Era
una notte buia e tempestosa, come scriverebbe un qualsiasi scrittore
cane, quando l'arcigna figura di Paranormus si stagliò
sulla soglia della capanna di Zagor.
Con il suo cappellaccio, il mantello svolazzante e i suoi occhi che
sembravano
voler uscire dalle orbite nell'impeto orgiastico delle sue previsioni,
il viandante ottenne due effetti: impressionò il piccolo messicano,
ci vuole poco comunque, e turbò Zagor.
Lo Spirito con la Scure avvertiva che l'arrivo di Paranormus
non era casuale e giorni pieni di sciagure si preparavano per la foresta
di Darkwood.
Il giorno seguente, all'accampamento Seneca di Cervo Nero,
Zagor trovò conferma delle sue paure.
L'arrivo del profeta al rifugio era solo l'ultimo tassello di un piano
già avviato da tempo. Gli indiani erano terrorizzati, minacciati
dai funesti sproloqui del profeta, e pronti ad abbandonare per sempre
Darkwood.
Ma Paranormus non poteva aver architettato un piano così
complesso, che richiedeva un buon numero di complici per far avverare
le "profezie".
Chi c'era dietro l'esile figura dell'indovino?
Chi aveva interesse a spaventare gli abitanti di Darkwood? Per
una volta fu Cico a svelare l'arcano.
Il piccolo messicano aveva abboccato come un luccio alle profezie
di sciagura di Paranormus e aveva abbandonato il rifugio.
L'incontro con il vecchio Porter che si preparava ad
abbandonare Darkwood anch'egli, se non terrorizzato dalla capacità
di calamitare sciagure di Paranormus, almeno dal fatto che dietro
si vedeva la mano di un'organizzazione criminale di ampia portata,
gli aveva aperto gli occhi. Aveva seguito l'indovino e, con suo sommo
stupore, lo aveva visto salire su un treno nel bel mezzo della foresta.
Il treno apparteneva a Sidney Diamond, uno speculatore che
aveva in mente di far crollare i prezzi dei terreni della zona per
acquistarli e rivenderli... Dopo aver ripulito la foresta dalla ingombrante
presenza degli indiani.
Cico tornò da Zagor e riferì.
Lo
Spirito con la Scure, il cui carisma aveva subito colpi mortali,
preparò una trappola per il profeta e il suo mandante.
Fingere la sua morte, abilmente profetizzata da Paranormus, agire
indisturbato e sbugiardare di fronte alle tribù di Darkwood,
con il solo Nakoola e i suoi Mohicani ancora fedeli, i cospiratori.
Elmer
Plummer, questo il vero nome di Paranormus, impazzì vedendo
l'uomo che credeva di aver eliminato ancora in vita. Sidney Diamond,
morì trafitto dalle frecce scagliate dalla vendetta degli indiani.
Ma siamo sicuri che Plummer sia veramente impazzito?
In fede Robert Short
Nel
piano di Diamond quasi nulla era lasciato al caso e tutte le
profezie si inanellavano per screditare il carisma dello Spirito
con la Scure e minarne l'autorità.
Zagor stesso era all'oscuro di tutto ed entrò a far
parte del disegno solo quando i due architetti decisero che era giunto
il momento.
Elmer
Plummer, il vero nome di Paranormus, era un uomo molto
abile, forte di una figura magnetica, della sua esperienza nella chimica,
nella manipolazione degli animali e nell'arte dei veleni.
Diamond, al contempo, finanziava la sua opera e forniva il
supporto logistico.
Il programma messo a punto dai due si articolava in due campi d'azione:
terrorizzare i contadini e gli allevatori di Darkwood, con
il chiaro segnale che dietro le previsioni dell'indovino menagramo
c'era una potente organizzazione interessata ai loro terreni. Poco
potevano fare per opporsi.
Incendi,
morie di bestiame, per malattie provocate dall'abile Plummer, attacchi
di finti indiani, cavalli resi folli da chissà quale preparato
chimico. Tutte tattiche che stavano rapidamente trasferendo la proprietà
dei terreni di Darkwood al ricco speculatore.
Per gli indiani il piano era più sottile. Credevano più
facilmente ad ingerenze divine e temevano la collera degli dei. Unico
baluardo e punto di riferimento restava Zagor.
Bisognava quindi minarne lentamente e subdolamente l'autorità.
Dapprima
quindi Paranormus si limitò ad indebolire la volontà
degli indiani: la previsione di un'eclissi, la scomparsa dei bisonti,
il prosciugamento di un ruscello indispensabile per l'approvvigionamento
idrico, la morte del figlio di Akenat per mezzo di un cane
rabbioso.
Un lento ma efficace stillicidio.
Fino ad arrivare alla parte più importante e delicata del piano:
distruggere la loro fiducia in Zagor.
E in questo Paranormus ha dimostrato un'abilità senza
eguali.
Dopo aver subissato i Seneca di Cervo Nero di sciagure,
arrivò persino a predire la morte del sakem, che, com'era immaginabile,
chiamò Zagor in suo soccorso.
Il serpente proteggerà il volo del falco; queste erano
state le parole del profeta. Zagor nella notte fu morso da
un serpente che lo mise fuori gioco. Cervo Nero fu attaccato
da un falco i cui artigli erano imbevuti da un potente veleno.
Zagor era stato sconfitto. Le profezie dell'indovino erano
più potenti della sua forza.
Ma il colpo grosso doveva ancora compiersi.
Predire la morte di Zagor.
Spettacolare. Inequivocabile segno della potenza divina al servizio
del profeta.
Per
questo Plummer si era fatto preparare una pistola lanciarazzi
per incenerire il rifugio nella palude e, con esso, il suo prestigioso
abitante.
Peccato che Zagor era a conoscenza di tutto e se ne servì per
contrattaccare. Fece morire un manichino al suo posto; davanti agli
occhi attoniti dei capi indiani che videro la folgore di Manito abbattersi
sul rifugio. La sua scomparsa avrebbe reso ancora più efficace
la sua rentrée.
Del resto sappiamo tutti che Zagor aveva fatto della teatralità
il suo successo, grazie ai preziosi insegnamenti dei Sullivan.
A farne le spese fu soprattutto il povero Paranormus, che non
sopportò la presenza in carne ed ossa di colui che aveva ucciso
e impazzì.
Trattato a pece e piume come il più infimo degli imbroglioni
fu scacciato fra la derisione di tutti. Ma non era forse il modo più
comodo e indolore per uscire incolume di scena?
Se
avessi prestato fede per un solo istante a quello spaventapasseri allampanato.
Caramba, lo spirito di mio nonno farmacista mi avrebbe seguito con il
suo carro fino a farmi vuotare tutti i suoi intrugli da mal di pancia!
E poi mi avrebbe fatto trainare il carrozzone al posto dei cavalli!
Io! Il figlio di tutti i Lopez Martinez e compagnia
bella... Fatto fesso da un ciarlatano qualsiasi!
Quel Padrenonnus era certamente un personaggio inquietante. Ma
voi, che leggete i resoconti di Short su queste pagine, sapete
bene che io non sono il tipo che cade nella rete di un imbroglione qualunque.
Non sono mica un grullo come Digging Bill che sarebbe capace
di scambiare una ricetta per la mappa di un tesoro!
Io! Che con Trampy ho fondato l'associazione a delinquere
della truffa!
Io ho capito IMMEDIATAMENTE che dietro l'ombra di Padrenonnus
si nascondeva qualcosa di grosso.
- A pensarci bene era troppo secco per nascondere qualcosa di effettivamente
grosso, ma si dice così... O no? -
Ho fatto finta di abboccare. Ho fatto finta di dormire per non seguire
Zagor all'accampamento Seneca ed essere libero di muovermi. Ho
gironzolato nella foresta sicuro che il beccaccino si sarebbe rifatto
vivo.
Che diamine. Qualsiasi piano per far fesso il mio amico DOVEVA implicare
l'eliminazione del sottoscritto. Chi era la mente della banda? Chi era
l'organizzatore, il pianificatore, il progettista, il tessitore (forse
quello era un altro, ad essere sincero), insomma la mente del formidabile
duo?
Io, naturalmente. Short, Sveglia! Era una domanda retorica...
Devo ammettere che quando ha letto le viscere della lepre, qualcosa
nei suoi occhi mi aveva incantato. Mi fa sempre effetto quando mi si
ricordano tutte le privazioni, le marce forzate, i pericoli, gli agguati,
e, soprattutto, la FAME, alle quali mi costringeva quell'aguzzino di
Zagor!
Ma quando ha detto che la lepre doveva essere bruciata... Eh no. Mi
sono svegliato. Come si fa a fidarsi di uno che spreca così un
ben di dio! Come dici Short? Lui se l'è pappata? Acc Dannaz Malediz.
Furfante fino all'ultimo!
Ma gliel'ho fatta pagare e il risultato lo conoscete tutti. Il
meschino si è allontanato in un mare di pece e uno svolazzo di
piume, con il cervello che non rispondeva più nemmeno al telegrafo!
Ben gli sta!
il profeta di | |
disegni | Pini Segna |
storia | Tiziano Sclavi |
Paranormus | |
scheda | Vittorio Sossi |