Antefatto (inizi del XIX secolo): la tribù Sauk di Bad Axe viene completamente annientata durante una rappresaglia dell'esercito. I soldati si distinguono per l'efferatezza con cui eseguono il massacro, rendendosi colpevoli di stupri, violenze, non risparmiando neanche le donne, i vecchi e i bambini.
Il comportamento di quattro soldati, Templeton (tempo attuale - capitano), Fourk (tempo attuale - sergente), Zender (tempo attuale - caporale) e Malloy (tempo attuale - ha lasciato l'esercito per fare il mercante), viene particolarmente messo a fuoco nell'antefatto.
I quattro massacrano un intero nucleo familiare, la famiglia di Freccia Spezzata e Piccola Luna, e non lasciano sopravvissuti (si intuisce subito però che non è così)...
Tempo attuale zagoriano: il capo dei Potowatomi, Coda di Volpe, chiede aiuto a Zagor in quanto sono stati violati i trattati tra la tribù e l'esercito. Le coperte promesse agli indiani per superare l'inverno in cambio del transito sul loro territorio, sono arrivate, ma sono state sostituite con materiale tarlato, liso e inutilizzabile. Il responsabile della spedizione è il sergente Fourk di Fort Jackson e Zagor la tavola successiva è già sul posto e lo sta strapazzando ben bene...
Il nuovo comandante del forte, il maggiore Wilkes, richiamato dai disordini, interviene per sedare la rissa. Promette a Zagor di risolvere la faccenda ma gli impone di non allontanarsi dal forte, soprattutto per impedirgli di intralciare le indagini andando a chiedere spiegazioni al mercante che ha fornito le coperte, Buck Johnson, indicato da Fourk come unico responsabile della sostituzione.
Una piccola parentesi per delineare la personalità di Wilkes: è giovane, arrogante, deciso a mettersi in mostra e a svolgere con ogni mezzo il compito assegnatoli, mantenere la pace a Darkwood. Per questo si è portato dietro una milizia di militari personalmente scelta da lui: Lo Squadrone Tigre. Lo squadrone è comandato sul campo dall'ottuso sergente Ranko e annovera fra le sue fila il soldato Jones. Gli altri soldati non sono caratterizzati. Lo squadrone darà la caccia a Zagor per tutta la storia, credendolo colpevole degli omicidi dei responsabili del massacro di Bad Axe, come vedremo subito.
Nella notte un colossale uomo mascherato, tinto di nero e armato di ascia, Black Axe, penetra negli alloggiamenti dei militari e uccide il sergente Fourk, firmando il delitto con un simbolo che ricorda una scure.
Il mattino dopo Zagor nota le impronte dell'assassino, le segue fino alle baracche e viene sorpreso sul luogo del delitto. A peggiorare la situazione, un soldato aveva visto Black Axe e lo aveva scambiato per Zagor. Anche se lo crede innocente, come tutti i veterani del forte, la sua testimonianza viene usata da Wilkes contro lo Spirito con la Scure. A nulla vale che Zagor mostri le impronte dell'assassino, il maggiore vuole metterlo in gabbia per poi proseguire con calma le indagini.
Zagor, vista la mala parata, fugge dal forte.
Nessuno dei soldati accetta di accompagnare lo Squadrone Tigre al rifugio, ma Moose Foot, lo scout dell'esercito, si propone per fare da guida.
Inconsapevole di tutto, il povero Cico, è andato a pesca presso un ruscello vicino al rifugio e lì viene sorpreso dallo Squadrone Tigre, che, dopo aver penato un po', riesce a catturarlo.
Per fortuna Zagor riesce ad arrivare in tempo per portarlo in salvo ma, per concedere al messicano il tempo di portarsi a distanza di sicurezza, dirotta gli inseguitori verso la Gola del Lupo, un pauroso baratro nella foresta.
Qui tenta un salto impossibile per raggiungere la parte opposta del crepaccio, ma non ce la fa e riesce a stento ad aggrapparsi alla parete rocciosa. Il sergente Ranko ordina ai suoi di sparargli e Zagor cade ferito in fondo al crepaccio, creduto morto dai militari.
Cico nel frattempo trova riparo nel villaggio di Tonka. Qui ci sono due altri coprotagonisti della storia e papabili alter ego del Vendicatore Nero: un gigantesco Sauk, Piuma di Falco, che professa parole di pace ma potrebbe avere tutti i motivi per vendicare il massacro di Bad Axe, e Lupo Nero, un bellicoso Mohawk che freme dalla voglia di combattere i bianchi.
La notizia della morte di Zagor, indagato per l'omicidio di Fourk, si diffonde raggiungendo un preoccupatissimo Perry di stanza come sempre nel suo Fort Pitt e il comandante di Fort Henry, il capitano Templeton, un altro dei coinvolti nel massacro. A Fort Henry è di stanza anche il caporale Zender, il terzo degli assassini.
Nel frattempo il Vendicatore Nero non se ne sta con le mani in mano ed inizia a costruirsi la fama di nuovo Spirito con la Scure. Come primo atto recupera le coperte rubate a Coda di Volpe e distrugge il trading post del ricettatore, Buck Johnson, risparmiandogli però la vita.
Riconsegna poi con grande enfasi le coperte al capo indiano, che manifesta la propria gratitudine.
Trova poi il modo di vendicarsi di un altro dei quattro soldati coinvolti nel massacro, Michael Malloy. L'uomo, riciclatosi come commerciante ambulante, ha ricevuto una lettera dal compare Zender ed è tornato a Darkwood. Ma finisce i suoi giorni legato ad una ruota del suo carro e trafitto da un preciso colpo di scure.
Questo episodio disorienta il maggiore Wilkes: convinto che fosse Zagor l'assassino di Fourk, quasi certo che sia morto, non riesce a capire chi sia il nuovo Spirito con la Scure. Decide così di setacciare i villaggi in cerca di informazioni. I suoi modi arroganti e lo zelo eccessivo del sergente Ranko, causano però, un terribile incidente. Ranko scambia un atto di pace per un'aggressione e uddice il giovane figlio di Gufo Grigio, capo dei Naskapi.
La tensione cresce e alcuni cominciano a cavalcare gli spiriti bellicosi, primo fra tutti Lupo Nero che, radunata una banda di facinorosi, opera una rappresaglia contro i soldati di Fort Jackson, uccidendone uno.
I venti di guerra iniziano a soffiare. Gli indiani indicono un raduno alla Cascata che Canta, per discutere della guerra, della morte di Zagor e della comparsa di Black Axe, come avevano ribattezzato il Vendicatore Nero.
Alcuni amici cercano di scongiurare il peggio: Perry si tiene in contatto con Tonka e anche Moose Foot, all'apparenza interessato solo ai soldi, opera un percorso tortuoso e personale per rallentare i soldati e scongiurare i contatti fra le due fazioni.
Ma che fine ha fatto Zagor? Ha passato dei brutti momenti rifugiato in una grotta in fondo al crepaccio, mentre si riprendeva dalle ferite e dalla caduta. Ha una ferita al braccio ancora infetta ed è debolissimo. Quando ascolta i tamburi di segnalazione però, non può rinunciare ad andare alla Cascata che Canta, per impedire che gli indiani seguano il cammino tracciato da Black Axe.
Al raduno Lupo Nero fa il suo show, cercando di convincere gli indiani a combattere i soprusi dei militari. Qui Piuma di Falco racconta del massacro di Bad Axe e di come lui, fervido combattente, abbia deciso di non combattere più dopo aver assistito alla morte di tutti i suoi cari. Porta con sé sempre un fucile carico, essendosi imposto però di non usarlo mai.
Avverte che la strada della vendetta porterà solo nuovi lutti.
Inutilmente. Gli indiani sembrano aver già scelto. Ma all'improvviso Zagor fa la sua entrata in scena. Deve battere a duello Lupo Nero, ma alla fine riesce a raffreddare gli animi. Così quando le sentinelle avvertono che i militari stanno arrivando in massa, riesce a convincere i capi a ritirarsi attraverso un tunnel segreto, che passa sotto la cascata e ad evitare ogni combattimento.
Quando Wilkes arriva, guidato da Moose Foot, trova il raduno deserto. Zagor li spia da sotto la cascata e capisce che lo scout sta facendo il loro gioco: una guida esperta come lui conosce sicuramente il sentiero segreto, ma se ne guarda bene dal rivelarlo a Wilkes.
Da questo momento in poi inizia il lungo duello a distanza fra Zagor e Black Axe. Il secondo raduna a sé i più bellicosi fra gli indiani, primo fra tutti Lupo Nero e organizza un piccolo esercito trasversale per assaltare Fort Henry, il primo invece si intrufola prima a Fort Pitt per parlare con Perry, che gli dice che Templeton, il comandante di Fort Henry, è responsabile del massacro di Bad Axe, e poi riesce ad entrare indisturbato anche a Fort Henry.
Qui mette sotto torchio Templeton, che ha appena parlato con Wilkes giunto al forte con l'intero Squadrone Tigre, per discutere i piani di guerra. Wilkes è completamente estraneo all'intera vicenda, ma resta comunque un forte elemento di instabilità a causa della protervia che lo contraddistingue.
Templeton, messo alle strette e terrorizzato dagli ultimi avvenimenti, confessa i crimini di guerra difendendosi dietro la solita cantilena che lui stava eseguendo gli ordini.
Inoltre dice a Zagor che ormai a Darkwood sono rimasti solo in due del manipolo di assassini: lui e il caporale Zender. Al che Zagor cerca Zender per farsi dare qualche altra informazione utile a risalire all'identità di Black Axe.
Ancora una volta però il Vendicatore Nero è un passo avanti. Nella stalla del forte raggiune e fa la festa a Zender, e quando lo Spirito con la Scure arriva, gli sfugge dalle mani. Ancora una volta Zagor viene accusato di un crimine compiuto dal Vendicatore Nero ed è costretto a fuggire dal forte.
La resa dei conti però si avvicina.
Zagor, una volta fuori dal forte, fa un giro di perlustrazione per individuare le tracce del Vendicatore Nero. Scopre però che un buon numero di guerrieri, guidati da Lupo Nero, sta circondando il forte. Prova a farli retrocedere dall'insano proposito, ma con scarso successo. Nel frattempo una pattuglia di militari, al comando del sergente Ranko, è uscita dal forte per dargli la caccia. Lo scontro è inevitabile, ma per fortuna, grazie all'intervento di Zagor, i soldati riescono a rientrare nel forte.
Scende la notte. Zagor incontra dopo Lupo Nero, anche il sauk Piuma di Falco, che solitario sta seguendo il corso degli eventi. Sospetta fortemente di lui, ma, ancora una volta il sauk ribadisce la linea non violenta che ha abbracciato, in quanto si sente responsabile del casus belli che ha scatenato il massacro dei suoi compagni a Bad Axe.
Rientra a Fort Henry. Qui cerca Moose Foot, che gli deve molte spiegazioni per l'apparente comportamento contraddittorio che ha finora tenuto. Il giovane scout continua a mostrarsi sprezzante e cinico, apparentemente distante sia dai bianchi che lo pagano, sia dagli indiani che non considera fratelli. Zagor lo lega e imbavaglia. Non è lui il Vendicatore Nero in quanto, subito dopo, lo vediamo in azione, pronto a fare la pelle a Templeton.
Stavolta Zagor interviene in tempo e lo mette in fuga.
Finalmente i due compaiono insieme nello stesso posto davanti a un mucchio di soldati come testimoni. Non ci sono più dubbi: Zagor non è il Vendicatore Nero, ma ormai siamo giunti alle battute finali.
Black Axe incita gli indiani all'assalto del forte, ma Zagor lo sfida a duello e lui è costretto a battersi.
Lupo Nero e gli indiani osservano dalla radura e tutti i militari dagli spalti del forte. Il Sauk, poco distante, nascosto tra le fronde: neanche lui è Black Axe.
Dopo un lungo duello Zagor atterra e smaschera l'avversario
Si tratta di Jones, uno dello Squadrone Tigre, unico degli indiani a scampare al massacro, quando era solo un ragazzino, figlio di Freccia Spezzata e Piccola Luna.
Adottato da una coppia di anziani coniugi aveva covato il disegno di vendetta per tutto questo tempo.
Il giovane non verrà giudicato da un tribunale, in quanto il capitano Templeton, ormai completamente folle, lo uccide a tradimento dagli spalti, prima di venir trafitto da una salva di proiettili.
A questo punto Wilkes dimostra di non essere un idiota.
Ben felice che la causa di tutta la violenza sia rimasta uccisa, ordina ai suoi di non intervenire. E si riconcilia con Zagor, ammettendo i propri errori.
Ma chi è stato ad uccidere Templeton? Non è stato il sauk Piuma di Falco, anche se lui crede di averlo fatto e distrugge il fucile che ha portato con sé dai tempi della strage. Finalmente libero anche dall'ultima ombra del terribile massacro che ha condizionato la sua esistenza.
Zagor sa che è stato Moose Foot. Il cinico scout che invece ha rischiato moltissimo uccidendo un capitano dell'esercito, senza altra motivazione che un impeto di giustizia.
Anche Wilkes, oltre a Zagor, se ne è accorto, ma ha fatto finta di nulla.
Zagor seppellisce Jones, Cuore di Puma, Black Axe, dispiaciuto per lui ma sollevato dal fatto che la sete di vendetta, che ha contraddistinto la sua giovinezza, non lo ha portato a fare le stesse scelte scellerate.
Sicuramente la miglior prova su Zagor di Mignacco, coadiuvata da un Laurenti in piena forma. L'autore gioca facile battendo percorsi sicuri e già visti: la classica vendetta che non manca mai di partecipazione emotiva, un antagonista di Zagor che prova a prenderne il posto facendo leva su una versione distorta degli ideali dello Spirito con la Scure, un giallo che non c'è in quanto il colpevole è un oscuro soldato dello Squadrone Tigre. Ma poco importa, funziona tutto alla perfezione.
Un'avventura old style con il ritorno addirittura delle liane a Darkwood, Zagor che vince il premio portoghese, riuscendo ad intrufolarsi a piacimento e senza biglietto nei tre avamposti in allarme quando gli pare e piace, il Vendicatore Nero che zompa di qui e di là, una volta tinto di nero e una volta in uniforme, e gli indiani che si radunano
senza problemi nell'arco di una giornata.
Però almeno l'avventura è coinvolgente, mai noiosa, ben sceneggiata e ben disegnata, con un paio di personaggi di buona simpatia e di buon spessore, il sauk e Moose Foot, e uno Zagor sempre pronto a menar le mani.