manetola disegno di donatelli

Manetola

(Prode capo Seminole)

Libertà o Morte!


 
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Blizzard Gazette People

Morire per la libertà
di Robert Short
"Manetola"

L'uomo protagonista di questo numero della Gazette è forse la figura più forte con cui mi sia confrontato durante questa mia inchiesta sull'epopea zagoriana. Manetola era un seminole, un indiano, un selvaggio come molti di voi sarete inclini a considerarlo.
Nel nostro avanzare verso l'ovest noi riusciamo a vedere gli indiani, i leggittimi proprietari di questa terra che noi andiamo a colonizzare, solo come un ostacolo alla nostra espansione.
Per noi, uomini civili, è comodo credere o far finta di credere che questa gente non abbia alle spalle cultura, tradizioni, storia. E' comodo pensare che il nostro progresso, la nostra avanzata tecnologia sia un dono che noi dobbiamo offrire ai nostri nemici per elevarli al nostro rango.

La vita di uomini come Manetola però potrebbero aiutarci a riflettere; noi siamo colonizzatori o semplicemente dei predoni?
Mi auguro di trovare, nel corso della mia carriera di giornalista, la forza di denunciare le sopraffazioni e le abiezioni, delle quali noi civili uomini bianchi ci rendiamo protagonisti.
Manetola ha incontrato Zagor due volte: la prima nel suo territorio, in Florida, dove stava combattendo una infinita e strenua guerriglia contro i militari del posto, comandati dal generale Wilcox: un uomo disposto a qualsiasi tranello per poter uscire dal ristagno di quell'estenuante conflitto.
Wilcox riuscì a sfruttare il carisma dello Spirito con la Scure per una trappola che si chiuse intorno a Manetola proprio nel momento in cui aveva ricominciato a sperare in un futuro.
I due amici si lasciarono in un addio che non fu tale solo per un caso fortuito.

Il loro secondo incontro li portò, con una speranza di libertà incarnata nel nome di Liberty Sam, uno schiavo nero fuggito dalle piantagioni che si era unito ai seminoles, nell'isolotto di Britannia. Qui il sogno di indipendenza del popolo seminole si infranse ancora una volta contro la doppiezza degli uomini bianchi.
In una battaglia impari, alla guida dei suoi uomini, Manetola trovò la morte, insieme alla maggior parte della sua gente, imprimendo il suo ricordo, a fuoco, nel cuore di tutti gli uomini che ebbero la fortuna di conoscerlo.
Ho scritto queste pagine perchè anche voi possiate, dalla sua storia, imparare come i veri uomini non cessano mai di combattere per la loro libertà anche a costo di sacrificare la propria vita.
(...E come i veri uomini siano l'anima e l'alimento di ogni umanità, di qualsiasi razza e colore della pelle)
Vorrei chiudere con una domanda che Manetola e Liberty Sam posero al loro grande amico:
-Tu sei un bianco Zagor... Parlaci dunque, spiega a me, ed a Liberty Sam quali imperdonabili colpe i tuoi simili attribuiscono a coloro che hanno il viso di colore diverso...-
Zagor non seppe rispondere. Qualcuno di voi può o vuole porsi la stessa domanda?
In fede Robert Short.

Blizzard Gazette N°43

Dispaccio
di Robert Short
"Estratto del resoconto del generale Wilcox"

Oggi Il perfido generale wilcox finalmente sembra che la guerriglia che sta dissanguando le truppe e che logora l'animo e la volontà di tutti i soldati di Fort King stia per avere fine.
Un'insperato colpo di fortuna ha portato al forte un vagabondo, un illuso idealista; un certo Zagor che ha osato prendere le difese dei seminoles catturati e ammassati sul pontile.
Dio sa quanto avrei voluto far fucilare questo imbecille impiccione se non mi fossi accorto di quanto credito abbia da parte dei musi rossi: ho assistito infatti ad una scena incredibile con tutti i seminoles a frapporsi come scudo fra lui e i fucili dei miei uomini.
Questo Zagor con il suo carisma potrebbe essere l'inconsapevole pedina per stanare Manetola, il capo della resistenza indiana, da quel dedalo di acquitrini in cui molti dei miei uomini hanno perso, inutilmente, la vita.

Ho il coraggioso e sfortunato sarota invitato a pranzo il grand'uomo e l'ho convinto che è mia intenzione risolvere la questione nella maniera più rapida e più pulita. Ha bevuto ogni parola di quello che ho detto; della mia volontà di assicurare a Manetola uno spazio per la trattativa. Una volta catturato il capo seminole le scimmie rosse cadranno come animali braccati nella mia trappola. Zagor è partito per le paludi guidato da Sarota, uno dei prigionieri che gode della fiducia di Manetola. La mia trappola si sta chiudendo sul prode capo seminole.



Blizzard Gazette N°44

In trappola!
di
Robert Short
"Il vero scopo del generale Wilcox..."

si manifestò immediatamente al ritorno di Zagor al forte con l'illustre capo indiano.
La ricerca di Manetola si era rivelata difficoltosa. Sarota aveva perso la vita in un tragico incidente con un soldato reso folle dall'estenuante guerriglia e Zagor e Cico avevano dovuto continuare la loro ricerca in base alle poche indicazioni che era riuscito a dare prima di morire.
La loro meta era un fortino sul lago Kaloosa: un antico forte spagnolo, base e rifugio di un gruppo di disertori messicani che intessevano fiorenti traffici di armi con i disperati seminoles.

Per il forte di sargento questo Manetola si recava spesso al forte.
Zagor si trovò ben presto a fare i conti con l'ottuso Antonio Fuente detto Sargento: il comandante di quella banda di disperati. Sargento, venuto a conoscenza del vero scopo della missione dello Spirito con la Scure, aveva un motivo in più per trattenerlo e impedirgli di agire. Non poteva permettere che una tregua bloccasse il suo florido commercio.

Imprigionati, sargento l'ottuso capo dei disertori messicani i nostri due amici assistettero alla visita di Manetola che, stremato dalla guerra infinita, non intendeva più pagare il prezzo convenuto per le armi dei messicani.
Fu così che il fortino fu preso d'assalto dai seminoles.
Zagor vide in questa scaramuccia un mezzo per conquistare la fiducia dell'orgoglioso capo, adesso che aveva perso la possibilità di mediazione offerta dallo sventurato Sarota.
Riuscì facilmente ad evadere dalla cella in cui era prigioniero e ad aprire il portone del forte, attraverso il quale i seminoles si riversarono come un fiume in piena e sbaragliarono facilmente il manipolo di straccioni disertori

Manetola zagor e manetola scoprono la trappola di wilcox accettò l'offerta di Zagor di mediazione e si recò con lui a Fort King per trattare l'armistizio con il generale Wilcox.
Ma un'amara sorpresa attendeva i due combattenti per la libertà.
Wilcox aveva organizzato tutta la messinscena dell'armistizio, solo con la speranza di mettere le mani sul capo seminole: unica e sola anima della rivolta.
Una finta evasione, sanguinosamente sventata, avrebbe messo per sempre fine alla minaccia di Manetola: in modo pulito e senza grandi inchieste.

Zagor, zagor e manetola in lotta ormai uno specialista in evasioni, durante il suo trasferimento a Richmond, riuscì a fuggire e tornò a Fort King; giusto in tempo per impedire l'ennesimo tradimento. Anche se dovette faticare non poco a convincere della trappola quell'uomo caparbio, che lo vedeva come un complice di Wilcox.
I due riuscirono a mettere a ferro e fuoco il forte e, grazie alla polvere da sparo del deposito di munizioni, a sbaragliare tutti i soldati, mentre l'infido generale Wilcox trovava la giusta morte per mano della sua vittima.
I due amici si salutarono con il cuore a pezzi non sapendo che si sarebbero rivisti qualche anno dopo in avvenimenti ancora più tragici.
Addio Zagor Addio nostro unico amico avrà sicuramente pensato il forte capo seminole mentre lo Spirito con la Scure e il suo simpatico socio si allontanavano verso nord: commossi e consapevoli che la lotta di Manetola e dei suoi uomini avrebbe avuto fine solo con il loro sterminio.

Scottfield Bulletin N° 90

Quel pomeriggio di un giorno da cani
di Al Pacino
"Sanguinosa rapina alla banca"

La zagor viene ferito nostra tranquilla cittadina è scossa per la sanguinosa rapina avvenuta oggi pomeriggio nella banca del paese: nel corso dello scontro hanno perso la vita Ronnie Balkbury e Harold Bosch; lo sceriffo e Hazon, il cassiere, sono stati gravemente feriti.
I testimoni parlano di un gruppo di predoni indiani, probabilmente seminoles dalle descrizioni, guidati da un negro. Subito dopo la rapina è arrivato un distaccamento di soldati, che hanno asserito di essere da tempo sulle tracce dei predoni e che hanno preso il controllo della situazione.

In hunter kubrick questo momento il comandante del plotone, il capitano Hunter Kubrick, che si dice sia famoso per i suoi modi sbrigativi di risolvere la questione indiana, sta interrogando l'uomo che può essere la chiave per catturare i banditi.
Questo sconociuto che all'inizio si pensava fosse una vittima della rapina, nella quale era stato ferito, è, secondo il cassiere Hazon, un complice dei banditi.
Se è in qualche modo legato ai fuggitivi possiamo pur essere certi che Hunter Kubrick riuscirà ad estorcergli tutte le informazioni possibili per catturare gli uomini che hanno precipitato il nostro tranquillo paese nel lutto.



Blizzard Gazette N°91

Il viaggio della speranza
di Robert Short
"il miraggio di Britannia"

Zagor, la triste litania dei seminoles esuli, quasi un coro dell'adelchi! che era stato scambiato per un complice di Manetola nella sanguinosa rapina, riuscì a sfuggire allo spietato Kubrick grazie alla fiducia dell'ufficiale medico del distaccamento.
Immediatamente si mise sulle tracce degli indiani insieme al recalcitrante Cico.
Raggiunsero Manetola alla Baia des Anges dove il capo seminole e Liberty Sam, un ex schiavo nero che si era unito ai fuggitivi, lo misero al corrente del loro piano.

Liberty Sam il capitano seabrook nel porto di Tampa, aveva contattato il capitano Seabrook, esasperato dai debiti e dall'inattività. Questi aveva accettato l'offerta di Sam di trasportare i Seminoles in cambio di un cospicuo compenso in denaro. Il loro appuntamento era stato fissato proprio alla Baia des Anges.

Liberty Sam liberty sam non aveva avuto dubbi sull'onestà del capitano anche quando quest'ultimo si era spinto oltre e aveva suggerito una meta ideale per il loro viaggio della speranza: l'isola di Britannia nell'arcipelago delle Bahamas.
Per pagare l'esoso pedaggio verso la libertà i seminoles si erano ridotti a depredare banche e fattorie!
Sborsati i ventimila dollari a Seabrook, i seminoles si imbarcarono con il cuore colmo di dolore per il definitivo abbandono della loro Florida e velato di una sottile speranza.
Zagor e Cico presero posto anche loro sulla Medusa con la promessa che al ritorno sarebbero stati sbarcati a Charleston.

Lo seabrook scopre i suoi manzi appesi sbarco a Britannia si rivelò subito una trappola. L'isola non era quel paradiso promesso da Seabrook ma un protettorato inglese che si reggeva sulla coltivazione della canna da zucchero ad opera di schiavi neri.
Trecento dollari a testa questo era la paga di giuda che Seabrook aveva incassato dal governatore di Britannia: Sir Antony Macomber.
Zagor riuscì a fuggire e a sottrarsi all'inseguimento dei marmittoni di Britannia nonostante l'intervento di Bosambo, un giovane che intendeva consegnarlo agli inglesi per sottrarre la sua gente alla rappresaglia dei soldati.
Il primo pensiero di Zagor fu di offrire il suo personale compenso a Seabrook.
Impadronitosi della Medusa attese al varco il capitano.
Prima di morire in una lotta senza quartiere sott'acqua, il traditore ebbe modo di pentirsi amaramente delle sue azioni.
Consumata la sua vendetta e incendiata la nave Zagor passò al contrattacco: direttamente nella dimora di sir Antony macomber...


Blizzard Gazette N°92

Il massacro dei Seminoles
di Robert Short
"Il forte tragico"

Zagor zagor rapisce sir antony macomber catturò Macomber e lo condusse al vecchio forte dove erano tenuti prigionieri Manetola e i suoi seminoles. Sotto la minaccia della pistola di Zagor il governatore fece sgomberare il forte da tutti i militari e liberare i prigionieri.
Il piano di Zagor era molto semplice: con in mano un ostaggio tanto eccellente sarebbe stato semplice intavolare una trattativa e ottenere un'imbarcazione per continuare il viaggio del popolo di Manetola verso la libertà.

Lo il forte del massacro dei seminoles Spirito con la Scure però, poco avvezzo alle sottigliezze della politica, non aveva calcolato che qualcun'altro poteva aver interesse che Macomber non uscisse vivo dal vecchio forte.
Il vicegovernatore dell'isola, il colonnello Frederick Hazon, aveva ben altri progetti sul futuro del suo superiore.
Fu così che, dopo aver con una scusa fatto esporre l'ignaro Macomber al tiro dei propri cecchini, diede ordine di aprire il fuoco precipitando gli assediati nella confusione più totale.

Ben l'esecuzione di macomber presto Zagor si rese conto che lo sparo che aveva colpito a morte il governatore non era giunto da nessun fucile seminole ma era l'ingranaggio di un piano ben congegnato per sterminare il popolo di Manetola e soprattutto assicurare il comando di Britannia al colonnello Hazon.
Con la morte nel cuore gli assediati si preparano al loro ultimo combattimento.

I la morte di manetola cannoni dei marmittoni inglesi aprirono varchi fra le mura del forte e fra le fila dei seminoles e solo il coraggio e il sacrificio estremo di Manetola consentì agli assediati di ributtare indietro gli assalitori.
La resa dei conti con l'inevitabile epilogo era stata solo rimandata. Il colonnello Hazon non intendeva più rischiare la vita dei suoi uomini in un assalto frontale e si limitò ad un bombardamento a tappeto che decimò i pochi seminoles rimasti.

Zagor zagor cico e bosambo in balìa delle onde e Cico non assistettero alla fine dell'assedio. Bosambo, pentito per aver tentato di consegnare Zagor agli inglesi, si era portato con una piccola barca da pesca sotto il forte e stava cercando di convincere lo Spirito con la Scure a mettersi in salvo.
Liberty Sam, consapevole dell'ineluttabilità della siuazione scaraventò il suo alleato, che voleva restare a combattere e morire con i suoi compagni, oltre i bastioni: Cico lo seguì rapidamente con il suo inimitabile stile.
Il coraggioso Sam si apprestò alla sua ultima battaglia: ma il suo destino non era la morte.
Guidò l'ultmo assalto dei seminoles ma, ferito, venne di nuovo messo in catene e ebbe in sorte di rincontrare Zagor solo molto tempo dopo.
Zagor e Cico sul guscio di noce di Bosambo si diressero in balìa di una tempesta verso Haiti dove il destino li portò verso una delle loro più allucinanti avventure...

Darkwood Today

manetola
di Vittorio Sossi
"apologia di una morte"

Io credo che nella memoria degli zagoriani di vecchia data Manetola occupa un posto di eccellenza.
Chi di noi non si è commosso di fronte all'eccidio dei seminoles? Chi di noi non avrebbe voluto strangolare con le proprie mani il sordido capitano Seabrook? Chi di noi non avrebbe voluto fermare le baionette che straziavano il corpo di Manetola?
Lo stesso Bonelli in una posta di Zagor ammetteva di essersi pentito di aver fatto morire così presto Manetola, un personaggio dalle grandi potenzialità.
Io mi sento di doverlo ringraziare, invece, per averlo fatto morire e in modo così ingiusto. La morte di Manetola è uno dei pochi eventi ancorati alla realtà storica del vecchio Zagor, e il suo sacrificio lo ha eretto a personaggio di enorme spessore.
Certo Zagor è pieno di morte. Muore l'equipaggio dell'odissea americana, muoiono i vegliardi vichinghi di Guthrum, muore Wakopa e sua moglie in una delle più tragiche e belle storie, muore il saggio Miwok sacrificato alla follia di Ben Stevens, la lista è lunga...
La morte di Manetola però è qualcosa di diverso.
Manetola, il suo popolo, la sua lotta per la libertà è un inserto basato sui massacri avvenuti nella storia della nazione americana in un fumetto, Zagor, che fa invece della fantasia il suo punto di forza.
Tutti ci siamo affezionati al capitano del vaporetto di Homerus Bannington e credo tutti siamo rimasti male quando è morto proprio alla vista della meta, e così vale per tutte le altre vittime illustri della penna di Bonelli- Nolitta.
Ma per Manetola il destino era già scritto. Manetola, i suoi desideri, le sue rivendicazioni, erano vita vissuta: e inevitabile, e la storia ce lo insegna, il suo triste epilogo. Tutti noi non avremmo voluto assistere alla morte di quest'uomo coraggioso ma tutti noi in cuor nostro sapevamo che sarebbe accaduto e che solo così quell'uomo sarebbe potuto diventare quell'eroe che è diventato nei nostri ricordi.
Per questo mi sento di ringraziare Nolitta per averci regalato se non la più bella storia di Zagor certamente quella emotivamente più intensa.
E mi sento di ringraziare Boselli per averci mostrato un Manetola finalmente sereno nelle celesti praterie (per cancellare ogni nostro residuo rimorso...)
E un grazie di cuore a Franco Donatelli per aver dipinto il capo seminole con tratti così nobili. Donatelli ha diviso per anni il merito di illustrare le storie dello Spirito con la Scure con Gallieno Ferri, (senza dimenticare tutti gli altri, Bignotti in primis).
Quello che mi ha sempre colpito della matita di Donatelli è stata la caratterizzazione dei personaggi: quella capacità di farmi odiare o amare un personaggio dopo poche vignette.
I personaggi positivi, se non belli, erano certamente nobili, dignitosi, scolpiti, quadrati... Quelli negativi invece avevano degli occhi... Gli occhi dei cattivi di Donatelli non li dimenticherò mai: tagliati, sottili, da faina, occhi che suscitano un involontario brivido nella schiena e un disgusto che nasce dalla bocca dello stomaco...

Osservazioni
Manetola
Il nostro caro Manetola
In Altre Pagine
Liberty Sam
Seminoles
di
disegni Franco
Donatelli
storia Guido Nolitta
Libertà o Morte di
disegni Franco Donatelli
storia Guido Nolitta
Manetola
scheda Vittorio
Sossi