontanarsi.
Aveva in mente un azzardo che avrebbe scalzato l'autorità di
Devil Mask. Fingendosi ancora immobilizzato provocò lo stregone
e bloccò con un guizzo felino la lancia che lui gli aveva scagliato
con furia.
Era fatta! Gli Huron erano increduli e attoniti e osservarono senza
muovere un muscolo o emettere un suono il duello fra o due contendenti
che Zagor vinse con facilità.
Ma
Devil Mask non poteva sopportare una così bruciante umiliazione
e si lanciò da una rupe nel fiume sottostante proferendo oscure
minacce di un suo futuro ritorno.
Bisogna ammettere che anche Zagor fu scosso; tanto da calarsi,
a rischio della stessa vita per raccogliere la maschera dello stregone
e scongiurare un possibile rigurgito di ribellione negli astanti.
La maschera gli apparì fra i flutti oscura in una grottesca imitazione
di umanità e il nostro eroe quasi soffocò per la sorpresa.
Ma il seme era stato gettato. L'ombra di Mask svanì immediatamente
e Kamar fu acclamato da tutti come il nuovo capo.
Proprio
Kamar raccontò la storia di Sherat. Il vero nome
dello stregone.
Di come fosse un uomo saggio e tranquillo e non mostrasse nessun desiderio
di potere e di come fosse cambiato dopo l'incontro con un bianco dall'aspetto
pallido e malato.
Fino al terribile giorno in cui si era inoltrato nella foresta con suo
padre Teh-Shai e ne era riemerso solo, adducendo il motivo che
il sakem era stato chiamato nelle celesti praterie.
Da allora Kamar gli aveva giurato odio mentre assisteva impotente
al trasferimento della sua gente a Darkwood e all'imbrutimento causato
dall'alcol.
Mentre
Zagor si dirigeva a Fort Taunton per riferire al maggiore Clint
del traffico di whisky, il ricordo di Devil Mask si dissolveva
come neve al sole.
Ma lui aveva promesso che sarebbe tornato e in effetti Devil Mask tornò...
Zagor
ancora una volta aveva ragione: Forbes era una spia al servizio
dei trafficanti. Ma chi era il capo dell'organizzazione? Manteniamo
ancora un po' di mistero perché la verità era molto più
complessa di quello che sembrava e molto più torbida.
Dopo aver liquidato Forbes con la paga di Giuda, una stilettata nel
cuore, il misterioso organizzatore si diede da fare per un caldo benvenuto
per Zagor.
Ma l'agguato fallì miseramente e gli aggressori furono portati al cospetto del corrotto sceriffo di Zanesville e Zagor ebbe modo di comprendere la portata dell'influenza di Manning.
Dopo
una notte in cella, lo Spirito con la scure fu portato nella villa dei
Manning direttamente a ridosso dell'imponente fabbrica di armi.
Il dialogo che seguì fu surreale. Il potente industriale accusava
Zagor e Cico di essere due sicari assoldati dai suoi concorrenti per
ucciderlo!
Ma qual era il suo gioco e perché continuava in quella assurda
farsa quando non c'era nessun testimone?
Le
domande restarono senza risposta perché la situazione precipitò
improvvisamente. Dapprima la sconvolgente apparizione del figlio di
Manning, un ragazzo pallido ed emaciato che si trascinava su una sedia
a rotelle, e del quale pochi erano a conoscenza.
Anche il ragazzo si prestava al gioco delle parti dicendo che voleva
conoscere gli assassini di suo padre.
E per di più, non si sa in che modo, era stato proprio il ragazzo
ad avvertire il padre del fatto che i due sicari volevano ucciderlo!
Poi Zagor, di fronte all'impossibilità di continuare quel dialogo
assurdo, passò all'azione. In una lotta furibonda le preziose
tende di casa Manning presero fuoco e ben presto le fiamme si alimentarono
di tutta la villa e della fabbrica adiacente e tutti si riversarono
fuori dove i nostri amici sarebbero stati crivellati di colpi se non
fosse intervenuto il maggiore Clint, che aveva risolto il conflitto
di coscienza, e i soldati.
Ma Zagor, generoso da par suo non poteva lasciare il ragazzo
di Manning immobilizzato sulla sedia a rotelle.
Quando
lo raggiunse lo trovò completamente consumato dalle fiamme ancora
seduto nella sua prigione mobile. Con questa visione di orrore Zagor
fece appena in tempo a catapultarsi fuori prima che il deposito di armi
esplodesse radendo al suolo la villa.
Ma la storia non era ancora finita!
Passò
qualche tempo e Zagor era ancora preda di incubi terribili in
cui riviveva la sua ultima avventura. Improvvisamente tutti i fantasmi
tornarono dalla tomba. Un accorato messaggio di Kamar chiamava
urgentemente Zagor.
Devil Mask era tornato, avvolto in un alone di luce. Era tornato
ad intimidire e a riprendersi la maschera. I più facinorosi fra
gli Huron subito l'avevano seguito. Aveva giurato vendetta a Zagor
e si poteva essere certi che l'avrebbe compiuta.
Nel frattempo anche Cico, da solo al rifugio, aveva ricevuto la visita de fantasma che si era divertito a spaventarlo. E in più Drunky Duck aveva consegnato un allarmato messaggio del maggiore Clint che avvertiva Zagor che, nonostante la morte dei Manning, qualcuno stava ricostruendo la fabbrica dalle fondamenta. Zagor tornò al rifugio pronto a dare la caccia al sedicente Devil Mask ma non gli fu concesso.
A
capo del manipolo di Huron che lo aveva seguito lo stregone era pronto
ad attaccarlo e lo aveva raggiunto al rifugio. La furia di Zagor
si abbatté sugli Huron e ben presto Devil Mask si ritrovò
da solo; braccato da Zagor. Avrebbe comunque avuto vendetta se una freccia
di Kamar non l'avesse fermato.
Ora si trattava solo di svelare il volto del colpevole che altri non
era che James Manning. Un meticcio che aveva visto sua madre
dapprima amata e sedotta dal padre e poi ripudiata da lui, quando era
diventato troppo importante per permettersi una moglie indiana. E dalla
sua gente che non voleva una donna che si era mischiata con i bianchi.
Morta da sola. Uccisa da un gruppo di irochesi ubriachi.
Tutto questo aveva scatenato l'odio nel giovane, che si era lentamente
sostituito al padre nel comando e nell'amministrazione della fabbrica
e aveva riallacciato i rapporti con il vero Devil Mask, Sherat,
suo zio. Il fratello di quella sfortunata donna.
Insieme avevano ordito un olocausto che avrebbe seminato morte fra entrambe
le razze, che non li avevano accettati e avevano provocato tanto dolore.
Neanche in punto di morte il ragazzo si ravvide, ma morì pronunciando
maledizioni all'indirizzo di Zagor.
Devil Mask di | |
disegni | Gallieno Ferri |
storia | Tiziano Sclavi |
Devil Mask | |
scheda | Vittorio Sossi |