robert gray l'alchimista un nemico di zagor

L'Alchimista

(Robert Gray)

Un arsenale vivente di armi letali


 
robert gray l'alchimista un nemico di zagor
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Blizzard Gazette N° 251

Il Misterioso Robert Gray
di Robert Short
"Zagor non avrebbe mai potuto immaginare che un uomo..."

zagor incontra robert gray... dai modi del perfetto gentiluomo potesse rivelarsi uno degli avversari più coriacei con i quali si sia mai scontrato.
Robert Gray e Zagor si incontrarono casualmente a Walcott; entrambi erano diretti a Fort Brendon su invito del colonnello Farrell per la dimostrazione delle potenzialità di un nuovo cannone.
Ma alle domande di Zagor sui suoi trascorsi nell'esercito Gray si dimostrò elusivo e non lasciò trapelare nulla, se non che avesse ricoperto una carica elevata nella gerarchia militare. Del resto lo si poteva dedurre dal rispetto con cui lo trattavano i militari che erano di scorta alle paghe quando visionavano i suoi documenti.

Zagor zagor colpito da bronsky purtroppo non ebbe occasione in quel momento di indagare sul passato di Gray e sulle mani che portava continuamente inguantate. Era nel mirino del sergente Bronsky: il capo della pattuglia di scorta. Il sergente aveva organizzato un colpo a danno dei suoi stessi commilitoni per impadronirsi del carico e voleva evitare che Zagor potesse ostacolarlo.
Riuscì ad incolparlo dell'omicidio del caporale, che lui stesso aveva freddato, perché aveva scoperto il suo piano.
Zagor era fuori combattimento e Bronsky si allontanò con la pattuglia nella boscaglia dove lo attendevano i suoi complici. Ma un uomo lo seguiva: Robert Gray, che aveva i propri progetti per il carico.

Attese rapina di gray che i banditi eliminassero i soldati prima di entrare in azione. Grazie ad uno strano liquido infiammabile a contatto con l'aria, trasformò i banditi in torce umane e sistemò gli altri con un filo metallico sottilissimo, nascosto nel bastone, che recise loro la gola.
Nel frattempo Zagor, che si era ripreso da una ferita per fortuna solo superficiale e che godeva della fiducia incondizionata degli abitanti di Walcott, si era messo sulle tracce del sergente e aveva raggiunto il passo delle tre dita.
I piani di Gray di impadronirsi dei soldi della paghe furono rimandati.

Zagor i banditi vengono bruciati dal liquido di gray si trovava ancora una volta vicino a quell'uomo per il quale provava ammirazione, per la sua abilità e per il suo sangue freddo, e diffidenza, per la spietatezza con la quale aveva massacrato i banditi.
Anche Gray era ammirato dalle capacità dello Spirito con la Scure, ma non poteva permettergli di ostacolarlo. Ben altri piani lo conducevano a Fort Brendon dove erano radunati ex-colleghi ed ex-amici.
Non fece nulla per impedire l'agguato che i complici di Bronsky avevano organizzato per sistemare i conti con lo Spirito con la Scure.
Ma Zagor si sbarazzò di loro senza problemi.
Tutti e due, con la compagnia dell'inconsapevole Cico che non immaginava la guerra di nervi e i sospetti, giunsero a Fort Brendon... e l'atmosfera di festa si sarebbe tinta di rosso.

Blizzard Gazette N°252

Il diabolico armamentario di Gray
di Robert Short
"Le capacità dell'alchimista"

il biglietto da visita dell'alchimistaSono rimasto davvero impressionato dalle conoscenze chimiche e meccaniche di Robert Gray. L'esercito aveva fatto un grosso errore a scaricarlo solo perché aveva perso entrambe le mani. Questo particolare era irrilevante per un uomo dotato come Gray... anche se la menomazione ne aveva minato profondamente la salute psichica.
L'alchimista si avvaleva di un consistente armamentario di offesa incentrato sulle sue straordinarie protesi e sul suo versatile bastone:

Le gray spruzza l'acido mani di acciaio erano un potente mezzo di offesa, che sapeva utilizzare con un'abilità all'altezza del miglior combattente.
Un solo colpo della sua mano poteva spezzare un arto e Zagor stesso ne subì le conseguenze. Ma questo era niente al confronto degli aggeggi letali nascosti nel metallo, che richiamava a suo piacimento. Minuscoli aghi impregnati di un potente veleno per il quale non c'era antidoto che utilizzò per uccidere il suo collega Walter e sua moglie.
Da un incavo nascosto, tramite la semplice pressione di un pulsante, poteva liberare un potentissimo acido del quale solo lui conosceva la composizione e che non lasciava traccia alcuna ad un'osservazione, anche approfondita. Lo utilizzò per manomettere il cannone e provocarne l'esplosione.

Ma le protesi metalliche di gray la rabbia che covava in corpo lo aveva spinto a dotare gli arti artificiali anche di lame affilatissime che utilizzava con maestria nel corpo a corpo. Molti soldati di Fort Brendon persero la vita, con la gola squarciata dallo stiletto retrattile.
Altrettanto pericolosi erano gli accessori del suo elegante abbigliamento.

Il zagor esamina il bastone di Gray suo bastone ad esempio era equipaggiato con un filo metallico sottilissimo, quasi invisibile e resistentissimo. Piazzato fra due alberi si dimostrava una trappola letale per i cavalieri di passaggio; quanto la tagliola per una volpe.
Ne fecero le spese i banditi complici di Bronsky che si ritrovarono con la gola tagliata. E fu il primo indizio per Zagor sulla vera indole del suo occasionale compagno di viaggio.

Persino il cappello di gray in azione il suo cappello se usato con la giusta perizia si trasformava in un'arma formidabile. Era nascosta nella tesa una lama affilatissima in grado di recidere la gola di una persona.
E che dire del suo portasigari. Quei sigarilli che fumava continuamente. All'interno erano nascosti ogni sorta di fialette contenenti ognuna una sostanza diversa e, se lanciato con la giusta forza, poteva esplodere in faccia al bersaglio.

Ma gray solidifica il suo scudo personale Gray aveva anche delle straordinarie armi di difesa che usava raramente; in quanto gli antagonisti non avevano il tempo e il modo di attaccarlo. Fra le più spettacolari una specie di scudo invisibile fatto probabilmente da una sostanza che solidificava rapidamente al contatto con l'aria.
Tale dispositivo fece buon gioco per impressionare i mohawks e portarli dalla sua parte.
Ma Gray non si firmava l'Alchimista per un semplice vezzo della sua contorta personalità. L'alchimia, l'antenata esoterica della chimica. E nel campo della chimica Gray non era secondo ad alcuno; neanche a Verybad e allo stesso Hellingen.
Tutte le sostanze che utilizzava; veleni, antidoti, acidi, liquidi infiammabili, erano stati creati da lui e il loro segreto è morto con lui..

Ne le banconote si sgretolano al contatto delle mani ebbero un assaggio Farrell e Zagor quando prelevando i soldi dalla cassaforte, banconote sulle quali Gray aveva esercitato le sue arti alchemiche, li videro sgretolarsi in polvere a contatto con il calore delle mani.

Oltre ai veleni, l'arma più letale di Gray era quel diabolico liquido infiammabile di cui riempiva le sue strane pallottole. E che avvolgeva completamente le vittime fino a che non le aveva completamente carbonizzate cico osserva i bigliettini di gray che prendono fuocoPensate alla paura che ebbe il piccolo messicano quando tutti gli innocui bigliettini da visita dell'alchimista gli si incendiarono fra le mani..
Gray è stato certamente un avversario ostico per Zagor prima che fosse ucciso dallo stesso veleno che aveva destinato ai militari di Fort Brendon. Ma sono pronto a scommettere che più di uno di quegli alti papaveri avrebbe preferito che a Gray fosse salvata la vita, pur di poter usufruire delle sue conoscenze.

Darkwood Today

Lutto a Fort Brendon
di colonnello Farrell
"Conoscevo Robert Gray di fama...."

il colonnello farrell... conoscevo il suo valore come scienziato e la terribile disgrazia della sua menomazione. Sapevo che era un uomo eccezionale e che l'esercito avrebbe dovuto fare qualcosa di più per lui. Piuttosto che metterlo a "riposo". Ma non avrei mai immaginato che stringendo la mano a Gray, stessi stringendo la mano dell'uomo che ci teneva in scacco da molto tempo. E neanche che la sua venuta al forte, voluta con insistenza dal capitano Hughes e dal maggiore Walter Johnson, per riallacciare i rapporti con il loro ex-collega che li considerava corresponsabili dell'incidente e del suo accantonamento, sarebbe stato il momento più terribile del forte che ho comandato per tanti anni.
Leggevo negli occhi di Zagor una certa diffidenza e ammirazione per quel personaggio dai modi così forbiti, che nel bel mezzo di un discorso improntato alla cordialità era capace di proferire una frase sibillina, carica di una minaccia difficile da percepire.

Così il tragico ballo non ebbi a sospettare nulla fino al momento del ballo: quando accadde una doppia disgrazia che in qualsiasi altra occasione, se non la festa del forte, sarebbe sembrata più che sospetta e non solo una macabra coincidenza. Come ebbe a confessarci più tardi Gray non aveva esitato ad eliminare Walter e suo moglie solo per vendicarsi del fatto che gli aveva sottratto il posto in laboratorio dopo l'incidente.

Anche lo scoppio del cannone dopo la sua confessione commisi l'errore di non dare ascolto ai dubbi di Zagor e affidarmi alla certezza del capitano Hughes, che pagò con la vita l'errore di sottovalutare Gray. Un uomo che lo sopravanzava di molto per capacità. E che aveva sempre odiato l'idea di essere un suo sottoposto.

Fu l'agguato con il veleno così che non immaginammo nemmeno che Gray aveva potuto sabotare il cannone in modo del tutto inavvertibile. Hughes saltò in aria insieme alla creatura di cui era tanto orgoglioso e che secondo Gray non era altro che un giocattolino.
E ancora ho sulla coscienza il fatto di aver affidato ad un giovane capitano il comando della pattuglia partita all'inseguimento di Gray dopo la sua evasione.
Risultato... tutti i soldati morti, sorpresi e sterminati da un veleno sconosciuto e Zagor salvo per miracolo grazie alla sua prontezza e al suo fisico eccezionale.
Sottovalutare Gray è stato il più grave errore della mia vita. E' costato più vite umane che un grossolano errore di tattica in uno scontro campale.





Riprendo il cimitero dei mohawks il racconto tralasciando gli avvenimenti del forte che son stati riportati direttamente dal colonnello Farrell. Zagor rimase incosciente per tre giorni. Fra la vita e la morte a causa di quella minima quantità di veleno che aveva assorbito.
Appena rimesso in piedi il suo primo pensiero fu continuare la caccia a Gray trascinando con sé il solito sfortunato Cico. Però prima aveva promesso al colonnello Farrell di indagare sul perché i carri che avevano portato i viveri e le coperte ai mohawks di Mano Ferma non fossero rientrati al forte.
Inutile sottolineare quanto Zagor fu colto di sorpresa dall'attacco dei mohawks, che ubbidivano ad un inviato di Manito che avevano ribattezzato Mani d'acciaio. Gray era lì.
Ancora una volta causa di lutti e dolore. Aveva infettato le coperte e i viveri con un altro dei suoi veleni e, catturato dai Mohawks, si era dovuto servire dell'antidoto per salvare la sua stessa vita e conquistarsi la fiducia degli indiani.

Il il capo mano ferma capo Mano Ferma non riconosceva più l'autorità di Zagor, che fu lasciato in pasto agli avvoltoi fra i morti del cimitero.
Ma lo Spirito con la Scure, ossessionato dall'Alchimista, trovò le energie per liberarsi e affrontarlo in un ultimo, interminabile, duello. Gray commise un grosso errore. Sprecò la sua ultima dose di veleno nel corpo di Mano Ferma e rimase senza più trucchi in balia della furia di Zagor.
Zagor lo inseguì sparandogli contro; forse per la prima volta in vita sua deciso ad uccidere un uomo che non poteva più difendersi. Ma il dilemma di macchiarsi di un simile peccato gli fu risparmiato dallo stesso Gray.
Egli aveva avvelenato il fiume che portava l'acqua a Fort Brendon e perì ucciso dal veleno che aveva seminato.

autori
Il Genio del Crimine
di
disegni Franco
Donatelli
storia Daniele
Nicolai
L'alchimista
scheda Vittorio Sossi