Raymond Dusmenil è un singolare individuo.
Nonostante sia un ladro incallito, la sua parlantina e il suo squisito
bon-ton riescono a catturare la simpatia dell'interlocutore, -
mentre la mano ti sfila il portafogli... -.
Raymond ha incontrato Zagor solo tre volte, ma si può
affermare senza timor di smentita, che il suo intervento al fianco
dello Spirito con la Scure è sempre stato risolutivo
e indispensabile. A differenza di quei confusionari di Batterton
e Digging Bill, è il conte che ha aiutato Zagor
a venir fuori dai pasticci e non viceversa
La prima volta, all'inizio della sua carriera, la sua esperienza e
le sue conoscenze furono determinanti per trarre di impaccio il nostro
eroe, in un ambiente a lui poco congeniale: Chicago.
Zagor era giunto a Chicago per salvare un bambino rapito
da un organizzazione criminale che, con mezzi illeciti, intendeva
assicurarsi il monopolio del commercio di pellicce.
I palazzi di Chicago, la vita di città, le regole e
le convenzioni dei cosidetti uomini civili, avrebbero potuto dove
non potevano le pistole e gli sgherri della Lake's Fur Company.
La sottile abilità di Lapalette fu richiesta direttamente da Zagor in un'altra occasione. Solo la sua consumata destrezza poteva aver ragione dei marchingegni e delle trappole predisposte da Smirnoff a difesa di un documento che Zagor e Cico si erano prefissi di rubare.
La terza volta, invece, il destino incrociò casualmente le
strade dei nostri due amici. Entrambi nei guai per colpa di un avversario
misterioso, il diabolico Mortimer: un ladro senza scrupoli
che pianificava con assoluta precisione i suoi colpi.
Solo le forze congiunte di Zagor e Lapalette, che agirono
quasi alla cieca, riuscirono a mandare all'aria i piani perfetti del
misterioso ladro.
Il conte mi ha parlato un po' del suo passato. non so se quanto ha
detto corrisponde a verità; è molto bravo a mischiare
le carte...
Dusmenil è veramente un europeo: è nato a Chartres
nel castello del conte di Lapalette. Ma non è un nobile;
come suole far credere per impressionare i suoi interlocutori e conquistarne
la fiducia. Suo padre e sua madre erano a servizio nel castello. Grognard
e Paulette, i suoi genitori erano il maggiordomo e la governante
del conte. Il giovane Raymond, istruito con solerzia dal padre
alle regole dell'alta nobiltà si guardò bene dal seguire
le orme degli onesti genitori.
Sebbene non nutrisse una profonda antipatia per il conte, mal sopportava
un futuro da servitore. Così nei rari momenti di libertà
trasorreva le giornate nei bassi della città a seguire tutt'altro
genere di lezioni. Le lezioni della strada che lo iniziarono alla
nobile arte del borseggio.
Fu fondamentale nella sua vita l'incontro con Arsène Lupin
un anziano ladro ed imbroglione dalla vita avventurosa ed imprevedibile.
Il ragazzo rimase affascinato dalla sua abilità nel destreggiarsi
sia con le persone, che conquistava con i suoi modi squisiti, sia
con i lucchetti che cedevano immancabilmente alla sua abile mano.
Quando aveva 25 anni, la morte di Arsène lasciò nel
giovane discepolo un vuoto incolmabile.
Il futuro sedicente conte di Lapalette decise di rompere i
ponti sia con Chartres che con la monotona vita del castello
e si imbarcò in cerca di avventure alla volta del nuovo mondo,
portando con sé solo il nome di quello che non sarebbe mai
diventato il suo padrone: il conte di Lapalette...
In fede Robert Short.
Tutto
iniziò con il salvataggio di Harry Keller: un trapper
di Darkwood.
Zagor e Cico accorsero alle grida di aiuto e lo trassero
fuori da una brutta situazione.
Keller sospettava che il cedimento del ponte, che ne aveva
messo a repentaglio la vita, non fosse altro che l'ennesimo agguato
organizzato dagli uomini della Lake's Fur Company: una compagnia
che mirava al monopolio incontrastato del commercio di pellicce nella
regione di Darkwood.
I sospetti di Keller presero corpo quando poco dopo i nostri
amici ricevettero la visita di Langan: l'avvocato che rappresentava
gli interessi della compagnia.
Il
bieco individuo voleva convincere con le buone o con le cattive
Keller ad assicurare i suoi servigi alla compagnia e ad impedirgli
di mettere in piedi un'organizzazione di cacciatori indipendenti.
La presenza di Zagor scongiurò lo sterminio della famiglia
Keller e Langan si allontanò con la coda fra
le gambe.
L'avvocato comunque non si perse d'animo: incrociato lungo la srada
il piccolo Skip, il figlio di Keller, non esitò a trascinarlo
con sè a Chicago, come moneta di scambio per assicurarsi
l'adesione del padre.
Zagor, nonostante fosse intimorito dall'affrontare un ambiente
così diverso dal suo campo d'azione abituale, non esitò
un secondo ad accompagnare il suo amico in quella pericolosa avventura.
Sembra
che qualcuno abbia deciso di fare un bagno nelle acque del lago Michigan
e in quelle più torbide dove sguazzano i pescecani della Lake's Fur
Company.
Da mesi ormai il nostro giornale denuncia gli abusi della compagnia
e raccoglie testimonianze e prove regolarmente ignorate dal capo della
polizia Crabbitt, che si sospetta sia al soldo del generale Blow.
Se le nostre
inchieste giornalistiche non sono riuscite ad intaccare la roccaforte
di potere del generale, oggi qualcosa è cambiato.
E ci sono voluti degli uomini venuti da fuori, probabilmente minacciati
direttamente dai progetti di monopolio di Blow e della sua tresca.
Ieri, tre persone hanno messo a soqquadro la stazione di polizia di
Crabbitt e sono stati costretti ad una rocambolesca fuga.
I tre non si sono dati per vinti in quanto qualcuno è penetrato negli
uffici della Lake's Fur Company e ha sottratto importanti documenti.
Alcuni testimoni hanno riconosciuto fra i membri del commando Lapalette:
uno dei più noti borseggiatori della zona del porto.
E'
lecito supporre che fra questi documenti ci fosse anche l'incartamento
con il quale il generale Blow teneva sotto controllo Crabbitt.
Proprio la villa di quest'ultimo è stata la successiva tappa di questi
coraggiosi decisi a tutto. Il risultato è che l'appoggio di cui godeva
la compagnia è svanito nel nulla.
Ma Blow è un uomo molto potente ed ha al suo servizio
un piccolo esercito.
Si dice che abbia circondato la punta di diamante del gruppo, un uomo
dalla casacca rossa, e lo abbia costretto a barricarsi nel deposito
di pellicce sul lago Michigan, nei pressi del parco cittadino.
Mi sono recato sul posto. Il deposito era in fiamme e i pompieri sono
riusciti a recuperare solo i cadaveri di alcuni sgherri di Blow.
I
testimoni giurano che l'uomo dalla casacca rossa, Zagor sembra
essere il suo nome, forse un nome indiano, si sia salvato e si sia tuffato
nelle fredde acque del lago con un bambino in braccio.
Tutti gli uomini di Blow e il generale stesso si sono radunati
nel parco.
E' difficile immaginare che qualcuno sia sopravvissuto dopo un salto
del genere; ma Blow sembrava più eccitato che mai.
Sembra incredibile ma si comportava come se fosse lui la preda e non
quell'uomo solo e circondato.
La
prima
volta che vidi Zagor aveva un aspetto smarrito. Per chi E' sempre
vissuto tra boschi e trading Post, è difficile accettare la visione
di tanti palazzi brulicanti di persone, senza un'ombra di verde.
Del resto quel furbastro di un messicano, che pur si dava tante arie
di uomo vissuto, non è che fosse molto più avveduto. Lo alleggerii con
il sorriso sulle labbra e mentre mi allontanavo lo sentivo cantare le
lodi delle mie origini europee.
Immediatamente dopo, però, mi ritrovai in debito con Zagor che
mi aveva salvato da una situazione, diciamo, spiacevole. Fu così che,
dopo che si erano scontrati a muso duro con la dura legge del denaro
e della corruzione, mi vennero a trovare per chiedere il mio aiuto.
E non potei sottrarmi...
Del resto Blow spadroneggiava un po' troppo in città e cominciava
ad allungare la sua mano anche sulla protezione e sulla estorsione.
Mi faceva comodo metterlo a tacere.
Tonnerres
è stato veramente un piacere lavorare a fianco
di un uomo come Zagor!
Non ho mai più incontrato una tale potenza! Mi avrebbe fatto
comodo un uomo che strapazzava degli energumeni come se fossero un'
omelette. Con la mia abilità e la sua forza avremmo fatto un duo indimenticabile...
Ma torniamo al racconto...
Grazie al mio aiuto riuscimmo a ripulire la cassaforte della compagnia
e ci trovammo subito di fronte ad una verità disarmante. Blow
aveva documenti compromettenti che riguardavano metà delle personalità
influenti della città: fra queste il vituperato mister Crabbitt,
il capo della polizia. Ora quei documenti erano in mano nostra!
Penetrammo nella villa di Mr Crabbitt e lo convincemmo a negare
il suo appoggio a Blow. Sentendosi se non le spalle coperte almeno
non minacciate, Zagor volle fare di testa sua.!
Penetrò
nel deposito di pelli di Blow e liberò il piccolo Skip, mi pare
si chiamasse, e si lanciò con lui nel vuoto nel lago Michigan.
E osò lanciare una sfida finale al suo nemico.
Scelse con astuzia un terreno neutro.
Il parco cittadino. Qui avrebbe potuto muoversi a suo agio e sfruttare
tutti i suoi trucchi contro la marmaglia di Blow. Nom du Diable
li spazzò via ad uno ad uno e quelli che ebbero la fortuna di restare
in vita non li ho più visti calcare le scena di un qualsiasi crimine.
Ma Blow era un avversario di tutto rispetto anche per le qualità
straordinarie del nostro amico.
Debbo dire che mostrò fegato andando ad affrontare di persona Zagor.
Però non si smentì e anche qui con un trucco riuscì a colpirlo al petto
prima di essere finito dalle sue mani nude. Credevo fosse morto quando
lo raccolsi esanime. Per fortuna la fibra di Zagor è resistente e se
ne tornò a Darkwood dopo avermi lasciato una discreta sommetta,
che mi consentì di non sopportare più l'umiliazione di fare il cameriere!
c'è
Se
un personaggio che mi piacerebbe vedere più spesso
su Zagor questo è certamente il conte di Lapalette.
Mi piacciono i ladri svelti e furbacchioni. Il conte poi è un
personaggio dalla simpatia innata, come del resto quasi tutti i personaggi
creati da Nolitta per il suo pantheon zagoriano.
Nolitta lo introdusse nel numero 35 della serie e non lo ritirò
più fuori; mentre spesso facevano la loro comparsa i vari Batterton,
Digging Bill e La Plume. Del resto le sue caratteristiche
ne rendono difficile l'utilizzo nelle storie di Zagor. Il conte
è un cittadino non un avventuriero vagabondo come Guitar Jim
ed è difficile far incrociare la sua strada con quella dello
Spirito con la Scure.
Castelli lo ripescò con uno stratagemma in una storia
bizzarra, (ma secondo me molto divertente), la
fortezza di Smirnoff. Rendendolo in maniera mirabile. Castelli
aveva un feeling particolare con questo tipo di personaggi. Aveva creato
per il Giornalino Gli Aristocratici una banda di ladri
all'inglese con tanto di bombetta; il conte non avrebbe sfigurato nell'eterogeneo
gruppo.
Solo la buona volontà di Burattini, cultore del passato
zagoriano, è riuscita per la terza volta a tirar fuori
dal cilindro, o dalla bombetta, il simpatico conte. In questo caso,
come fa spesso, Burattini ha appioppato al conte un nome vero:
Raymond Dusmenil. Ancora una volta però il teatro della
vicenda è una città: in questo caso New York.
Sarà difficile, presumo, rivedere di nuovo il conte. Per quelli
della mia generazione è inevitabile un confronto con un personaggio
del nostro immaginario: quell'Arsenio Lupin portato sullo schermo
da George Dècrieres in una strepitosa serie che andava
di moda negli anni 70. Anche Lupin aveva il gusto e la classe
di Lapalette, abilità nel travestirsi, fascinazione del gentil
sesso, (Castelli ci presenta Lapalette sotto le spoglie del marajà
di Lampoore mentre fà strage di cuori e collane femminili).
I due fanno parte di quella nutrita schiera di ladri gentiluomini che
tutti vorremmo essere e che tutte le donne vorrebbero incontrare...
L'intelligenza e l'abilità non sono però prerogative di personaggi non violenti come Lapalette e Lupin. Spesso l'astuzia diabolica si accompagna ad una totale assenza di scrupoli. E Burattini ce lo ricorda con l'introduzione del personaggio più interessante, almeno il mio preferito, dell'ultimo ciclo zagoriano. Quel diabolico Mortimer, pianificatore maniacale, spietato, silenzioso, trasformista, amante delle armi bianche: terrificante il suo bastone animato con la testa di lupo.
Nella prima avventura su Mortimer assistiamo al confronto alla cieca
fra lui, Zagor e Lapalette. Certo se si fosse scontrato con il povero
conte da solo, la lotta sarebbe stata presto decisa. Fortuna per Dusmenil
che Mortimer ha preferito mandarlo in galera piuttosto che eliminarlo
come faceva senza battere ciglio con tutti i testimoni scomodi.
Mancava un tale personaggio nelle storie di Zagor. Nolitta
ci aveva deliziato con il Fante
di Picche che, sebbene altrettanto scaltro e spietato, era solo
un monomaniaco assetato di vendetta la cui vita si sarebbe bruciata
in un paio di numeri: (però non è morto!!!).
Le potenzialità di Mortimer sono ben maggiori. Il suo sguardo
allucinato preannuncia il suo ritorno, (confermato nella posta di
Zagor di questo mese, febbraio 2002).
Mortimer fa parte di un filone narrativo opposto a quello dei
ladri gentiluomini che trova, in Italia, il top con il Diabolik
delle sorelle Giussani. cassaforti, stratagemmi, travestimenti
ma soprattutto tanti morti ammazzati da pugnali e veleni.
Anche Mortimer ha la sua Eva Kant nei panni affascinanti
della bella Sybil. Anche Mortimer ama travestirsi e osare.
Si sente talmente sicuro che utilizza dei nomi fittizi che richiamano
sempre il suo vero nome, (ma come lui stesso afferma chi ci dice che
sia il suo vero nome?).
Sempre per l'angolo dei ricordi degli anni 70 c'era una antitesi naturale ad Arsenio Lupin: devo dire che io da piccolo ne ero veramente terrorizzato e non bastavano le gag del grande Louis de Funés ad alleviare la tensione. Fantomas, un uomo senza volto e dalla voce cavernosa che ricorda tanto il Camaleonte: il contorto avversario dell' uomo ragno. Di Fantomas ricordo molto poco: solo la maschera del suo faccione informe.
I Ricattatori di | |
disegni | Franco Bignotti |
storia | Guido Nolitta |
Lapalette | |
scheda | Vittorio Sossi |