Storia che segna il ritorno del personaggio più di successo della prima gestione di Ade Capone su Zagor: Stephan, l'oscuro sacerdote di Haggoth di New Salem. Per la precedente avventura vedi Il tempio del Sacrificio (Oscuri Presagi).
La storia riparte dopo l'incendio della cittadina e la sconfitta di Stephan che perì nell'incendio del tempio dopo aver messo in serie difficoltà lo Spirito con la Scure grazie alla forza inesauribile alla quale poteva attingere in virtù del suo legame con Haggoth.
In una notte tempestosa due banditi in fuga si inoltrano nella valle misteriosa in cui era stata costruita New Salem, oltrepassando l'oscuro cimitero senza lapidi e fermandosi davanti all'ingresso dei sotterranei del tempio del sacrificio.
Incurante dell'atmosfera inquietante e delle lamentele del suo compare, Syd si inoltra nel sotterraneo del tempio. Quando riemerge è completamente trasformato, non nel corpo ma nello spirito... E uccide senza esitare il suo complice.
Qualcosa di oscuro è accaduto. E arriva anche a Darkwood (anche se leggendo l'intera storia è più probabile che gli eventi sopra narrati siano accaduti molto tempo prima...). Zagor, tormentato dall'incubo di un uomo in fiamme che lo ammonisce a raggiungere il villaggio dei Nipmuk del sakem Ken-nae e contattare lo stregone Nuan-Teh.
Zagor si mette subito in viaggio sebbene non sia riuscito a riconoscere l'uomo della visione... Lo scoprirà ben presto.
Ad un traghetto fluviale alcuni uomini lo aggrediscono accusandolo di aver ucciso un loro vicino e di aver dato fuoco alla sua casa. Per fortuna Bill, l'unico testimone oculare dell'omicidio, interviene scagionandolo e pronunciando il nome che Zagor non riusciva a ricordare: Abraham Stoke.
L'uomo che aveva dedicato la vita alla distruzione della setta di Stephan, che a quanto pare dopo tutti questi anni si era vendicata nel più orribile dei modi.
Bill racconta che gli assassini si erano allontanati dalla casa dopo aver sottratto il prezioso baule nel quale Stoke teneva gli amuleti e gli antichi testi indispensabili alla sua crociata contro il male.
Giunti al villaggio dei Nipmuk, in compagnia di Bill, Zagor e Cico conoscono il giovane Nuan-teh. Il ragazzo nonostante l'età è un abile stregone e riesce, tramite un oscuro rituale, ad entrare in contatto proprio con Stephan, che si è impossessato del corpo del bandito Syd.
Zagor e Cico, senza esitare, si mettono in viaggio verso il villaggio della visione: Salt Town. Alla ricerca del Tempio di Pietra nominato dal sacerdote di Haggoth.
Nonostante gli sia stato impedito, Nuan-Teh si unisce a loro. Ma arrivati a Salt Town i tre viaggiatori vengono presi di mira dallo sceriffo e accusati ingiustamente. Dopo una gigantesca rissa, evidentemente hanno l'ordine di prenderli vivi, solo Zagor riesce a sfuggire alla cattura.
Nuan-Teh e Cico sono rinchiusi nel carcere di Salt Town. Il giovane sciamano nel tentativo di scoprire l'identità dei suoi nemici subisce la magia di Stephan e viene tormentato da orrende visioni che lo lasciano in uno stato di estrema prostrazione.
è ancora in questo stato quando i seguaci di Stephan lo trasportano insieme a Cico su una nave. Ma Zagor, che è in agguato, riesce ad intrufolarsi nell'imbarcazione prima che prenda il largo.
Muovendosi come un gatto selvatico riesce a liberare Cico, ma non può contare sulla prontezza di Nuan-Teh ancora in preda degli orribili incubi, che ci rivelano un arcano legame fra Stephan e spettri di un plotone di Giubbe Rosse.
Zagor non si perde d'animo e muovendosi furtivamente riesce ad assottigliare il numero di avversari. Peccato che un marinaio lo scaraventi fuori bordo vanificando il suo disperato tentativo di arrembaggio.
Lo Spirito con la Scure si risveglia così il mattino dopo su una spiaggia. Ha appena il tempo di riprendersi prima di venir aggredito da un gruppo di Pennacook che lo scambiano per uno degli adepti di Stephan.
Chiarito l'equivoco, i Pennacook si rivelano una preziosa fonte di informazioni: gli uomini di Stephan hanno attaccato il villaggio e hanno rapito le loro donne.
I motivi del rapimento restano ignoti ma i Pennacook hanno un'informazione preziosissima: Stephan si nasconde su un isolotto al largo dove ci sono i resti di un vecchio avamposto inglese. I Pennacook hanno tentato di assaltare il fortino ma sono stati ricacciati indietro dalla magia di Stephan.
Zagor decide di andare da solo: sarà più facile per lui passare inosservato...
Nel frattempo Cico e Nuan-Teh si risvegliano in due celle separate nel fortino delle Giubbe Rosse. Se Cico viene lasciato relativamente in pace, Stephan si accanisce su Nuan-teh. Il giovane sciamano sembra più importante dello stesso Zagor per lui!
Il sacerdote e i suoi adepti stanno aspettando una particolare configurazione astrale per mettere in pratica chissà quale oscuro rito. Zagor dal canto suo non perde tempo e inizia ad aprirsi la strada verso le segrete a colpi di scure.
Da solo riesce nell'impresa che i Pennacook avevano fallito e raggiunge i sotterranei del forte, mettendo fuori combattimento chiunque gli capiti a tiro.
Raggiunge Nuan-Teh che sembra ancor più sconvolto di prima. Ma la verità è ancora più terribile: Stephan ha abbandonato il corpo di Syd e si è impossessato di quello carico di magia del giovane sciamano Nipmuk. la chiave di questa sua nuova abilità è il talismano di Stoke. Nell'arcano manufatto dimora l'anima di Stephan e chiunque lo indossi si trasforma in un ricettacolo per la sua anima.
Ne approfitta per cogliere di sorpresa Zagor che nulla può contro l'attacco fulmineo di Stephan e la sua forza amplificata dal potere di Haggoth.
Zagor e Cico si risvegliano incatenati davanti a Stephan-Nuan-Teh, i suoi seguaci e le donne Pennacook prigioniere in una gabbia.
Stephan dopo una delirante arringa difensiva a favore del male si prepara a giustiziare i due amici, in un'oscura parodia di processo al bene, rappresentato da Zagor..
Prima di mettere in atto il colpo di scena finale Stephan racconta i retroscena che lo hanno legato al culto del tenebroso Haggoth. Tutto è cominciato proprio in quel fortino inglese dove il comandante Thomas Templeton, proseguiva gli studi esoterici iniziati in Europa e diveniva un maestro nell'evocazione del male. Pian piano estese la piaga infernale alla guarnigione, ma un uomo gli sfuggì: John Stoke, avo di Abraham, che riuscì a scatenare la rappresaglia dell'esercito inglese contro la guarnigione e a sottrarre il prezioso medaglione e le pergamene di Templeton. Da quel momento dedicò la sua vita a combattere il culto del male.
Suo figlio Ebenezer proseguì la crociata del male e si macchiò del massacro di Salem.
Alla fine Abraham ritrovò i preziosi oggetti nel baule di famiglia e continuò la caccia fino a giungere a New Salem insieme a Zagor (vedi Zagor 263, 264 e 265, oppure il riassunto completo a questo link Il tempio del Sacrificio (Oscuri Presagi))
Ora con le pergamene e il medaglione in suo possesso Stephan si prepara ad evocare fisicamente Haggoth sulla terra, cosa che non aveva potuto compiere a New Salem e si verifica poco dopo. Ma il piano dello stregone è ben più ambizioso. Riesce a cingere il collo di Haggoth con il medaglione e ad impadronirsi del corpo carico di potere del demone.
In un delirio di onnipotenza Stephan inizia ad assorbire le forze vitali dei suoi adepti, che vengono consumati per aumentare la sua potenza. Alla vista dell'eccidio uno di questi rinsavisce e libera Zagor che riesce a strappare il medaglione dal collo di Stephan-Haggoth.
Lo Spirito con la Scure è convinto che senza il tramite del medaglione lo stregone non può mantenere la presa sul demone ed inizia una fuga rocambolesca verso gli spalti della fortezza e getta il medaglione in mare.
Zagor ha visto giusto. Dopo un po' Haggoth riprende il controllo del suo corpo e lo ringrazia risparmiandogli la vita per poi sparire e tornare nel suo mondo. L'essenza vitale di Stephan resta invece intrappolata a vagare nel limbo dal quale aveva liberato il demone.
I seguaci sopravvissuti, come l'altra volta, passano sul carro del vincitore e si dimostrano pentiti.
Quanto a Nuan-Teh, per fortuna la possessione di Stephan è stata limitata nel tempo e ha riacquisito il controllo del suo corpo (un po' tirata ma lo sceneggiatore aveva messo le mani avanti spiegando quello che sarebbe successo mentre Stephan guarda il cadavere di Syd).
Premesso che io non sono un patito dei ritorni a tutti i costi: ci sono personaggi che possono ritornare anche 50 volte se sostenuti da buone sceneggiature e altri che hanno detto la loro, in maniera mirabile, in una sola avventura.
Stephan lo metterei nel secondo gruppo.
Ciononostante la sceneggiatura è come al solito di ottima fattura e si dipana in maniera intrigante e coinvolgente soprattutto nel primo albo. Nel secondo si concretizza la fisicità di zagor che non si ferma davanti a nulla pur di salvare i suoi amici, e in questo Capone è un campione.
Ma crolla nel finale non tanto per la natura del piano di Stephan, che lo voleva mettere in der posto addirittura al suo signore di sempre Haggoth e ce lo aveva annunciato con un paio di frasi sibilline (zagor 519, pag 94), molto plausibile conoscendo il tipo. Quanto piuttosto nella rappresentazione fisica di Haggoth, un angelo del male con i fouseaux e nella sua scelta di graziare Zagor e i sopravvissuti per tornarsene buono buono nel suo mondo. Sembrava che volesse fare sfracelli appena manifestatosi ad iniziare col cibarsi delle belle Pennacook, e poi si ritira discretamente sapendo che solo se sorgerà un nuovo culto a lui dedicato potrà tornare sulla terra! Mi sa che 'sta terra non gli piacesse poi tanto come voleva farci credere...
E poi se fossi stato Zagor avrei preso a botte in testa tutti i seguaci di Haggoth sopravvissuti. Sono sempre bravi a fare dietro-front ogni volta che Stephan viene sbatacchiato come una frittata!