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numeri

18/19
(69 / 70)

copertine

zagor 18
zagor 19
Collezione storica 9
Collezione storica 10

Un Tragico Patto

72 pagine

Testi: Guido Nolitta

Disegni: Gallieno Ferri

Locazioni

Personaggi
La storia
Gli avversari
giocatore di poker, disegno di Gallieno Ferri
il giocatore di poker
Freddie Duncan, disegno di Gallieno Ferri
Freddie Duncan
Mike Calver, disegno di Gallieno Ferri
Mike Calver
Benjamin Mandell, disegno di Gallieno Ferri
Benjamin Mandell

Trama

La storia si apre con una incredibile dabbenaggine di Cico che si impegna in una disastrosa partita di poker, incurante di perdere e illudendosi di non dover ripagare le fiches.
Zagor media a modo suo e ripaga parzialmente il giocatore con un paio di pepite e un sacco di botte.

Appena fuori dalla sala da gioco, Freddie Duncan, un ragazzo disperato, tenta di rapinare Zagor e Cico, immaginando che i due siano carichi di pepite d'oro.
Zagor lo neutralizza e cerca di capire perché quel ragazzo, apparentemente perbene, si sia avviato sulla strada del crimine.
In un dialogo chiarificatore, il ragazzo racconta i suoi problemi: vuole salvare il ranch del padre sommerso dai debiti. Zagor vorrebbe aiutarlo volentieri ma non possiede la somma necessaria.
Freddie allora cerca di convincere Zagor ad aiutarlo nel furto del totem sacro degli Uroni: l'uomo di ferro. Uno scheletro in armatura di un conquistador con una spada dall'impugnatura d'oro e ricoperta di pietre preziose di enorme valore, che gli indiani considerano sacra. Un cacciatore, Mike Calver, prima di morire, gli aveva rivelato il segreto e lasciato una mappa con le indicazioni per trovare la caverna sacra degli Uroni.

Zagor ovviamente rifiuta, ammonisce il ragazzo e se ne torna al rifugio con Cico. Però Freddie trova validi interlocutori in Barrera e Haller, due loschi individui privi di scrupoli, che avevano origliato la conversazione.

Tempo dopo, vicino al rifugio nella palude, Zagor si imbatte in un bivacco e riconosce proprio Freddie, in compagnia di Haller. Ci mette poco a capire che il ragazzo non ha rinunciato all'impresa e, a muso duro, gli impone di tornare indietro. Haller cerca di ucciderlo ma fallisce miseramente. Putroppo Barrera, tornato di soppiatto al bivacco, lo stordisce. Solo l'accorato intervento di Freddie impedisce agli altri due di ucciderlo e lo Spirito con la Scure viene lasciato nella foresta legato come un salame.
Lo libererà Cico qualche ora dopo, quando i tre avventurieri si saranno già allontanati.
Zagor, sorprendentemente, invece di gettarsi all'inseguimento, torna al rifugio (sic). Nella notte i tamburi degli Uroni presagiscono un triste destino per i tre predatori della spada perduta e Zagor si risveglia dal suo torpore e cerca di recuperare il tempo sprecato.

Nel frattempo Cico, che aveva provato senza successo a cimentarsi nel volteggio con le liane, lo segue a piedi e si imbatte in Benjamin Mandell, detto Ben "La Talpa", un cercatore d'oro, che si ritrova suo malgrado coinvolto nell'inseguimento.

Nella caverna sacra degli Uroni i tre razziatori si sono impadroniti della spada e Haller e Barrera scoprono le carte. Stordiscono Freddie e si preparano a fuggire con il tesoro, ma Zagor arriva in tempo per fermarli. Purtroppo arrivano sul posto anche Powa-tani e gli Uroni, decisi a punire i profanatori. Haller scatena una sparatoria nella quale resta ucciso, mentre gli altri non possono che darsi alla fuga, Freddie tenendo ben stretto il suo bottino.

Zagor li guida verso un ponte sospeso, ma gli Uroni piombano addosso ai fuggitivi e solo Freddie riesce ad attraversare il ponte. Il ragazzo fa crollare il ponte e si ritrova in salvo dall'altra parte del baratro.
Powa-tani vuole la spada ed è disposto a scambiare i prigionieri con il bottino. Ma il ragazzo tradisce la fiducia di tutti e fugge con la spada.

Zagor, Cico, Ben e Barrera vengono legati al palo della tortura. Però, Freddie, che ha fatto i conti con la sua coscienza, torna in tempo per restituire la spada e salvarli.

Powa-tani si dimostra un uomo di parola e li rilascia. Barrera se la scampa e si allontana dalla regione promettendo di rigare dritto.
Ben "La Talpa", che è veramente carico di pepite d'oro, ne dona una parte a Freddie perché possa ripagare il debito del padre.

Note

Una storia con un soggetto molto semplice, simile a quello della seconda avventura, Il Totem Scomparso, ma in una settantina di tavole Nolitta tira fuori una storia divertente, con personaggi interessanti, con la sua inarrivabile alternanza tra comico e drammatico.
Ancora una volta la storia è un duetto perfetto tra Zagor e Cico, con momenti ritagliati di ilarità, la lunga introduzione, alcuni un po' forzati, il volteggio con le liane, ma mai stonati.
Faccio notare un semplice particolare. Zagor è stato legato e abbandonato nella foresta. Cico lo deve trovare e salvare. OK. Un autore qualsiasi avrebbe fatto semplicemente trovare Zagor, Cico lo avrebbe sciolto bla bla bla. Un autore un po' più volenteroso avrebbe magari fatto inciampare Cico su Zagor, con un capitombolo ilare o avrebbe fatto immaginare al messicano chissà quale minaccia si celasse nel cespuglio frusciante che nascondeva Zagor. Cosa si inventa Nolitta? Fa cantare a Cico una canzoncina:
in un giorno assai lontano il mio messico ho lasciato
e in aiuto al bravo Zagor come un angiol son volato
sono forte e coraggioso come un cavaliere antico
se qualcun non mi conosce mi presento sono Cico!
Ogni volta che il messicano pronuncia Cico, Zagor da dietro il cespuglio lo chiama Cico per attirare la sua attenzione.
Il messicano non capisce che è Zagor a chiamarlo, pensando che sia una fantastica eco, fino a quando Zagor, l'ultima volta non lo apostrofa:"Muoviti, Brutto Pancione!"

C'è un errore di marcia quando Zagor lascia andare i tre predatori invece di inseguirli immediatamente: una cosa assurda, ovviamente.
Probabilmente il problema è che bisognava dare ai tre un certo vantaggio per raggiungere la caverna. Se Zagor si fosse gettato immediatamente al loro inseguimento li avrebbe riacchiappati ben prima che raggiungessero il territorio indiano.
Nolitta lo condisce un po' mostrandoci uno Zagor che torna sì al rifugio, ma resta in preda al dubbio di aver fatto la scelta sbagliata e poi, quando i tamburi nella notte iniziano a martellare forieri di morte, quelle quattro vignette di sciagura incombente fanno subito dimenticare l'errore.

Cicorabilia:

  • Cico gioca dissennatamente al casinò pensando che alle fiches non corrispondesse un pagamento in moneta sonante. (Vedi Cico Guai)
  • Pensa di essere stato colpito a morte da Freddie durante la rapina ma il liquido rosso che sgorga dal petto fluisce dalla fiaschetta di vino che ha bloccato il proiettile
  • Decide di imparare a muoversi nello Zagor Style, con le liane, ma non riesce a scegliere mai quella giusta (o sottile, o secca) e finisce sempre con il sedere per terra. Decide quindi di restare con i piedi per terra.
  • Compone una canzoncina di autostima in cui declama che quando Zagor ha bisogno del suo aiuto lui c'è (e non ha tutti i torti)
    (vedi Canzoni 1)
Paco Barrera, disegno di Gallieno Ferri
Paco Barrera
Franz Haller, disegno di Gallieno Ferri
Franz Haller
Powa-tani, disegno di Gallieno Ferri
Powa-tani