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N°35
la donna doppia faccia protegge la fuga di Sole-nei-Capelli e Danza-con-L'erba
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Donna Doppia Faccia
Doppia Faccia o Anuk Ite o Anog Ite, era originariamente
la più bella delle donne. Moglie del Vento (Tate) e figlia
del cielo (Skan). La sua vanità la spinse a ripudiare la
propria famiglia e a sedurre il Sole, provocando grave offesa alla
Luna, moglie di questi e madre di Whopi:
la donna bisonte bianco.
Il Sole rifiutò la sua offerta e la condannò ad un orribile
destino: metà della sua faccia assunse fattezze mostruose.
Fonte: pantheon.org.
Sito che raccoglie informazioni sulle divinità di tutto il mondo.
Esiliata sulla terra in molte leggende collabora volente o nolente con
Iktomi per angustiare gli uomini, o
sfrutta la sua ambiguità sessuale per sedurre uomini e donne.
Lei ed Iktomi strapparono i Lakota al sottosuolo per consegnarli
alla superficie, con le lusinghe di un paradiso terrestre nel quale però,
come scoprirono a loro spese, bisognava faticare per guadagnarsi da vivere.
Fonte: How
the lakota came upon the world in inglese o sul sito Pellirosse.it:
I
primi abitatori della terra.
Associata in molte leggende Lakota alla capacità di estrarre
ed essiccare gli aculei di porcospino utilizzati per il lavoro di sarta
nella comunità.
Doppia Donna, o Winyan Nonpapika, è una divinità
strettamente correlata a Doppia Faccia. Si manifesta esclusivamente
attraverso sogni e visioni attraverso le quali può indirizzare
il destino di una donna e conferire a lei particolari abilità e
capacità. Inoltre la sua figura è strettamente associata
alla sessualità. Manfredi la rappresenta con metà
volto maschile e metà femminile. Può indirizzare le donne
ad una vita di promiscuità sessuale o gli uomini ad un ruolo di
transessualità, suggerendo che anche i costumi sessuali, come i
nomi e i ruoli, non erano mai vincolati a scelte definitive e irrevocabili,
ma si adattavano ai cambiamenti..
Fonte: http://www.geocities.com/westhollywood/stonewall/3044/lec-list.html
Doppia Faccia assume un ruolo fondamentale nel numero 35 di Magico
Vento.
La storia, una delle più struggenti e delicate, ci narra dello
sfortunato tentativo di Sole-nei-Capelli e Danza-con-L'erba,
entrambi mogli, una bianca e una indiana, dell'ottuso Guscio Duro,
di coronare il loro gentile sogno di amore reciproco, raggiungendo la
mitica Città di Cristallo sulla Montagna delle Infedeli:
un luogo immaginario che si rende accessibile solo durante il mese della
Luna delle Foglie Cadenti.
La città è governata da Doppia Faccia e lì
tutte le donne che hanno subito prevaricazioni e dolori possono vivere
serene e felici: libere finalmente dalla cieca prepotenza dei maschi.
Il numero è completamente dedicato alla condizione femminile fra
i Lakota con una strenua, ma misurata e circostanziata, difesa contro
i pregiudizi e le falsità diffuse dai civili invasori bianchi.
Le condizioni di vita delle donne nella comunità Lakota non erano
quelle di una cieca sottomissione e di una schiavitù come siamo
indotti a credere; non erano inferiori a quelle della tanto millantata
società civile. Le donne avevano dalla loro un'ampia possibilità
di scelta, almeno sulla carta. Potevano assumere il ruolo di mogli, potevano
rifiutare i pretendenti e scegliersi gli amanti prima di congiungersi
in matrimonio, potevano decidere di offrire i loro servizi alla comunità
nel ruolo di sarte senza legarsi a nessuno, e infine potevano anche scegliere
una persona del proprio sesso come compagna.
Del resto non sono rare le testimonianze di donne indiane che hanno ricoperto
ruoli di prestigio come guerriere, sciamani o addirittura capi: Weetamo
dei Wampanoags and Lozen degli Apache (condottiere), Qánqon-kámek-klaúlha,
ambasciatrice e mediatrice. E molte sono state le donne che hanno assunto
il ruolo di sciamano.
Fonte: http://www.geocities.com/westhollywood/stonewall/3044/lec-list.html
Il numero ci illustra il rito del passaggio dalla fanciullezza all'età
adulta nella persona di Volpe Veloce: la simpatica cuginetta di
Rifiuta-di-Smettere. La bambina è chiamata a scegliere il
suo ruolo nella comunità nel momento del suo menarca, (Poe è
scandalizzato ma non aveva ancora conosciuto la riforma Moratti), nell'isolamento
più totale, con il solo conforto della pepata cugina. Il suo terrore
è che gli appaia Doppia Faccia e le imponga il ruolo di
sarta. Proprio a lei che era stata punta da un porcospino da piccola e
aveva sviluppato una idiosincrasia per gli aculei. La simpatica ragazzina
non verrà spaventata da Doppia Faccia ma seguirà i consigli
di Rifiuta-di-Smettere. Sarà moglie... Ma si prenderà tutto
il tempo possibile per scegliersi il pretendente.
Doppia Faccia compare invece a Magico Vento, un altro doppio,
perché protegga la fuga delle due amanti Danza-con-L'erba
e Sole-nei-Capelli dall'ira di Guscio Duro.
Le due donne cercano una pace che non sarà loro concessa. L'ombra
della violenza dei maschi, universale e indifferente a razze o etnie,
le seguirà nella loro scalata alla Montagna delle Infedeli.
I maschi in questa storia, fatta eccezione per Magico Vento e Poe, che
comunque rappresentano più strumenti del destino che reali protagonisti,
sono rappresentati nella loro brutalità ancestrale, selvaggi come
i leoni di montagna: I Guerrieri Cane, gli stupratori bianchi
di Sole-nei-Capelli, e Guscio Duro che tutto sommato ha il solo
difetto di comprendere nient'altro di quello che riesce ad affrontare
in combattimento. Come gli ricorda sua madre, la terribile Grande Ombra:
Questa è la tua debolezza figlio mio. Sei un fiero combattente
ma di fronte a quello che non conosci ti smarrisci facilmente.
Povero Guscio Duro... così indifeso di fronte alla complessità
dell'animo femminile! non riesce a capire perché le sue mogli gli
abbiano fatto un simile affronto, si strugge nel pensiero di chi possa
averle aiutate, loro, DUE DONNE, a fuggire. Sbatte la testa, ma non riesce
ad accettare che possano essere amanti. Ma del resto cosa pretendeva da
loro. Solo un figlio. Un figlio SUO. Poi potevano anche andarsene per
la loro strada...
Menzione particolare per gli splendidi disegni del duo Barbati-Ramella.
Trasudano continuamente le emozioni che infervorano le due donne: dolcezza,
disperazione, amore, paura, e infine rassegnazione, dolore e gioia.
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