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numeri

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copertine

zagor 20
zagor 21
Collezione storica 10

Una Tragica Missione (L'inferno dei Vivi)

121 pagine

Testi: Guido Nolitta

Disegni: Gallieno Ferri

Locazioni

Personaggi
La storia
Gli avversari
Buddy Basset, disegno di Gallieno Ferri
Buddy Basset
Tawar, disegno di Gallieno Ferri
Tawar
Dillon, disegno di Gallieno Ferri
Dillon
Gustavo Wolle, disegno di Gallieno Ferri
Gustavo Wolle
Dottor Hogan, disegno di Gallieno Ferri
Dottor Hogan
Capitano Grayson, disegno di Gallieno Ferri
Capitano Grayson

Trama

Zagor è convocato a Fort Springtime per una missione delicata: scortare un carico d'oro fino a Clearville. Il nuovo comandante del forte è il Colonnello Dillon, che ha sostituito il maggiore Walcott e non ha mai incontrato personalmente Zagor, anche se lo conosce di fama.
Lo Spirito con la Scure, seppur titubante, accetta l'incarico. Per avere campo libero consiglia a Dillon di mettere momentaneamente Cico in prigione, con una scusa qualsiasi. Il messicano quindi non partecipa alla spedizione.

La scorta al convoglio è alquanto risicata. Un pugno di soldati agli ordini del capitano Grayson, ma, del resto, solo i diretti interessati sono al corrente del valore del carico e nessuno si aspetta sorprese.

Sulla pista di Clearville alcuni banditi misteriosi tendono loro un'imboscata e uccidono i soldati di scorta. L'ultimo a cadere è proprio Grayson. Zagor non si arrende ma viene colpito alle spalle e, mentre è a terra privo di sensi, i banditi gli sparano a bruciapelo al petto. Poi gettano il presunto cadavere in un fiume che scorre in una gola sottostante.

Comincia per Zagor un vero e proprio incubo. La ferita non è mortale ma l'emorragia copiosa. Come se non bastasse, sul fondo della gola lo aspetta un branco di coyotes, talmente affamati da non fuggire davanti alla sua coraggiosa e disperata reazione. Zagor lotta con tutte le ultime energie disponibili fino a quando perde conoscenza. Per fortuna qualcuno interviene a salvarlo.

Si risveglia in una caverna accudito da Tawar, lo stregone dei Tunican, nemici giurati di Zagor: l'anziano uomo della medicina è caduto in disgrazia ed è stato cacciato dalla tribù, costretto all'esilio e a una vita solitaria.
Le cure di Tawar hanno salvato Zagor da morte certa, ma sono passati ben dieci giorni dalla rapina!
Lo Spirito con la Scure si accomiata dal suo salvatore, ansioso di tornare al forte per dare la sua testimonianza. Però gli dà la sua parola d'onore che tornerà per aiutarlo a riconquistare il suo posto nella tribù. (salderà il suo debito nell'episodio successivo: "Lo Stregone Scomparso")

Quando Zagor torna alla civiltà, al posto di cambio di Red Peak, lo attende un'amara sorpresa: avvisi di taglia con la sua faccia!
Come unico sopravvissuto è stato accusato della rapina e viene processato e condannato ai lavori forzati nel penitenziario di Hellgate, meglio noto come la Porta dell'Inferno o la Tomba dei Vivi; una prigione dalla quale nessuno è mai riuscito ad evadere.

Pochi prendono le sue difese, ma il suo accusatore più spietato è proprio Dillon, al quale brucia il fatto di essere stato proprio lui ad affidargli la missione e si sente responsabile per averlo coinvolto.

L'unico che è sempre al suo fianco è Cico, che cerca di aiutarlo come può. Tenta per ben due volte di farlo evadere dalla cella del forte, prima del trasferimento al penitenziario, ma fallisce miseramente.

Hellgate è un posto infernale anche per uno tosto come Zagor: i carcerieri sono dei veri aguzzini, soprattutto il sergente Fred, i turni alla cava di pietra sono massacranti, le razioni di cibo al limite della sopravvivenza e anche la compagnia non è delle migliori. Zagor incontra un criminale che aveva fatto incarcerare: Johnny Mackett. Il livore tra i due li porta subito allo scontro fisico ma, paradossalmente, qualche tempo dopo, Mackett sceglie proprio lui come compagno di evasione; conosce bene il suo valore e le sue capacità.
Zagor, che ha come unico obiettivo uscire di prigione per scagionarsi, accetta. Ovviamente si fa promettere che nessuno ci andrà di mezzo. Mackett nelle intenzioni sarebbe anche sincero però il suo carattere violento e vendicativo manda all'aria la fuga. Quando si frappone tra loro e la libertà il dottor Hogan, il medico del forte con il quale ha un conto in sospeso, cerca di ucciderlo.
Zagor glielo impedisce, ma Hogan ne approfitta per fuggire e dare l'allarme.
I due evasi vengono circondati nel cortile del forte e Mackett preferisce morire con la pistola in pugno piuttosto che arrendersi a quella vita dietro le sbarre.

Zagor paga caro il tentativo di fuga e viene sbattuto in una cella di isolamento ai limiti della sopravvivenza. Il suo gesto generoso però ha toccato il dottor Hogan, che decide di aiutarlo a fuggire. Il medico gli inietta un siero che simula una momentanea morte apparente e un paio di giorni dopo il povero Cico si presenta al forte per reclamare la salma del defunto amico.

Appena fuori dal carcere l'effetto del siero si esaurisce e Zagor esce dalla bara, provocando uno spavento quasi fatale al messicano.

Ora tutti lo credono morto, ma la sua libertà di movimento è inutile; gli autori della rapina dopo tutto quel tempo si saranno già divisi il bottino e separati. Zagor, quindi, escogita uno stratagemma perché siano loro a venire al rifugio nella palude.
Chiede a Bob, un suo amico giornalista dell'Eco di Brandville, di pubblicare una notizia in cui Cico dichiara di avere le prove della sua innocenza e dell'identità dei veri colpevoli e che presto le porterà in tribunale; per salvaguardare almeno la memoria del compianto amico.

La trappola riesce alla perfezione e, a uno a uno, i tre complici della rapina si presentano al rifugio: prima due emeriti sconosciuti, Buddy Caldwell, che finisce alla fine inghiottito dalle paludi, poi Oscar Kennett, che dopo una notte legato a un albero in balia dei coguari si convince a parlare. C'è un terzo complice, il capo della banda. Ma prima che possa rivelare il nome, proprio quest'ultimo con una fucilata gli tappa la bocca, ma non riesce a centrare né Zagor né Cico.

Zagor lo vuole vivo, in quanto è l'unico che possa scagionarlo. Riesce a colpirlo con un preciso colpo di scure alla testa.
Non nasconde la sorpresa quando scopre che è il capitano Grayson. Il subdolo militare aveva solo finto di essere ucciso durante la rapina, anzi, era stato proprio lui a stordire Zagor ed era ovviamente lui la mente criminale dietro l'impresa.

Grayson viene condannato a morte e Zagor riabilitato con le dovute e sincere scuse del colonnello Dillon, amaramente pentito di non avergli concesso la possibilità di discolparsi.

Note

L'eroe che viene rinchiuso ingiustamente in prigione è un classico delle serie a fumetti e si presta a una narrazione generalmente più cupa, ma Nolitta non calca la mano, come farà Castelli nella storia del Tessitore (oppure in quella di Mister No sempre ambientata in carcere). Le vicissitudini di Zagor nel penitenziario occupano solo una parte della narrazione, sono alleggerite da siparietti comici, come quello con lo strangolatore fallito Gustavo Wolle e i picchi di drammaticità si raggiungono nella prima parte, nella lunga e disperata lotta di Zagor contro i coyotes e nel tentativo di fuga dal carcere.

Un po' forzata la soluzione finale con i tre complici che arrivano alla spicciolata al rifugio, però, nel complesso, la storia è permeata dalla solita grazia dell'autore nel passare dal timbro serio a quello comico e dal ritmo incalzante e mai noioso che lo contraddistingue.

Hellgate sarà dimenticato per lungo tempo, verrà soltanto nominato in alcune occasioni: ad esempio in occasione dell'evasione di Sam Fletcher e altri penitenziari come Fort Concrete, in cui verranno rinchiusi Zagor nella storia del Tessitore e Mortimer ne La Trama del Ragno, prenderanno il suo posto. Tornerà protagonista nella bella storia di Marolla: La Rivolta - Zagor 594/595.

Tawar è un personaggio che mi piace tanto, un coacervo di saggezza, determinazione e pacatezza. Nolitta non lo userà più: praticamente lo ritroviamo soltanto nella storia successiva Lo Stregone Scomparso.
Poi comparirà solo in qualche cameo anche se, proprio nell'ultima storia sceneggiata dall'autore, quella di Hellingen e gli Akkroniani (Zagor 178-182) scopriamo che ha mantenuto una solida amicizia con Zagor.
Forse un po' troppo pacato di carattere, anche se carismatico, verrà rimpiazzato dal più scoppiettante e geniale Molti Occhi.
L'ultima storia in cui compare Tawar sarà sceneggiata da Toninelli, che recupererà anche il suggestivo scenario del villaggio sommerso (L'assassino di Darkwood - Il Villaggio Sommerso Zagor 215-216)

Cicorabilia:

  • La curiosità di vedere gli animali da pelliccia di Buddy Basset gli costa cara (vedi Cico Guai).
  • Scopre che a Fort Springtime è reato anche raccogliere le margherite
    (vedi Cico Guai).
  • Pur di far evadere Zagor non esita a travestirsi da sua nonna, ma le cose non vanno per il meglio
    (vedi travestimenti 2)
  • Preso dallo scoramento al pensiero di Zagor rinchiuso a Hellgate, inizia a liberare qualsiasi creatura che incontri sulla sua strada: lepri, volatili. Peccato che il cacciatore che ha messo le trappole non sia per nulla d'accordo sulla nobiltà del gesto e lo riempie di mazzate.
  • La notte, i pipistrelli, la pioggia, la bara con il corpo di Zagor che risponde ai suoi lamenti e poi il cadavere che esce dal feretro è veramente troppo per il cuore del povero messicano che rischia un colpo apoplettico o un infarto, a scelta... Ci vorrà un bel calcione sul sedere per convincere Cico che il suo amico non è morto!
Johnny Mackett, disegno di Gallieno Ferri
Johnny Mackett
Fred, disegno di Gallieno Ferri
Fred
Buddy Caldwell, disegno di Gallieno Ferri
Buddy Caldwell
Oscar Kennett, disegno di Gallieno Ferri
Oscar Kennett