Dilettarsi nelle arti magiche e nella prestidigitazione in genere non è un passatempo pericoloso. Il nostro vulcanico messicano, dopo un'incontro-scontro con il mago Mysto era giunto in possesso di un libro di magia, - sarebbe più esatto dire che il libro era giunto sulla sua testa! - , con tutto l'armamentario di trucchi del buon prestigiatore. Convinto di potersi impadronire facilmente delle abilità di un buon mago e dopo una serie di infruttuosi tentativi, vestito di tutto punto, Cico si era recato nel saloon di Starbuck per la prova del fuoco, sfoggiando uno pseudonimo altisonante: Cicolini il Grande, il re della fuga.
Inutile dire che la sua esibizione non aveva impressionato nessuno.
Anzi... Il povero messicano era diventato lo zimbello degli avventori!
Se la fortuna è cieca si dice però che la sfortuna ci
veda benissimo e il caso volle che nel locale fossero presenti due veri
allocchi: il granduca Wilhelm Raffenburger e il visconte
Rodolfo in missione segreta dalla Badenlandia.
I due dignitari seguirono Cicolini al rifugio e, davanti ad un
attonito e divertito Zagor, chiesero al sedicente mago della
fuga di cimentarsi per loro in una missione impossibile:
recuperare la formula di un potente esplosivo trafugata dal duca
Smirnoff; questi si era asserragliato in una cittadella fortificata
nel Canada, protetto da una milizia nutrita e da ogni sorta di
marchingegno.
In
breve Cicolini si sentì punto nell'orgoglio e riuscì
a strappare al recalcitrante Zagor l'adesione ad una simile,
pazzesca impresa.
Tale impresa richiedeva però un vero esperto e non un cialtrone
improvvisato. Zagor conosceva solo una persona in grado di aprire
qualsiasi cassaforte e disattivare qualsiasi congegno architettato allo
scopo di prevenire un furto. Un uomo che in quel momento stava lavorando
a Boston sotto le mentite spoglie del maraja di Lampoore.
Chi era quell'uomo e che mestiere faceva?
Il Conte di Lapalette, naturalmente. Il più abile ladro.
In grado di esercitare il suo charme sia per aprire il cuore di ricche
signore che per aprire qualsiasi cassaforte o chiavistello.
Ancora una volta il conte accettò di togliere le castagne dal
fuoco ai suoi amici.
La
fortezza di Smirnoff appariva inviolabile! Devo ammettere che
se il mio "lavoro" come marajà di Lampoore avesse
dato i frutti sperati, non avrei accettato una missione così
disperata. Ci è voluta tutta la mia esperienza per riuscire a
venire a capo delle precauzioni dietro le quali Smirnoff aveva trincerato
il suo "tesoro"..
Il duca aveva costruito il suo rifugio in Canada nel New Hampshire
su una montagna sacra ai Sequin.
Se dai un'occhiata alla mappa che ho conservato per ricordo dell'impresa
ti accorgerai quanto fosse difficile anche solo avvicinarsi non visti
alla fortezza. Sacre bleu! Figuriamoci penetrarla e derubarne i segreti!
Il picco sul quale era situata, era accessibile solo per mezzo di un'unico
sentiero, presidato da un posto di guardia. Zagor ci aveva assicurato
che avrebbe scalato le pareti a picco sulla destra, per raggiungere
quel piccolo pianoro, e gettarci una fune. Tonnerres! Io lo conoscevo
e non ho mai dubitato che non ce l'avrebbe fatta ma, per fortuna, tutto
questo ci venne risparmiato; come ti spiegherò in seguito.
Gli spalti erano sorvegliati da continui doppi turni di guardia che
rendevano quasi impossibile scalarli...
I problemi maggiori li avremmo comunque incontrati una volta dentro!
C'era un corpo di guardia anche all'interno del palazzo e la stanza
di Smirnoff era attigua allo studio dove, secondo le informazioni raccolte
da quei due furbacchioni di dignitari, si trovava celato l'accesso per
i sotterranei.
Dovevamo
quindi, in breve tempo, scovare il passaggio segreto che ci avrebbe
condotto al nostro obiettivo.
Una volta sotto avremmo avuto due brutte gatte da pelare.
La cassaforte quella no. Non era un problema. Era una brutta bestia...
Ma non c'è cassaforte che io non sia in grado di aprire!
Difficile era passare il pavimento sensibile al peso:ho adottato un
sistema di tubi leggeri e resistenti costruiti da un mio abituale e
discreto fornitore.
Il momento critico, e in situazioni come quella conta la velocità
e l'esperienza accumulata in anni di "onesto" lavoro, l'avrei
passato davanti alla cassaforte.
Devi sapere che il conte era talmente paranoico da aver architettato
un sistema di specchi che consentivano di tenerla sempre sotto osservazione,
direttamente dal corpo di guardia.
Io avevo pensato di rimpiazzare l'immagine della cassaforte con quella
di un modellino da applicare davanti al periscopio. Se fossi stato abbastanza
veloce le guardie non si sarebbero accorte di niente. Del resto, io
stesso, al posto loro, non avrei mai creduto che qualcuno sarebbe riuscito
ad arrivare indenne e indisturbato in quella camera!
Contavo sulla stanchezza dei soldati di Smirnoff. Nom du diable! Dopo
mesi di turni massacranti avevano certamente allentato la guardia!
Su questo avevo ragione.
Ma Smirnoff invece non aveva allentato la guardia: ci aveva addirittura
fatto pedinare...
La
pianificazione dell'assalto alla fortezza era stata studiata nei
minimi dettagli. Quello che non potevamo sapere era che Smirnoff
ci aveva fatto pedinare dall'inizio. Come ammise in seguito, però,
eravamo riusciti a sgattaiolare dentro senza che se ne accorgesse!
L'incontro con i Sequin, iniziato sotto i peggiori auspici, si
rivelò una circostanza fortunata.
Infatti dopo le spiegazioni necessarie gli indiani, che all'inizio ci
credevano complici dell'odiato duca che aveva violato la loro montagna
sacra, ci indicarono un sentiero segreto per giungere nel piccolo pianoro
sotto la fortezza.
Di lì penetare all'interno fu abbastanza semplice grazie all'effetto sorpresa. Giunti allo studio di Smirnoff, il problema principale era trovare il meccanismo che ci avrebbe aperto il passaggio verso i sotterranei. Ancora una volta un colpo di fortuna ci aprì la strada. Il diabolico duca aveva celato il meccanismo all'interno di un acquario protetto da affamati piranhas. Da quel momento tutto procedette secondo i piani.
Misi
all'opera il sistema di tubi che avevo progettato e che mi consentiva
di avvicinarmi alla cassaforte senza toccare il pavimento sensibile
al peso.
Sostituii rapidamente l'immagine della cassaforte con quella del modellino,
che avevo accuratamente fatto preparare, e violai senza grossi probelmi
la serratura.
Ci preparavamo ad uscire dai sotterranei senza immaginare che Smirnoff
aveva predisposto una trappola aggiuntiva della quale non immaginavamo
l'esistenza.
Tre serie di buchi nella parete sembravano rappresentare il meccanismo
di riapertura del passaggio, e, incauti, infilammo le mani nella trappola.
Mi duole dire che solo Zagor aveva avuto il sospetto che la coincidenza
nel numero di aperture e nel nostro nuemro era alquanto sospetta.
Quel dommage! Per un professionista del mio calibro...
Fatto sta che ci ritrovammo con le mani imprigionate da manette mentre
l'acqua veniva fatta affluire lentamente. Avremmo fatto la fine dei
topi! Les souris!
A quel punto il messicano ci stupì. Riuscì non so come
in qualcosa che aveva provato mille volte da quando era venuto in possesso
del libro di Mysto.
Liberarsi dalle manette.
Scampata l'orrenda fine ci trovammo nel bel mezzo di una battaglia dalla
quale salvammo la pelle solo grazie al provvidenziale intervento di Halgaj
e dei suoi Sequin.
Ci
allontanammo soddsfatti accompagnati dalle vuote minacce del duca.
Vorrei tralasciare l'umiliante conclusione della vicenda che ci lasciò
con un pugno di mosche. I due imbroglioni aristocratici ci lasciarono
senza compenso dopo averci informati ridacchiando che Smirnoff
non aveva trafugato la formula ma solo una lettera d'amore: compromettente
ma senza valore.
Anche i loro anelli che mi ero procurato come leggittimo risarcimento
non erano altro che patacche. Non bisogna mai fidarsi dei nobili.
La loro apparenza sgargiante spesso non nasconde altro che un vuoto
disarmante...
Non solo Dylan Dog ha i suoi videogames. Anche il nostro amabile Zagor.
Il suo videogame è tratto proprio dall'avventura la fortezza
di Smirnoff. per saperne di più visitate la pagina dello Zagor
Club . Io non ci ho mai giocato ma nella pagina è possibile
scaricarlo. Il gioco è per commodore 64 e quindi per girare su
un normale PC necessita di un emulatore: un programma che faccia funzionare
il vostro computer come appunto un commodore.
Non so se sarà un gran gioco. io l'ho scaricato e quando ho un
po' di tempo vado a cercarmi in rete un emulatore. Se tutto è
OK vi farò sapere.
18-11-2002: il gioco funziona ma io non sono riuscito a farmi dare
le mappe dai due beccaccini, il visconte e il granduca, e quindi il
conte di Lapalette non ne vuole sapere di andare avanti senza un piano
dettagliato (come dargli torto?) Se qualcuno ha la soluzione e ha voglia
di spedirmela la pubblicherò volentieri in questa pagina
Voglio però consigliarvi, se avete velleità ladronesche
e non volete finire in galera, un fantastico videogioco del 1998 che
potete trovare in versione economica a solo qualche euro.
THIEF (ha avuto anche un seguito Thief 2): in questo gioco con
visuale in soggettiva impersonerete un ladro che dovrà confrontarsi
sia con normali guardie, che non esiteranno a sbudellarvi comunque,
che con esseri soprannaturali quali schifosi zombi e pericolosi uomini-insetto.
La bellezza del gioco, a suo tempo un innovatore, è che si tratta
di uno Stealth game. Il vostro scopo è unicamente quello
di nascondervi e rubare senza UCCIDERE NESSUNO. E la cosa è particolarmente
difficile!
Sarete aiutati da un armamentario di frecce di ogni tipo e bombe a gas.
Vi assicuro che il gioco dà veri brividi quando vi passa vicino
una guardia o uno zombi e voi siete nascosti a due passi, in un angolo,
nell'oscurità... trattenendo il respiro.
Essendo un gioco del 1998, credo, non è particolarmente esigente
in richieste hardware. Va bene una qualsiasi scheda
grafica 3D, (io ne ho una vecchissima e non mi ha dato problemi).
La Fortezza di Smirnoff di | |
disegni | Franco Donatelli |
storia | Alfredo Castelli |
La Fortezza di Smirnoff | |
scheda | Vittorio Sossi |