La
sfida emozionante che ha scosso la sonnolenta calma della nostra ridente cittadina, sta per iniziare.
Oggi partiranno per raggiungere Cathedral Peak, in pieno territorio Osages, i due pretendenti all'eredità del nostro compianto benefattore Henry " Master" Murchisson per recuperare il misterioso scrigno che assicurerà l'eredità ad uno dei due cugini, Bobby e Simon.
Sarà
un'avventura emozionante: la pista per il Cathedral Peak è irta di ostacoli.
La navigazione sul fiume richiede una notevole esperienza e la conoscenza delle Montagne Selvagge è un requisito indispensabile per la sopravvivenza; ma la prova più estenuante sarà l'attraversamento delle Terre Bruciate, dove hanno lasciato la pelle molti avventati esploratori.
Il paese vive questa vigilia in un forzato clima di festa.
Chiunque vincerà la gara resterà comunque il padrone di Rapid City: i nostri amati concittadini si contendono i favori dell'uno o dell'altro contendente, per coltivare la speranza di ingraziarsi il presunto vincitore.
Del resto la vera indole dei due antagonisti si è già manifestata.
La guida di Bobby Larson è stata barbaramente uccisa in un agguato sulla Virtus: il suo battello. All'imboscata è miracolosamente scampato il noto investigatore Bat Batterton, punta di diamante di una squadra di validi elementi.
La rappresaglia non si è fatta attendere.
Nell'intento di verificare il coinvolgimento di suo cugino, Bobby, Batterton e i due nuovi acquisti Zagor e Cico, noto battelliere, hanno fatto a pezzi il quartiere generale del losco individuo pestando ben bene i suoi compari.
Il nostro sceriffo ha deciso di non intervenire: non vuole ritardare lo svolgimento della corsa e l'allontanamento dei due dal paese.
Stamattina Il notaio Klaus Fiedermann darà inizio alla gara.
Scopriremo fra breve chi dei due vincerà e sarà il nuovo padrone di Rapid City.
la testimonianza del "nostro" Bat Batterton:
La sfida, sulla carta leale, fra Simon e Bobby, si tinse immediatamente di toni tragici. Già a Rapid City eventi luttuosi colpirono il nostro equipaggio. La guida indiana che avevo assoldato per l'impresa venne uccisa e nonostante il perfetto identikit che avevo prontamente stilato, non riuscimmo a raccogliere abbastanza prove per incriminare Simon.
Ovviamente indirizzati dai miei sospetti ci recammo subito al quartier generale del nostro avversario, dove io speravo di far cadere in trappola quelle facce da galera: ma purtroppo credo che lei si sia fatta una idea del caratteraccio di Zagor, che cadde nella provocazione di Simon.
La rissa che seguì alla visita nel quartier generale del contendente non ottenne altro effetto che esasperare lo sceriffo, che ne aveva le scatole piene di "Master" Murchisson e dei suoi nipoti.
Devo dire però che, senza falsa modestia, la mia esperienza nelle arti orientali fu provvidenziale nell'evitarci guai ben peggiori.
L'intervento del geniale Icaro la Plume, che aveva approntato il formidabile elicottero, un marchingegno in grado, secondo lui, di sollevarsi da terra solo grazie a delle speciali eliche e ad una stufa, ci infuse un po' di speranza.
Purtroppo però i padroni della stufa a legna vennero a reclamarla senza troppi complimenti prima del decollo.
Il nostro viaggio iniziò così fra mille timori e sospetti tanto che, nella navigazione sul fiume, restammo indietro senza comunque perdere di vista gli avversari.
Ben presto però, alle pendici delle Montagne Selvagge, il misterioso sabotatore colpì di nuovo e il battello si frantumò sulle rapide mettendo anche a repentaglio la vita dei due battellieri Sven e William che, feriti, furono costretti a tornare indietro.
Il morale era ormai a terra ma io riuscii a rifondere coraggio e speranza in quei cuori avviliti e procurai una ottima cena a base di cosciotti d'orso. Proseguimmo quindi a piedi in un territorio impervio e, quando disperavamo di recuperare, ci imbattemmo nuovamente in Simon e soci attaccati da un gruppo di indiani Osages.
Non potevamo lasciare quei mascalzoni, nonostante lo meritassero, nelle mani di quei selvaggi, così li salvammo solo per ritrovarci nuovamente appiedati ed in svantaggio.
Non avevamo altra scelta che affrontare una marcia forzata attraverso le Terre Bruciate.
L'attraversamento delle Terre Bruciate raccontato dalla guida Archer:
L'avventura che ho vissuto in compagnia di Zagor nella corsa verso Cathedral Peak è il motivo per cui ho scelto questo mestiere: avventura, pericolo ed emozioni a non finire. Come dissi a Zagor durante una nostra veglia notturna difficilmente resisto alla tentazione di ficcare il naso per primo in qualche posto... E il fatto che l'unica speranza di raggiungere i nostri avversari fosse attraversare il Cimitero dei Vivi, era per me non un deterrente ma uno stimolo!
Ai margini delle Terre Bruciate noi eravamo demoralizzati e la convinzione che Simon fosse il responsabile di tutti i nostri guai, non cancellava il fatto che quel delinquente avesse un vantaggio incolmabile.
Fu così che insieme a Zagor, decidemmo quel percorso verso l'ignoto all'insaputa di tutti gli altri.
In
quel punto del deserto molte spedizioni erano scomparse senza lasciare traccia e, Elmer Norris, l'unico a tornare indietro, folle di terrore, farneticava di tombe che vomitavano i vivi...
Stremati dalla marcia forzata ci accampammo proprio in prossimità di quel luogo maledetto, dove la sabbia lasciava spazio alla nuda roccia e a letti di pietra che sembravano proprio lastre di un camposanto.
Durante la notte avevamo lasciato il turno di guardia a quella coppia di pasticcioni del messicano e di quel bizzarro investigatore.
Fatto sta che ci svegliammo di soprassalto in un incubo.
Le
pietre si sollevavano come tombe che vomitavano fuori degli esseri scarni e albini che sembravano proprio dei cadaveri.
Solo dopo che avevamo passato la notte a difenderci dai loro assalti ci rendemmo conto della terribile verità. Quei poveracci non erano altro che i sopravvissuti di una tribù indiana e si erano adattati alle estreme condizioni di vita nel deserto rifugiandosi sottoterra come talpe.
Assalivano i viaggiatori col solo scopo di mangiarseli!
Avevo scoperto il segreto che mi avrebbe fatto diventare la più famosa guida della regione, ma non potevo rivelarlo; quei poveracci bistrattati dal destino, privi della protezione del mistero, sarebbe stati decimati dalla curiosità dei nuovi esploratori.
I nostri sforzi comunque si erano rivelati vani. nonostante tutto ci trovavamo ancora dietro a quei maledetti con il Cathedral Peak ormai in vista.
Ma le sorprese non erano finite e la mancanza di scrupoli di Simon sembrava senza freni. La fonte, alla fine della pista era stata avvelenata e i complici di Simon giacevano un po' più in là stecchiti. Quest'ultimo nel frattempo aveva scalato il Peak ed era riuscito a recuperare lo scrigno. Ma la verità si rivelò molto più contorta.
Il
vero colpevole, il notaio Fiedermann, non tardò a mostrarsi per chiudere il conto con tutti i superstiti.
Infatti, grazie ad una stupida clausola testamentaria, sarebbe diventato l'erede unico se entrambi i contendenti fossero morti.
Lo uccisi io stesso nell'eccesso di una furia sopita per troppo tempo.
E' stata una bella avventura che mi ha permesso di conoscere un uomo eccezionale: Zagor, lo Spirito con la Scure.
Il Buono e
il cattivo di |
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disegni | Gallieno Ferri |
storia | Guido Nolitta |
scheda | Vittorio Sossi |