Il fumo disattiva la difesa delle cellule
Un nuovo studio californiano descrive l'effetto sigaretta sui geni
Dal quotidiano Ultime Notizie. Giovedì 18 maggio 2000
LOS ANGELES. Ancora una conferma della tossicità del fumo. Stavolta lo studio è pubblicato dal ricercatore californiano Leslie Smith sul "Joumal of the National Cancer Institute", la rivista americana che si occupa istituzionalmente di ricerca oncologica. I composti chimici che vengono aspirati ad ogni tirata possono provocare la mutazione di un particolare gene, il p53, e rendere più vulnerabile il fumatore all'aggressione cancerosa. Il gruppo di ricercatori di Los Angeles ha osservato che l'alterazione genetica nel sessanta per cento dei fumatori elimina lo speciale scudo protettivo di p53 (noto anche come anti-oncogene), che viene fornito al fumatore quando il gene non è ancora alterato. Una volta che p53 è disattivato, infatti, la strada per il processo tumorale è aperta.
Sono anni che la ricerca studia questo gene, solo recentemente si è visto con certezza che l'antioncogene p53 difende l'organismo dal tumore innescando nelle cellule un meccanismo suicida di difesa. Una "morte cellulare programmata", così gli scienziati definiscono l'azione del p53 per difendere le cellule dalla degenerazione lenta ed inesorabile dei tumori. II vizio tocca anche i giovanissimi: In Italia fuma il 21,3 per cento del ragazzi tra i 14 e l 24 anni