Trama
Zagor accetta l'incarico di fare da guida a un plotone di militari che devono costruire un avamposto tra il territorio dei Cherokee e quello degli Shawnee, due tribù in perenne attrito.
Il maggiore Walker, il comandante della spedizione, è un uomo esperto e avveduto e disponibile ad accettare i consigli di Zagor; non altrettanto il secondo ufficiale in campo il tenente Dubrosky, esaltato e violento e pronto a risolvere qualsiasi diatriba con gli indiani con la forza delle armi.
Zagor e Dubrosky mal si sopportano; già i primi giorni Zagor dà una sonora lezione al tenente che vorrebbe impartire a Cico una ventina di frustate per aver tentato di scroccare il rancio.
Quando poi si tratta di scegliere il sito adatto alla costruzione dell'avamposto, Zagor si oppone fermamente alla scelta di Dubrosy.
Il tenente vorrebbe costruirlo in una gola, il Passo del Tuono, che separa i territori delle due tribù, ma Zagor dice a Walker che l'ostruzione della gola con il fortino ostacolerebbe la migrazione delle mandrie di bisonti tra le due praterie, di fatto privando gli indiani del loro principale sostentamento.
Walker accoglie le ragioni di Zagor e opta per costruire il fortino vicino a un torrente.
Tutte prosegue tranquillo fino a quando Walker si infortuna e il comando passa a Dubrosky.
L'ottuso tenente ordina subito di spostare il cantiere al Passo del Tuono.
Zagor e Cico sono costretti a fuggire per non essere messi agli arresti.
La costruzione del fortino nella gola genera subito malumori tra i guerrieri degli Shawnee e dei Cherokee, che ostacolano i lavori con continue azioni di sabotaggio: in una di queste il figlio di Andar, il sakem Shawnee, Piccola Volpe, viene catturato e sta per essere impiccato.
Zagor si impegna a liberare Piccola Volpe. La missione riesce a metà: durante la fuga dal forte Zagor viene catturato dai militari.
Dubrosky è raggiante. Finalmente può vendicarsi di tutte le angherie subite. Considera Zagor come un traditore (della sua stessa razza) e lo condanna alla pena di morte per impiccagione.
I soldati si radunano intorno al patibolo posto di fronte alla palizzata del forte e Zagor stoicamente si fa mettere il cappio al collo. Dubrosky sta per dare l'ordine di esecuzione quando parte una cannonata dai bastioni del forte.
Cico, non si sa come, approfittando della distrazione generale, si è posizionato con un cannone puntato su di loro e minaccia di continuare a cannoneggiarli se non libereranno Zagor.
I due amici si allontanano con Dubrosky come ostaggio, non prima che Zagor abbia pronunciato un'inquietante profezia: ammonisce i soldati ad abbandonare il forte appena sentiranno la terra tremare, se vogliono evitare una terribile morte.
Zagor libera Dubrosky e poi mette in atto la soluzione definitiva per risolvere il problema dell'avamposto. Appicca un incendio mirato alla prateria, spingendo i bisonti nella gola. La furia dei giganteschi animali spazza via il forte, Tutti i soldati fuggono e solo il testardo tenente Dubrosky, unico a rimanere sulla palizzata, perde la vita.