Sclavi riprende il tema dell'Avvoltoio
sviluppandolo in un'atmosfera più ossessiva e toccata da elementi
grandguignoleschi.
Come ha modo di scoprire a sue spese il povero Cico, a Darkwood,
all'insaputa di Zagor, si aggira una banda di tagliatori di teste che
ha già insanguinato la foresta di cadaveri di indiani decapitati.
La fifa e la dabbenaggine del messicano danno a Zagor l'occasione per
assottigliare le fila degli spietati anche se il capo dei tagliatori,
Jack, sfugge alla cattura.
Purtroppo quello che Zagor non sospetta è che la lunga serie
di orrendi delitti ha dato la stura alla rabbia di Akenat, il
capo dei Wyandot, che sta sfruttando l'indignazione degli altri
capi di fronte a questa nuova dimostrazione della ferocia dell'uomo
bianco.
Nonostante gli avvertimenti di Molti Occhi e un sorprendente
trucco ad effetto Zagor, di fronte al gran consiglio dei capi,
sottovaluta il coraggio di Akenat e solo per miracolo non muore
per la lama del suo pugnale.
Riesce a riconquistare parte del suo prestigio che mette in gioco con
una promessa avventata ma necessaria: entro sette giorni deve consegnare
il mandante degli omicidi.
Inizia così la lotta con il potentissimo e facoltoso Hakaram,
il pazzo vendicatore che commissiona gli omicidi, il bieco Jack
e gli inquietanti aiutanti Jivaro, Anamuk e Tsuni,
che si divertono a confezionare tsantzas per il loro folle padrone.
Fino a quando Zagor non finirà sul patibolo nel covo di Hakaram
al Passo della Morte Rossa.
Ma gli assi nella manica per vincere la partita saranno Molti Occhi,
con il sorprendente trucco della testa parlante, e lo stesso Akenat,
che segue passo passo lo Spirito con la Scure.
Sclavi lascia la sua personale e profonda impronta nella breve successione
di storie sceneggiate per Zagor.
Vittorio Sossi