Di
tutti i nemici che Zagor ha dovuto affrontare nel corso
delle sue avventure, si può sostenere che Mortimer
è stato il più sfuggevole e subdolo. Basti pensare che,
nel loro primo scontro, i due avversari non si sono mai incontrati faccia
a faccia e lo Spirito con la Scure è stato costretto
a sventare i piani dell'inafferrabile criminale, senza mai incontrarlo.
I due erano venuti a contatto in modo del tutto casuale: Zagor
e Cico si trovavano a New York ed erano stati
coinvolti nell'omicidio del Gobbo da parte della banda
di Mortimer.
In prigione Zagor incontrava, dopo tanto tempo, il
Conte di Lapalette e scopriva anche lui incastrato
dalle macchinazioni di Mortimer.
Entrambi decisi a dimostrare la propria innocenza, i due amici avevano
un'unica strada da seguire: sventare la rocambolesca rapina al treno
architettata dal criminale!
Mortimer è un uomo che non permette a nessuno
di intralciare i suoi piani e aveva giurato vendetta nei confronti di
Zagor.
Con la sua meticolosa e maniacale precisione aveva orchestrato un piano
che prevedeva l'imprigionamento di Tonka, il fraterno
amico rosso di Zagor, ad Hellgate e che, se avesse funzionato
alla perfezione, avrebbe screditato per sempre lo Spirito con
la Scure e lo avrebbe trasformato in un fuorilegge.
Fortunatamente Zagor ha sempre avuto molti alleati: l'indispensabile
aiuto di Rochas e Doc Lester avevano
fatto concludere la vicenda in un modo che Mortimer non avrebbe mai
immaginato (o si? N.d.R.).
Fu così che il diabolico pianificatore si era ritrovato ad Hellgate
ed era riuscito ad evadere qualche tempo dopo da Fort Concrete, ma i dettagli della vicenda
mi sono sconosciuti (leggi la scheda sulla trama del ragno - link a lato N.d.R.).
Inutile dire che oltre alle testimonianze raccolte non sono riuscito
a sapere nulla sul biondo criminale.
Potremmo
ammettere che non esista assolutamente un passato per Mortimer!
Perfino il suo nome è indubbiamente fasullo!
Mark Himmer, Latimer, Moriarty,
(questo nome è particolarmente inquietante, adatto per un genio
del crimine), Terrymore, Martin Moore, Montmartre...
Giornalista, reverendo, giudice, commerciante, maggiordomo... Sono così tanti
i volti di Mortimer, e le sue movenze tanto furtive, come il suo letale
bastone animato dalla testa lupina, che seguire le sue tracce è
impossibile!
Inoltre i suoi complici sono muti come tombe, anche perché spesso
è in un cimitero la loro ultima e definitiva dimora. Pochi e
assolutamente fidati, spesso con nomignoli da animale, come Rabbit
e Fox: un'altra delle bizzarrie e dei giochini enigmatici
unico svago per una mente fin troppo razionale.
Anche
di Sybil, la sua affascinante complice e unica confidente,
non c'è traccia dopo l'evasione dal carcere femminile di Chicago.
Posso solo aggiungere che il suo fascino aveva indebolito le resistenze
perfino del fiero Tonka, nella trappola tesagli per
infamare Zagor.
Sono passati quasi vent'anni ormai dall'ultima apparizione di Mortimer
e il tempo sortisce in genere due effetti sugli eventi: o li chiarisce
o, più spesso, li avvolge in una nebbia di leggenda.
Questo è il nostro caso...
Cos'hanno in comune ragni e camaleonti?
Semplice: si nutrono entrambi di insetti! Ma utilizzano tattiche diverse...
I ragni attendono pazientemente al centro della loro tela, tessendo trame fitte e intricate, mirabili nella loro architettura, ma potenzialmente fragili.
I camaleonti invece si camuffano nel loro ambiente. Si confondo tra innocui intrichi di rami e foglie, scivolano lentamente passo dopo passo, e, saettano la loro lingua avviluppando la loro preda, che non si accorge nemmeno di essere stata mangiata.
Il Tessitore è il ragno, Mortimer il camaleonte. Mortimer ha mangiato il Tessitore!
Sono rimasto ammirato dalla completezza dell'indagine di Short. Ma vi ho trovato comunque delle falle. Il giornalista non aveva reperito testimonianze delle ultime, ben più audaci apparizioni di Mortimer nella lunga saga zagoriana.
La terza volta che Zagor e Mortimer si sono scontrati, il genio del crimine ha dato prova, se mai ce ne fosse ancora bisogno, della sua inesauribile astuzia criminale.
Il camaleonte ha usato e distrutto il ragno. Sarebbe stato impensabile, fino a qualche tempo prima, quando il Tessitore era a capo della maggior organizzazione criminale del pianeta. Eppure è successo.
Mortimer è scampato al patibolo, ha preso accordi con il Tessitore, ha usato l'organizzazione per vendicarsi del poliziotto Malkovich che aveva contribuito al suo arresto, e poi ha utilizzato Zagor per liberarsi dello scomodo e ormai inutile alleato.
Non mi dilungo di più e ho messo tutta la storia in QUESTA PAGINA
Una volta dimostrato di poter utilizzare a suo piacimento anche un personaggio del calibro del Tessitore, Mortimer deve essere caduto in una sorta di delirio di onnipotenza.
E questo gli è stato fatale, se non a lui direttamente, alla sua compagna di sempre Sybil, che è finita nella pancia dei pescecani nel turbolento mare a largo di Haiti.
Dopo la fine del sodalizio criminale con il Tessitore, Mortimer era scampato all'attentato teso ad eliminarlo. E si era imbarcato insieme a Sybil Kant verso Haiti.
Solo un ingenuo avrebbe pensato che i due si stavano godendo una meritata crociera come due teneri innamoratini.
Infatti un paio di anni dopo i frutti di quel misterioso viaggio non tardarono a maturare.
Successe quando Zagor trovò un criptico messaggio di Cico, che affermava di voler ritornare in Messico. Che il messicano sia un po' instabile lo sappiamo tutti. Ma quel messaggio fu un vero pugno allo stomaco per Zagor!
Lo Spirito con la Scure si precipitò sulle tracce dell'amico, solo per cadere in una trappola che era partita da molto lontano. L'isola di Haiti per l'appunto.
Qui Mortimer stava architettando un colpo ambizioso. Sottrarre 50 milioni di franchi che il governo haitiano doveva pagare al governo francese.
Per questo motivo si era lavorato un personaggio influente dell'isola che Zagor conosceva molto bene: Hammad l'egiziano.
Lo sfortunato commerciante, che era in debito della vita con Zagor, era tornato sulla retta via, ed era il garante della importante transazione.
Mortimer riuscì a reperire abilmente tutte le informazioni utili sui dettagli dell'operazione. Ma peccò di presunzione.
Cercò di incastrare nella rapina anche una crudele vendetta nei confronti di Zagor, e ideò il machiavellico inghippo per trascinare il suo nemico sull'isola caraibica.
Voleva che ai due fosse accollata la responsabilità del colpo in modo da condannarli alla ghigliottina.
Il piano per poco non ebbe successo. Zagor e Cico divennero i ricercati numero uno dell'isola, braccati sia dai soldati francesi che dalla milizia locale.
Iniziò una lunga serie di inseguimenti che si concluse in una nascosta grotta utilizzata un secolo prima dai bucanieri, come covo.
Hammad e Cico erano prigionieri. Zagor dovette abbassare la guardia e fu catturato anche lui.
Il diabolico Mortimer abbandonò ogni sottile proposito di vendetta e si accontentò di vedere i suoi nemici divorati dagli squali.
Gettò Hammad in mare, indifeso di fronte alle sue più spaventose paure.
Zagor riuscì a liberarsi e scaraventò a sua volta Mortimer in mare.
Poi si gettò al salvataggio dell'egiziano.
Sybil, nel tentativo di titirare a bordo il suo compagno cadde fra i flutti.
Mentre Zagor e Hammad riguadagnavano la salvezza fu divorata dagli squali.
Mortimer scomparve alla vista, ma riuscì comunque a raggiungere sfinito la spiaggia, animato solo dal desiderio di vendetta.
Non stiamo qui a pensare se tornò o no... questa è un'altra storia!
In quali mani siamo! Dov'è la forza di sicurezza che dovrebbe
difenderci? Che fa il tenente Malcovich. Mira alla
promozione a capitano o si accontenta di una degradazione a sergente,
che non gli impedirà di scaldare vieppiù la poltrona che
occupa, pagata dai soldi dei contribuenti?
Le
indagini sugli ultimi omicidi sono affidate alla polizia o sono i reporter
investigativi come il nostro fidato Ben Urich a dover
svolgere il lavoro per cui le forze dell'ordine sono pagate?
O peggio ancora. Ci dobbiamo affidare a vigilantes fuori controllo,
come quelli che imperversano nella frontiera? Chi è questo energumeno
che neanche le patrie galere sembrano trattenere e che impazza a
New York lasciandosi dietro una scia di morte, in compagnia del
ben noto ladruncolo, finto nobile, Conte di Lapalette.
Perdonate
il mio sfogo pazienti lettori ma sembra che le autorità siano
cieche di fronte ai delitti che insanguinano la nostra New York,
vicoli e bettole, rifugio di criminali senza scrupoli.
Ben, (il reporter investigativo del Daily Bugle N.d.R.),
ha scovato inquietanti punti comuni fra gli ultimi delitti commessi
nei bassifondi di Manhattan: la morte di Shabby,
una mezza tacca della malavita locale, l'agguato al Gobbo
compare di bevute e di malaffare di Shabby, e l'omicidio di Shorty,
uno degli informatori della polizia e del nostro giornale.
Chiunque
con un po' di cervello avrebbe trovato dei legami fra i tre delitti
e avrebbe dedotto che c'era in pentola qualcosa di grosso!
Invece cosa è stato capace di fare il nostro tenente?!
Ha catturato un forestiero di passaggio che sembra godere di una fama
semi-divina fra le popolazioni indigene della Pennsylvania
e lo ha accusato dell'omicidio del Gobbo.
Permettetemi di dubitare che uno straniero possa essere responsabile
di omicidi in una malavita tanto radicata da consumare le proprie vendette
e i propri regolamenti di conti senza alcun intervento esterno.
Questo Zagor, lo pseudonimo dell'uomo con la casacca
rossa, ha stretto alleanza con il Conte di lapalette.
Spulciando gli archivi del Chicago Democratic Press di circa
dieci anni or sono abbiamo trovato del materiale molto interessante.
I
due già si conoscevano e avevano collaborato nell'abbattere l'impero
criminale del generale Blow.
Permettetemi di dubitare che i due siano coinvolti, dalla parte sbagliata,
negli omicidi e negli eventi criminosi che sembra si stiano preparando
in città.
Cosa bolle in pentola quindi?!
Malcovich non ha considerato minimamente degli eventi
particolarmente strani e apparentemente non legati fra loro.
Il furto a casa del direttore della Trading National Bank,
Pollack, presumibilmente opera di Lapalette,
un ladro di abilità estrema, che si è accontentato di
sottrarre una tabacchiera in argento senza tentare di forzare la cassaforte.
Lo scompiglio creato dalla presenza di un serpente velenoso negli uffici
della stazione dei treni.
Il malore che ha colto l'addetto alla sicurezza dell'agenzia di vigilanza
delle ferrovie Adam Percy, mentre era in compagnia
di una bella donna bionda sconosciuta, svanita poi nel nulla.
A nessuno della nostra grande polizia è venuto in mente che associate
a queste persone o a questi luoghi ci sono le tre chiavi di sicurezza
che aprono la cassaforte del treno che ogni tre mesi trasporta l'oro
della National bank da New York a Philadelphia...
E non chiedetemi come siamo venuti a conoscenza di simili segreti di
pulcinella. Sarebbe un insulto alla nostra professionalità...
Rivedere
Zagor dopo tanto tempo fu per me un sentimento di gioia
profonda. Parbleu! Mi sentivo un topo in trappola!
Ero stato raggirato per bene e anche se avessi potuto evadere, avrei
dovuto continuare la mia esistenza come un animale braccato.
Una volta fuori avremmo dovuto comunque dimostrare la nostra innocenza.
Nom du diable!
Questo non sarebbe stato certamente un problema ora che Il trio che
aveva messo in ginocchio il generale Blow e che era
riuscito a penetrare la Fortezza di Smirnoff si era ricostituito!
Forza, coraggio e abilità di nuovo insieme... Cico
avrebbe aggiunto solo la sua innata carica di simpatia...
L'unico anello di liaison che avevamo con il nostro misterioso
persecutore era il suo braccio destro ed esecutore: Rabbit,
quell'odioso individuo con il labbro leporino.
La nostra mossa successiva fu setacciare le bettole del porto per contattare
Shorty: un nano che sapeva tutto su quello che accadeva
in città.
Ma Mortimer ci aveva preceduto. Aveva costretto Shorty
a spingerci in una trappola, dalla quale salvammo la pelle solo grazie
alla abilità di Zagor.
La
chiatta di Big Bean, dove dovevamo trovare una risposta
alle nostre domande, era piena di tagliagole.
Zagor riuscì ad avere la meglio sul manipolo
di sicari e terrorizzò a tal punto il grasso Bean e la sua altrettanto
graisse femme che credo stia ancora tremando a distanza di
anni, se le diable non l'ha ancora reclamato!
Una situazione veramente dangereuse si era risolta a nostro
favore e avevamo l'indirizzo di Rabbit: una casa fatiscente
in Spring Street.
Purtroppo
gli altri due attori della vicenda non se ne stavano con le mani in
mano.
Mortimer, grazie alla mia ingenuità si era impadronito
della prima chiave della cassaforte custodita in casa del banchiere
Pollack.
Mentre noi eravamo impegnati a nasconderci dalla polizia e a seguire
le poche tracce che lo scaltro individuo lasciava, era riuscito ad ottenre
copie anche delle altre due chiavi.
La seconda alla stazione dei treni, con un diversivo veramente geniale:
uno spaventoso e pericolosissimo mamba, un serpente velenoso che aveva
lasciato il campo libero per qualche minuto, in modo da fare un calco
della chiave custodita nella stazione ferroviaria.
L'ultima
chiave, quella in mano a Percy, il capo della sicurezza,
la sottrasse grazie all'indiscutibile fascino della charmante
Sybil.
Mentre il nostro nemico procedeva diretto nel suo piano, noi, ancora
all'oscuro di molti particolari della vicenda, fummo sorpresi dallo
zelante Malcovich che stava indagando sulla morte di
Shorty.
Il più famoso giornale di New York, tacciava di incapacità
il tenente. Malcovich però, pur non poessedendo
un fiuto per il crimine, aveva la tenacia di un mastino e era giunto
anche lui a Spring Street.
Une autre fois eravamo costretti a fuggire come dei volgari
criminels, - oui, io sono un voleur ma svolgo il mio
lavoro con molta classe!-.
Avevamo ora due nuovi elementi a nostro favore: sapevamo che Mortimer
aveva una complice e conoscevamo più o meno il suo indirizzo.
In più Zagor, a suon di ceffoni, aveva ficcato
nella testa dura di Malcovich il dubbio che forse noi
eravamo vittime e non organizzatori del crimine.
Nell'appartamento di Sybil, il suo nome lo appreso
dopo, riuscimmo a carpire i particolari e le date della rapina al treno
e Zagor dopo una entusiasmante lotta contro Rabbit,
riuscì a sventare il colpo.
La
differenza fra un mastino e un abile investigatore si ha quando non
contano più le gambe ma il cervello e Malcovich
dimostrò tutti i suoi limiti.
Mortimer e Sybil stavano attendendo
l'arrivo di Rabbit quando quest'ultimo precipitò
in fin di vita davanti il loro carro.
Mortimer sfoggiava uno de suoi travestimenti preferiti,
quello del reverendo Latimer, e al buon Malcovich
non passò neanche per la mente che non fosse un caso se i due
si trovavano proprio al posto giusto al momento giusto.
Ricordo ancora l'osservazione di Zagor davanti al cadavere
abbandonato di Rabbit: - meno male che tu sei il
professionista e io il dilettante...-.
Questo è stato il mio primo e ultimo scontro con Mortimer.
So che è stato altre volte una spina nel fianco del mio caro
amico ma per fortuna io non sono stato più coinvolto!
Due
uomini, due fratelli di sangue, dividono per sempre, dal giorno del
loro giuramento di fraterna amicizia, le gioie della vita e i suoi infiniti
dolori. Il mio primo incontro con Zagor fu segnato
dal mio più grande dolore di uomo e di amante: la morte della
mia adorata moglie Ahta.
Da quel giorno le mia vita e quella di Zagor sono state
indissolubilmente legate. Molte volte abbiamo dovuto affrontare le prove
terribili che il grande Spirito ci ha inviato.
Molte volte abbiamo combattuto l'uno i nemici dell'altro: da Na-pawa
a Mortimer.
Una delle prove più terribili che ho dovuto affrontare in nome
di Zagor è stata l'onta subita per opera di Mortimer.
La mia illusione di pace con l'uomo bianco è sempre stata sottile
come le pelli del mio teepee. Quello che vedevano i miei occhi contrastava
con quello in cui si ostinava ciecamente a credere Zagor.
L'esperienza
infamante subita a Hellgate ne è una prova. E' bastata
una parola, un'ombra , per trascinare me, il fiero capo dei mohawks,
davanti ad un tribunale di uomini bianchi assetati del mio sangue.
Zagor era stato trascinato lontano alla caccia del
wampum delle tribù irochesi.
Zagor si era impegnato a restituirlo ai custodi di allora: gli oneida
di Degawatha.
Lo Spirito con la Scure non fallì nel suo compito e il sacro
wampum, profanato dalle mani dei bianchi, tornò nell'abbraccio
delle cinque nazioni irochesi.
Tutto questo era solo un trucco.
Mentre Zagor perdeva il suo tempo all'inseguimento
dei ladri, io ricevevo la visita di una donna bianca: disperata, addolorata,
bella come il sole.
Raccontò la storia di una disgrazia e io la ospitai, come è
nostro sacro dovere, senza altre spiegazioni.
Subito
dopo giunse un altro bianco insieme ad un plotone di cavalleria.
Il fango mi fu gettato addosso senza che io ne capissi la ragione e,
per impedire lutti per la mia tribù, accettai di seguire i soldati
al forte per esser giudicato.
Ero accusato di aver rapito la donna e il suo papoose e di aver ucciso
e scalpato il suo uomo.
Fui trascinato in una di quelle aule dove i bianchi fanno i loro consigli
e decidono il destino di quelli della loro gente che si sono macchiati
di colpe.
Fui condannato alla prigionia e a nulla valse la fama del mio fraterno
amico.
Egli
promise che mi avrebbe liberato da quella prigione ingiusta e io gli
credetti.
Fui trascinato in un posto che i bianchi chiamavano Hellgate
che nella loro lingua vuol dire la porta dell'inferno.
Passai dei giorni terribili privo della mia libertà dei miei
affetti e della dignità. Ero due volte prigioniero: prigioniero
degli aguzzini in divisa e dei prigionieri stessi, che vedevano in me
non un compagno di espiazione ma un nemico della loro razza.
Zagor con i miei mohawks organizzò la mia liberazione
durante il trasporto in un altro carcere.
La fortuna degli uomini giusti è di avere molti amici che ti
aiutano senza chiedere nulla in cambio e senza porsi troppe domande!
Il
nemico di Zagor era un avversario terribile e pericoloso. Aveva predisposto
la mia carcerazione e la mia liberazione solo per gettare per sempre
fango su Zagor, che lui riteneva colpevole di aver attraversato il suo
sentiero. Ma i miei mohawks, i due strani trappers Rochas
e Doc Lester, perfino il vecchio uomo della medicina
della prigione, Hogan, tutti si offrirono di aiutarlo
a scagionarsi dalle colpe.
Quell'uomo terribile, Mortimer, subì il destino
che aveva preparato per me e per Zagor anche se la prigione non lo trattenne
a lungo.
Era un uomo malvagio, ma astuto e letale. Per il suo modo di agire nell'ombra
come i topi e i coyotes non si sarebbe mai guadagnato la stima dei suoi
nemici.
Alla
fine del loro primo incontro, quando il diabolico criminale aveva visto
svanire la sua grande rapina per colpa di un uomo del quale non aveva
mai visto il volto, era stata lanciata una dichiarazione di guerra.
Mortimer, con il suo ego smisurato, non avrebbe mai
potuto lasciare incompiuta la sua vendetta nei confronti dello Spirito
con la Scure.
Imbastì così una tela di ragno attorno al nostro inconsapevole
eroe per privarlo della sua libertà e dignità e farne
un animale braccato.
Aveva scavato nel passato di Zagor spacciandosi per un giornalista,
Martin Moore, scoprendo le sue debolezze.
Aveva saputo, così, della sua detenzione ad Hellgate
e del suo ardito e geniale piano di fuga.
Precipitare Zagor in uno dei suoi momenti più
bui era una doppia occasione: ad Hellgate, infatti, era rinchiuso
un abile falsario, Pierre Duvalier, che aveva depositato
in varie banche i corposi proventi delle sue attività criminali.
Mortimer poteva quindi compiere la sua vendetta e arraffare un bel gruzzolo
mentre la portava a termine.
Nei panni del giudice Terrymore, Mortimer si conquistò le grazie del direttore della prigione, Hassel, che divenne una sua pedina inconsapevole. Presenziò il giudizio di Tonka, nei panni di un altro giudice, Mark Himmer, e ne stabilì la reclusione ad Hellgate. Convinse poi il direttore del carcere della necessità di trasferire sia il capo mohawk, sia Duvalier a Fort Concrete a New York; certo che, durante il tragitto, Zagor avrebbe tentato in ogni modo di liberare il suo amico, diventando un fuorilegge e offrendogli il falsario bello e impacchettato.
Per
assicurare un oscuro futuro al suo nemico si occupò personalmente
di trucidare tutte le guardie, tanto più che l'assenza di testimoni
era condizione necessaria per portare a termine il suo piano.
La corda attorno al collo di Zagor si stava stringendo sempre più
e solo per pura fortuna e con l'aiuto di tutti i suoi amici, da Rochas
a Doc Lester fino al dottor Hogan,
il nodo si sciolse.
Infatti
anche i piani perfetti sono destinati al fallimento, (legge di Murphy
N.d.R.) e una delle guardie sopravvisse al massacro e avvalorò
la versione dello Spirito con la Scure.
Fu abbastanza facile convincere i complici di Mortimer, Sybil
e Fox, a collaborare.
Il
biondo pianificatore si trovò braccato da Zagor che affrontò
in campo aperto in un corpo a corpo. Ben lungi da avere la potenza fisica
di un One Eyed Jack o un Timber Bill,
lo smilzo e segaligno Mortimer venne ampiamente strapazzato
dalla furia di Zagor. Col senno di poi possiamo immaginare che il criminale
avesse previsto anche il fallimento fra i risvolti possibili. Venne
rinchiuso ad Hellgate , una prigione che aveva studiato a fondo
e Sybil, stranamente, collaborò pienamente con
la giustizia e ottenne una detenzione più leggera che ne facilitò
la successiva evasione.
Mortimer fu libero di tornare di nuovo a tormentare
l'esistenza di Zagor.
Ma questa è un'altra storia...
L'intelligenza
e l'abilità non sono prerogative di personaggi non violenti come
Lapalette e Lupin. Spesso l'astuzia
diabolica si accompagna ad una totale assenza di scrupoli. E Burattini
ce lo ricorda con l'introduzione del personaggio più interessante,
almeno il mio preferito, dell'ultimo ciclo zagoriano. Quel diabolico
Mortimer, pianificatore maniacale, spietato, silenzioso,
trasformista, amante delle armi bianche: terrificante il suo bastone
animato con la testa di lupo.
Nella prima avventura su Mortimer assistiamo al confronto
alla cieca fra lui, Zagor e Lapalette. Certo se si fosse scontrato con
il povero conte da solo, la lotta sarebbe stata presto decisa. Fortuna
per Dusmenil che Mortimer ha preferito
mandarlo in galera piuttosto che eliminarlo come faceva, senza battere
ciglio, con tutti i testimoni scomodi.
Mancava un tale personaggio nelle storie di Zagor.
Nolitta ci aveva deliziato con il Fante
di Picche che, sebbene altrettanto scaltro e spietato, era solo
un monomaniaco assetato di vendetta la cui vita si sarebbe bruciata
in un paio di numeri: (però non è morto!!!).
Le potenzialità di Mortimer sono ben maggiori. Il suo sguardo
allucinato preannuncia il suo ritorno, (confermato nella posta di
Zagor di febbraio 2002).
Mortimer fa parte di un filone narrativo opposto a
quello dei ladri gentiluomini che trova, in Italia, il top con il Diabolik
delle sorelle Giussani. Casseforti, stratagemmi, travestimenti
ma soprattutto tanti morti ammazzati da pugnali, gas e veleni.
Anche Mortimer ha la sua Eva Kant
nei panni affascinanti della bella Sybil. Anche Mortimer
ama travestirsi e osare. Si sente talmente sicuro che utilizza dei nomi
fittizi che ricordano sempre il suo vero nome, (ma, come lui stesso
afferma, chi ci dice che sia il suo vero nome?).
Per l'angolo dei ricordi degli anni 70 c'era una antitesi naturale ad Arsenio Lupin: devo dire che io da piccolo ne ero veramente terrorizzato e non bastavano le gag del grande Louis de Funés ad alleviare la tensione. Fantomas, un uomo senza volto e dalla voce cavernosa che ricorda tanto il Camaleonte: il contorto avversario dell' uomo ragno. Di Fantomas ricordo molto poco: solo la maschera del suo faccione informe.
Si
può essere dei ladri senza essere dei maniaci omicidi. Come ci
insegna uno dei personaggi che mi piacerebbe vedere più spesso
su Zagor: il conte di Lapalette.
Lapalette non ha niente da invidiare a Mortimer quando si tratta di
pianificare un furto e non si lascia intimidire né da casseforti
e lucchetti, né dalla necessità di travestirsi.
Nonostante tutto mai e poi mai il buon conte si lascia tentare dalla
strada della violenza e in questo è certamente superiore a Mortimer:
non ha bisogno di uccidere nessuno per portare a termine i suoi piani
criminosi. Sicuramente, se lo volesse, un uomo dall'ingegno di Mortimer
potrebbe ottenere gli stessi risultati senza dispendio di vite umane,
ma, come ci ha dimostrato nelle sue apparizioni, è sicuramente
un sadico per cui l'omicidio è il condimento di una minestra
che altrimenti risulterebbe un po' troppo insipida.
Per quelli della mia generazione, il ladro gentiluomo per eccellenza
è Arsenio Lupin: personaggio letterario portato
sullo schermo da George Dècrieres, in una strepitosa
serie televisiva giunta da noi negli anni '70, (e che si può
ripescare in notturna in qualche TV privata locale). Anche Lupin
aveva il gusto e la classe di Lapalette, abilità nel travestirsi,
fascinazione del gentil sesso, (Castelli ci presenta
Lapalette sotto le spoglie del marajà di Lampoore
mentre fa' strage di cuori e collane femminili). I due fanno parte di
quella nutrita schiera di ladri gentiluomini che tutti vorremmo essere
e che tutte le donne vorrebbero incontrare...
Colpo da Maestro di | |
disegni | Gallieno Ferri |
storia | Moreno Burattini |
La Vendetta di Mortimer di |
|
disegni | Gallieno Ferri |
storia | Moreno Burattini |
Mortimer | |
scheda | Vittorio Sossi |