Zagor e Cico si imbattono in un gruppo di attori girovaghi
che ricordano molto i Sullivan: Lon Darnel, suo figlio
Tobias e Rick Larrigan, un ragazzo vittima di compagnie
sbagliate uscito dal penitenziario.
Insieme raggiungono Munrowhill. Purtroppo Rick ha la sfortuna
di incontrare un suo compagno di cella poco raccomandabile: Cotton
Mallory, che rivela nel saloon il passato di carcerato del ragazzo.
Così, appena viene commessa una rapina alla banca, e il rapinatore
nasconde la refurtiva nel carro di Darnel, i tre sono costertti
a fuggire precipitosamente per evitare di essere linciati. Per sfuggire
agli inseguitori si rifugiano nella Terra da cui non si Torna:
una regione paludosa e misteriosa protetta da un lato da mefitiche e
bollenti sorgenti termali e dall'altro dalle Pietre taglienti,
una invalicabile catena montuosa.
Zagor è costretto suo malgrado ad unirsi alla "posse"
che si lancia all'inseguimento dei presunti colpevoli. Cico infatti
si era addormentato nel carro, ignaro di tutto.
Gli unici che hanno il fegato di seguire lo sfortunato sceriffo Trevor
verso l'ignoto sono: Staggler, un avventuriero che aveva salvato
la vita a Zagor, Kurt, un facinoroso che non vuole rinunciare
ai suoi soldi e Luke, l'aiutante dello sceriffo che sembra sapere
molte cose sulla rapina.
Di nuovo Zagor e Cico saranno alle prese con una natura
ostile e del tutto imprevedibile. L'isolamento genetico ha permesso
infatti alle creature della palude di seguire un proprio percorso evolutivo.
Inutile dire che saranno poche le creature miti che incontreranno i
nostri amici.
Alla fine i nostri eroi potranno dire di essere stati i primi a tornare
dalla terre da cui non si torna - come erano stati i primi a tornare
dal fiume Tallapoosa e dalla colonia vichinga di Nuova Vita.-
Toninelli dirige una terza odissea americana assolutamente all'altezza
delle due di Nolitta dal punto di vista delle invenzioni naturalistiche,
inquadrate in un approccio più rigorosamente scientifico, anche
se meno coinvolgente dal punto di vista emotivo (ma forse ero solo io
più grande quando l'ho letta la prima volta).
Vittorio Sossi