La vita di Satko rappresenta un esempio
della difficoltà di integrazione degli abitanti indigeni del
nostro continente, contro l'avanzata selvaggia e prepotente della
nostra civiltà.
Satko, o Freccia Rossa, è un capo Cherokee, figlio
di Lupo Nero della tribù di Hidden Wood.
Suo padre era un uomo saggio e previdente.
Le nubi che si addensavano sul popolo rosso non lasciavano intravedere
alcuno spiraglio per la preservazione dei propri costumi e delle proprie
tradizioni.
Lupo Nero assicurò a suo figlio un'educazione di massimo
livello nelle scuole dei bianchi, per poter contrastare l'arroganza
e l'avidità degli invasori con le loro stesse armi.
Il giovane fu avviato agli studi dai frati della missione di Blue
Lake e si è laureato in legge a Richmond in Virginia..
I suoi studi legali furono di fondamentale importanza nella emancipazione
della comunità Cherokee. Grazie alla volontà
di Sequoya, - redattore di un alfabeto che ha permesso la diffusione
della cultura e dello spirito Cherokee attraverso la carta stampata
-, e all'instancabile azione politica di John Ross, questo
popolo riuscì ad acquisire una dignità che raccoglieva
simpatie e ammirazioni in molti salotti culturali dell'est.
Satko divenne un membro del direttivo dei Cherokee,
e conquistò un grande prestigio sociale.
Ma la nascita di un vero e proprio stato all'interno del loro confine
era mal vista dai georgiani e la scoperta dell'oro nei territori di
proprietà dei Cherokee fu la scintilla che innescò
la persecuzione contro la gente di Satko.
Il giovane avvocato fu costretto così ad assistere impotente
alla deportazione del suo popolo oltre il Mississippi.
Il suo operato riuscì in qualche modo a mitigare le conseguenze
del Trail of Tears, la lunga serie di deportazioni conclusasi
nel 1838 iniziata dal presidente Jackson, un ex soldato
che non ha mai optato per una soluzione morbida del conflitto con
i nativi americani.
Satko e Zagor riuscirono a salvare la vita di Sequoya
nel 1836.
Nonostante il fallimento del suo sogno di integrazione pacifica e
indolore, Satko continua a difendere i diritti dei suoi fratelli.
Oggi vive ad Oklahoma City dove dirige un florido studio legale:
Arrow Red and son.
Riesce a finanziarsi con le cause civili dei ricchi latifondisti della
zona che, nonostante storcano il naso di fronte ad un avvocato dalla
pelle rossa, riconoscono che è il migliore sulla piazza.
Tramite le sue ricche parcelle può così prodigarsi per
aiutare i suoi fratelli indiani subissati dalle continue sopraffazioni.
Il piccolo Skip che ha ora 25 anni ed è fresco di laurea
si dimostra non meno dotato del padre in parlantina e padronanza dei
cavilli legali.
La bella Linda si prodiga in opere umanitarie e gestisce un
orfanotrofio per recuperare i bambini abbandonati da genitori che
non sono più guerrieri, ma poveri alcolizzati.
Forse Satko non avrebbe mai immaginato un epilogo così triste
per il suo popolo, ma le avversità della vita non gli hanno
ancora sottratto il coraggio di lottare.
Satko è un capo indiano ma è
soprattutto un brillante avvocato. La sua lotta per la dignità
di uomo per se stesso e per il suo popolo è stata combattuta
sia nelle aule dei tribunali, nell'atmosfera ostile e pregiudiziale
che ben potete immaginare, sia sul campo di battaglia, quando le parole
non erano più sufficienti.
Inutile sottolineare che il selvaggio Satko, come molti di
voi preferiscono chiamarlo, ha sempre preferito la prima alternativa
dimostrandosi più civile di noi uomini bianchi.
Satko. Grazie per aver sottratto un po' del suo prezioso tempo per questa intervista!
Sono io che devo ringraziarti, Robert, diamoci del tu. So bene quanta importanza ha la carta stampata sull'opinione pubblica. Anche se i giornali in queste ovest selvaggio sono usati per lo più per accendere i camini e rivestire le stalle, so che nelle grandi città dell'est, sono puntuale argomento di dicsussione e dibattito. Devo molto a molti giornalisti; fra i quali non potrò dimenticare Craig (Turner N.D.R), che tanto ha lottato per la nostra causa. Certo è una considerazione amara che il tasso di analfabetismo sia ormai più elevato fra i cosiddetti uomini civili che fra la mia gente!
E' disarmante lottare con tutte le forze, e ritrovarsi al punto di partenza. Cosa ti dà il coraggio di continuare?
Dopo il Trail of Tears mentirei se ti dicessi
che non stavo sul punto di mollare. Avevamo perso. Eravamo stati schiacciati
da un nemico immensamente più forte di noi e niente al mondo
potevamo fare per impedire la deportazione; se non farci massacrare
insieme ai nostri figli e alle nostre mogli.
Noi avevamo solo un sentiero da percorrere e quello era il Sentiero
delle Lacrime. Ma siamo sopravvissuti a molte altre prove nel
corso della nostra storia.
Semmai il dolore più grande l'ho provato assistendo alle nostre
divisioni e alle nostre lotte intestine, dopo il nostro arrivo in
Oklahoma. Vent'anni fà era semplice per personaggi come
Lancaster abbindolare gente come Tahchee e io, nonostante
la rabbia, non potevo biasimare più di tanto gli sciocchi che
cedevano alle lusinghe. Ma ancora oggi non siamo riusciti ad eliminare
le incomprensioni. Non siamo ancora un popolo unito sotto lo stesso
vessillo...
E allora cosa ti dà la forza di andare avanti?
Le nostre conquiste. In breve tempo abbiamo ricostruito tutto quello che ci era stato tolto con il trattato di New Echota. Abbiamo scuole di alto livello tra cui il primo istituto femminile ad ovest del Mississippi, io e mio figlio Skip non siamo gli unici avvocati con sangue Cherokee nelle vene, abbiamo rifondato un nuovo giornale il Cherokee Advocate... Abbiamo dimostrato ancora una volta di essere il popolo principale!
Sento una nota di orgoglio nella tua voce, quando nomini Linda o Skip.
Si. Avere accanto una donna come Linda che
ha rinunciato alla sua vita per legare il suo destino al mio è
stato uno sprone a non arrendermi mai. Qualsiasi resa sarebbe stato
un tradimento nei suoi confronti. Lei che non aveva arretrato neanche
di fronte alla prospettiva di vivere tutta la vita in un mondo così
diverso, con il biasimo di suo padre.
In quanto a Skip ne ha fatta di strada da quando addentava
i garreti del povero Cico. Adesso le prede su cui chiude la
bocca non hanno speranza. E' conosciuto nell'ambiente come il mastino
perché non molla mai una causa finché non l'ha in pugno!
Satko. Che ricordo hai di Zagor?
E' sbagliato parlare di ricordi. Zagor mi
è sempre al fianco. Come non esitava mai ad accorrere quando
avevo bisogno di lui. Il suo ottimismo e la sua generosità
mi incitano ancora nei momenti di sconforto. Eravamo così simili,
con la nostra tenacia, così imbattibili insieme: come quando
abbiamo messo a ferro e fuoco la sede della Guardia Nazionale Georgiana
ad Atlanta!
Solo una volta ho notato un velo di sconforto nel suo volto... Quando
osservavamo la lunga teoria dei Cherokee trascinati via in
quel sentiero di disperazione con le poche cose e con gli anziani
e i malati sofferenti sotto la pioggia implacabile. Immagino quale
pensiero lo adombrasse...
Come potrò difendere la gente di Darkwood se la nazione
indiana più potente, più attiva, più brillante,
quella che ha rinunciato alle proprie tradizioni, per sposare lo stile
di vita dei bianchi, ha subito questa fine umiliante?
Se poi parli di ricordi piacevoli... Devo dire che vederlo prendere
per il bavero quel fetente di Jackson mi ha ripagato in parte
del naufragare della mia speranza.
Satko. Grazie per le tue parole e per la tua testimonianza. Mi auguro che serva a scuotere alcune coscienze.
Fu
proprio una giornata movimentata quella che testimoniò il
primo incontro fra Zagor e Satko.
Lo sfortunato Freccia Rossa, forse un po' indebolito dalle agiatezze
del suo periodo di studio nella città di Richmond, era
finito come un allocco in una trappola ed era minacciato da un grizzli
imbestialito.
Zagor salvò la vita al ragazzo solo per vederlo sparire dietro
un cespuglio e ricomparire bardato come un collegiale.
Divertito e felice per il fatto che il giovane pellerossa avesse tentato
la strada della integrazione nella cosiddetta società civile,
Zagor decise di accompagnare il ragazzo a chiedere la mano della
sua amata, Linda Benson, al burbero genitore.
La reazione del facoltoso signore fu delle peggiori. Il suo approccio
zuccherino al pretendente di sua figlia si tramutò in aperta
ostilità appena infromato delle origini di Satko.
Mi sarebbe piaciuto assistere al mutare della mimica facciale di benson,
mentre ad una ad una vedeva naufragare le sue ridicole supposizioni
sull'origine di un cognome così strano: finlandese? Svedese?
no caro signor Amos Benson. pura e semplice araldica Cherokee!
A
nulla valsero le suppliche di Linda e tutto finì in una
spaventosa rissa che coinvolse l'intera cittadina e i nostri amici.
Satko si allontanò furioso ed amareggiato proferendo pericolose
minacce e lasciando preoccupati e impotenti i suoi due nuovi amici:
- Visto che i bianchi non vogliono accettarmi come uno di loro, da
oggi in poi io ridiventerò soltanto un Cherokee che non dimentica
le offese ricevute... E che non perdona-
Ma il destino si diverte spesso a scherzare con lo Spirito con la Scure. Zagor avrebbe sopito le sue preoccupazioni rincontrando il buon Satko da lì a poco e combattendo al suo fianco.Tutto questo iniziò quando Zagor e Cico decisero di sostare in un'amena ghost town. Il cartello di benvenuto recitava: Hopeless City...
I
due viandanti furono accolti con simpatia da colui che si proclamava
il sindaco di quella città di disperati. Cercatori che non avevano
avuto la forza di abbandonarla con l'esaurimento delle vene di argento
ed ogni sorta di sbandati che in quell'angolo dimenticato, dimenticavano
le loro disgrazie e le loro identità.
Il povero sindaco avrebbe volentieri abbandonato quel mucchio di baracche
ma era vincolato da una profezia fattagli da un vecchio indiano: questi
gli aveva predetto che il giorno che lui avesse lasciato Hopeless
avrebbe incontrato la morte. O forse era solo una scusa anche per lui
per non rientrare nella società...
Quella
unica nottata tranquilla che i due amici avrebbero dovuto trascorrere
a Hopeless fu alquanto movimentata.
Un uomo misterioso coperto da una maschera nera, che tutti lì
sembravano conoscere e chiamavano testanera, arrivò per
reclutare uomini per organizzare l'assalto al carico d'argento che Mr
Benson, il mancato suocero di Satko, stava guidando.
Fu così che Zagor e Cico si trovarono a lottare
con quella banda di disperati per impedire la rapina.
Fu proprio il
sindaco, un uomo retto nonostante le sventure, a salvare i nostri due amici pagando con la morte la sua generosità, in un'ultima smorfia di rammarico, pensando a tutta la vita buttata via per dar retta alla sciocca maledizione di quel vecchio ciarlatano.
Zagor corse al Blackwall Canyon, il luogo dell'agguato.
Il testardo Benson, che ancora lo vedeva con il sangue agli occhi
per la rissa gigantesca di Cookeville, in tutta risposta ai suoi
avvertimenti lo fece tramortire e si infilò come un idiota nella
trappola.
Si
ritrovarono così assediati dalla banda di disperati superiore
in numero e in armamento. Ma nel frattempo una nuova delusione era toccata
all'arrogante commerciante. L'uomo dalla maschera nera, che lui
avrebbe giurato essere Satko era invece, Driscoll, lo
sceriffo di Cookeville, bianco e farabutto.
L'assedio si sarebbe tramutato in un massacro se a salvare quelgi uomini
non fosse intervenuto proprio Satko alla testa dei suoi Cherokee;
aveva messo da parte i rancori soprattutto perché nella carovana
c'era anche la sua amata Linda.
Benson
alla luce dei nuovi fatti fu ben felice di farsi chiamare papà
dal futuro genero e di mangiarsi il suo cappello: -il giorno che
dalla mia bocca uscirà una parola di consenso mi mangerò
il cappello che portò in testa...- Zagor fu sollecito
nel fargli mantenere la promessa.
Benson aveva finalmente capito che non era il colore della pelle
a distinguere fra uomini onesti e disonesti. Linda e Satko,
Giulietta e Romeo a lieto fine, erano liberi di sposarsi.
Sono
Satko della tribù di Hidden Wood. Figlio di Lupo
Nero. Mio padre è un uomo di antiche tradizioni. Non ha ancora
accettato di cambiare il suo stile di vita. Rinunciare alla caccia.
Al nomadismo. Alla libertà. Mio padre è un uomo fiero
e io ne sono orgoglioso. Lui non può rinunciare al suo passato
ma ha preparato me. Il suo successore.
Io, Satko, ho studiato dai bianchi, a Richmond in Virginia.
Ho vissuto con loro e sono quasi diventato uno di loro. Sono un avvocato.
Ho conosciuto molti uomini, giusti, pronti ad appoggiare la nostra causa.
Giornali come il National Intelligencer che guardano con simpatia
i nostri sacrifici.
E
forse è il momento che anche noi di Hidden Wood ci uniamo
a voi, fratelli di New Echota, per crescere e trarre forza e
linfa vitale dall'unione. Come una foresta resiste più di un
albero isolato.
Ma ora non possiamo abbandonare Hidden Wood. Qualcosa di insensato
come solo l'incoscienza dei bianchi, di qualcuno che non vive più
a contatto con la madre terra, può partorire, la sta minacciando.
Una foresta millenaria, una ricchezza per tutti.
Nostra di diritto e nostro territorio di caccia, sta scomparendo sotto
le lame affilate delle accette dei boscaioli di Timber Bill.
Tutte le mie petizioni legali sono cadute nel vuoto. Tutta la mia abilità
di avvocato non ha generato nessuna azione legale.
Lo sceriffo della contea è stato ucciso!
Il marshal di Cookeville è troppo ligio alle sue competenze
giurisdizionali per intervenire.
Il giudice Caulder si è dimostrato sordo e cieco alle
mie richieste e temo che in qualche modo possa essere coinvolto. (Il
legno è una ricchezza che potrebbe sfamare molti sciacalli).
Vorrei, con queste righe, smuovere le coscienze, di tutti coloro che
credono nella giustizia e nella legalità. O almeno di coloro
che amano la nostra terra e la bellezza e il profumo delle nostre foreste.
Wertmann,
il piccolo tedesco, il topo nel formaggio, non si fermerà fino
a quando di Hidden Wood non resterà che suolo arido anche
alla coltivazione.
Gli uomini di Macauley, la guardia privata del tedesco, si fanno
sempre più arroganti e ho paura che dalle minacce contro la mia
persona passeranno alle vie di fatto.
Io non ho paura e non posso coinvolgere i miei guerrieri in un'azione
che si rivolterebbe contro di noi e potrebbe essere un pretesto per
schiacciare ancora di più tutto il popolo Cherokee.
L'elezione di Andrew Jackson e la mancata riconferma di John
Quincy Adams ci ha tolto i pochi favori che potevamo ottenere alla
Casa Bianca.
Satko
era stato ferito. In un agguato notturno. Dopo che aveva messo alle
strette il giudice Caulder offrendosi di sotituire lo sceriffo
che era stato misteriosamente assassinato. Immobilizzato, aveva deciso
di ricorrere all'aiuto di Zagor.
Il nostro amico è un uomo d'azione e, dopo aver ascoltato il
racconto di Satko, partì subito in compagnia del fido
messicano, per saggiare le intenzioni dei boscaioli.
Immaginate la sua sorpresa nello scoprire che il caposquadra dei taglialegna
non era altri che quell'ottuso di Timber Bill, che già
aveva sistemato molti anni prima quando si era battuto contro i mercanti
di schiavi!
La strapazzata che diede al piccolo tedesco, Wertmann, finanziatore
dell'impresa, sortì subito nefaste reazioni.
Gli uomini di Macauley cercarono subito di ucciderlo.
La reazione di Zagor fu rapida e spietata. Decise di far saltare
i nervi a Wertmann e ai suoi boscaioli con continue azioni di sabotaggio
che avrebbero, colpo su colpo, rintuzzato i loro tentativi di difesa,
fino a quando la perdita in denaro li avrebbe cpostretti a desistere.
Fu
così che un prezioso carico di legname finì in fondo ad
un burrone e diede inizio alle ostilità: tutte le spedizioni
avrebbero fatto la stessa fine.
Ma i suoi nemici erano difficili da intimidire. Macauley adottò
una contromossa furba. Far viaggiare tutti i carri insieme; in modo
da poter utilizzare l'intera banda per scortarli. Neanche Zagor avrebbe
potuto aver ragione di tutti i suoi uomini.
Zagor, allora, cambiò bersaglio e attaccò il campo, dove erano rimasti solo Timber Bill e i suoi boscaioli. Vedere le baracche in fiamme deve essere stato un terribile deja-vu, per il colossale energumeno. Però la disgrazia sviluppò forse l'unico organo non funzionante di quel corpaccione. Timber Bill per una volta nella sua vita ebbe una bella pensata. Incastrare Zagor con una falsa accusa e farlo rinchiudere in galera in condizione di non nuocere. Nottetempo, per ogni evenienza, due sicari avrebbero chiuso per sempre la pratica dello Spirito con la Scure.
Potete
immaginare la sorpresa di Bill quando arrivarono gli uomini che
stavavno trasportando le paghe, desolati a mani vuote e con una storia
assurda.
Secondo loro erano stati aggrediti da Zagor, che aveva dato le
preziose banconote in pasto ai pesci del fiume!
Ma Zagor era ancora in prigione. Il cervello del povero Bill stava fumando!
E non so quale santo salvò i messaggeri dalla sua furia.
Ma ora altri problemi incombevano. I taglialegna sapevano della perdita
delle paghe e si erano ribellati e ci volle tutta l'abilità di
Bill per tenerli a bada e riportarli al lavoro. Ma gli animi
erano ormai sul punto di scoppiare.
E
le azioni intimidatorie di Zagor, nel frattempo scagionato, non
consentivano certo di placare gli animi. Continue aggressioni, pallottole
sibilanti sulle teste, incendi ed altro.
In breve Wertmann, ormai senza fondi e con i boscaioli in continua
sommossa, aveva riposto tutte le speranze nell'ultimo consistente trasporto.
Quattro carri di prezioso e pregiato legname. Avrebbe potuto riprendere
a pieno ritmo l'attività.
Ma
Zagor non aveva nessuna intenzione di concedere loro neanche
una boccata d'aria prima di soffocare. Iniziò così a seguire
passo passo il carico e a neutralizzarlo un carro dopo l'altro, in attesa
di sferrare l'attacco finale.
Grazie all'aiuto di alcuni Cherokee, ben attenti a non farsi vedere
per non fornire pretesti, bloccò con una frana la spedizione
e grazie al vantaggio in termini di tempo, preparò una serie
di trappole.
Due carri furono eliminati grazie ad un ben congegnato assalto notturno
con frecce incendiarie.
Sul ponte sul Grand Cut, un profondo crepaccio, avvenne l'assalto
finale. Facendo saltare il ponte con la dinamite riuscì a separare
gli ultimi due carri rimasti e gli uomini di scorta. Affrontati singolarmente
ebbe ragione dei due gruppi separati.
Ma Timber Bill era un serpente sleale e il proiettile che stava
per partire dalla sua pistola per ficcarsi nella schiena di Zagor
fu fermato solo dall'arrivo del marshal, che si era finalmente deciso
ad intervenire. Gli uomini furono arrestati ma nel frattempo Timber
Bill era fuggito.
Essere
un avvocato e rispettare la legge credo sia un'impresa quasi impossibile.
Sono certamente da biasimare quegli avvocati che sfruttano la loro conoscenza
della legge per evaderla; ma in qualche caso anch'io ho dovuto infrangere
i codicilli per oppormi ad avversari sleali.
Nel caso di Hidden Wood sospettavo che il sudato e grasso giudice
Caulder fosse in qualche modo coinvolto; ma non potevo immaginare
che ci fosse dentro fino al collo.
Quando Zagor venne incastrato con l'accusa ridicola di aver aggredito
quel vecchio ubriacone di Zeke ci trovammo in grossi guai.
L'azione contro Wertmann doveva essere martellante e non poteva
permettersi alcun tipo di rinvio.
Certo non avevo dubbi che avremmo vinto la causa, ma quella notte sarebbero
state trasportate le paghe e Zagor doveva essere libero.
Ho
organizzato quindi un inganno indegno della mia laurea ma necessitato
dalle contingenze.
Aknat, il mio gigantesco guardaspalle, lo avrebbe sostituito
per quella notte nella cella e l'indomani, il giorno del processo, si
sarebbero di nuovo scambiati di posto.
Era un azzardo che ci poteva mettere tutti nei guai ma dovevamo tentarlo...
Il piano funzionò a meraviglia e Timber Bill passò
dei brutti momenti nel cercare di venire a capo del mistero.
Per
quanto riguarda lo smantellamento del castello accusatorio non ebbi
nessun problema. Tutto il rpocesso si reggeva sulla testimonianza di
quell'ubriacone di Zeke; ovviamente al soldo di Wertmann.
Organizzai così una prova di cui sono particolarmente orgoglioso,
in quanto dopo la pubblicazione su una rivista di settore, è
stata adottata anche nel vecchio continente e sta conoscendo un'ampia
e repentina diffusione.
L'hanno chiamata confronto all'americana, ma, in mio onore, avrebbero
dovuto chiamarla confronto all'indiana.
In breve quel disonesto alcolizzato doveva riconoscere Zagor di spalle,
come aveva dichiarato di averlo visto quella notte, fra altri uomini
della stessa corporatura.
Inutile dire che Zeke si allontanò fra le risa del pubblico
e il procedimento fu annullato.
Il mio dilemma morale di aver fatto evadere Zagor di prigione
è nulla davanti alle colpe di Caulder.
Un giudice. Un uomo che dovrebbe essere la personificazione e l'umile
servitore della giustizia, Complice nella speculazione di Hidden
Wood.
Un
assassino che non ha esitato a uccidere a sangue freddo il disperato
Timber Bill che chiedeva solo un po' di denaro per sparire. Peggiore
di lui. Bill parlava solo la lingua della violenza ma Caulder
era rispettato, ammirato e ricco.
Come siamo soliti dire noi avvocati: Bill aveva tutte le attenuanti
generiche Caulder no!
Satko di |
|
disegni | Gallieno Ferri |
storia | Guido Nolitta |
Timber Bill di |
|
disegni | Franco Donatelli |
storia | Marcello Toninelli |