Breve storia di Toninelli che vede Zagor alle prese con un
errore burocratico di uno scaldasedie di Washington (sic).
I Susquehanna di Lontra Grigia sono costretti ad abbandonare
i propri territori, nei quali è stato scoperto l'oro, per raggiungere
la piana tra i Colli dei Pini e i Monti della Luna, altrettanto
ospitale e ricca di selvaggina..
Tutto filerebbe per il verso giusto se non intervenissero due imprevisti
di umana idiozia.
Lo scaldasedie di cui sopra, per risparmiare i costi della scorta militare,
dirotta i Susquehanna verso la Piana dei Serpenti: talmente
inospitale che gli indiani andrebbero incontro a morte certa.
Mentre il maggiore Stevens, uomo equilibrato e ragionevole, si
precipita a Washington per chiarire la situazione, il comando
del forte viene affidato al maggiore Bolt, zelante e deficiente
- una specie di Bolt 2 in 1 -, che pensa bene di far rispettare l'ordine
assurdo.
I Susquehanna si ribellano e sono asserragliati nelle grotte
dei Monti del Falco circondati da uno spropositato spiegamento
di forze.
Sarà compito di Zagor ricorrere ad ogni sorta di espediente
per guidarli verso la salvezza, contrastando la cocciutaggine di Bolt
e l'odio di "Track" Shover, una guida che si rivelerà
un osso veramente duro da rodere.
Alla fine comunque, con i poveri indiani circondati da ogni parte, Toninelli
deve ricorrere all'aiuto di un deus-ex-machina, nei panni del maggiore
Stevens, per uscire dal vicolo cieco.
Una storia avvincente e semplice, impreziosita dai bei disegni di Pepe
ancora un po' crudi.
Vittorio Sossi