... è stata unicamente la sua attitudine a coordinare,
motivare e comandare gli uomini. Sia che si trattasse di una piccola
banda come i falchi delle nevi, brillante nelle operazioni e
nell'organizzazione, sia che si trattasse di una moltitudine di indiani
Athabaska.
Il suo primo progetto, i falchi delle nevi appunto, è
naufragato solo per la fortuita collisione con la corrazzata Zagor.
Chi altri poteva acquisire in poco tempo quelle abilità che rendevano
imbattibili i Falchi, se non lo Spirito con la Scure? Forse solo
Supermike!
Eskimo in quell'occasione aveva sfruttato tutte le sue competenze
di uomo del nord:
muoversi agilmente sulla neve, sfruttare delle tavole di legno per scivolare
agilmente sullo strato ghiacciato, dove gli uomini si muovevano goffi
come foche sulla terraferma, costruirsi delle case a guisa degli inuit
utilizzando l'unica risorsa che può offrire un gelido panorama,
il ghiaccio, e muoversi sull'acqua con delle imbarcazioni velocissime
e di ampia manovrabilità, i kayak.
Aveva addestrato un manipolo di spietati criminali alle sue arti e creato
un piccolo esercito imbattibile in grado di conquistarsi quasi una reputazione
di soprannaturalità.
Veloci e agili I Falchi delle Nevi colpivano, come i rapaci dei
quali portavano il nome, e poi sparivano senza lasciare traccia nei
torrenti più impetuosi, grazie alle loro piccole imbarcazioni.
Ma costretto alla difesa era crollato come un sacco di patate di fronte
alla tenacia dello Spirito con la Scure, anche se a spedirlo
in fondo al fiume era stata la mira discutibile del piccolo messicano,
che aveva indebolito la struttura del blocco di ghiaccio sul quale si
stava allontanando.
Ironicamente quella fine fu un nuovo inizio.
Riemerso allo stremo delle forze in una strana grotta sotterranea, l'eschimese,
immerso in una radiazione sconosciuta, aveva subito un cambiamento incredibile:
la sua pelle era diventata una corrazza la cui resitenza avrebbe fatto
invidia ad un altro nemico dello Spirito con la Scure: Iron Man.
Un'occasione nuova gli si presentava e lui non aveva esitato un attimo
a sfruttarla.
Gli Athabaska avevano bisogno di una figura divina per
ricompattare le proprie tribù e mirare alla perduta gloria passata.
E un uomo invulnerabile poteva sembrare veramente l'inviato di Manito.
Le mire dell'eschimese, ora alla guida di centinaia di uomini, erano
cresciute in proporzione. Non più la ricchezza ma la conquista.
Mi chiedo cosa avrebbe fatto Eskimo, se Zagor non l'avesse fermato per
la seconda volta. Dove sarebbe arrivato il suo dominio. Avrebbe cercato
di espandersi a sud, avrebbe cercato di distruggere il suo nemico, il
re di Darkwood. Io non credo. L'eschimese era troppo furbo per lasciarsi
andare ad avventati desideri di vendetta, che in genere hanno come unico
risultato una sonora sconfitta.
Quale sarebbe stato il passo successivo dopo Fort Resolution? Dopotutto
i suoi sudditi erano solo esseri umani e sarebbero stati spazzati via
da un'offensiva ben architettata.
La sua invulnerabilità fisica lo aveva illuso al punto di credere
di essere imbattibile?
Ma queste domande resteranno senza risposta. Zagor si frappose
di nuovo fra Eskimo e i suoi piani e, nonostante affrontasse
un avversario inattaccabile, lo Spirito con la Scure ebbe comunque
la forza di sconfiggerlo.