Questo è il resoconto del viaggio lungo il fiume
Tallapoosa
dalla piccola cittadina di
Meadow
fino al lago
Misty Lake
, in un territorio sconosciuto dal quale nessuno aveva mai fatto ritorno.
Tutti i temerari partiti dalla cittadina, ultimo avamposto della regione
fortemente voluto e abilmente gestito, tranne qualche problemino ecologico, dal
sindaco
Mortimer Rothman
, non avevano mai fatto ritorno; si vociferava di strane creature e di una
natura particolarmente ostile.
Fu così che quando il direttore della Tutti Frutti company
Homerus J. Bannington
, volle provare il brivido dell'avventura per rinvigorire l'estro epico sopito
ormai da generazioni, organizzò una spedizione sul fiume,
Zagor
venne coinvolto per rendere più sicuro il viaggio dell'avventato esploratore.
Una sfida all'ignoto, il confronto con un territorio inesplorato, la
generosità spinsero lo Spirito con la Scure, e il malcapitato
Cico
in una delle sue più avvincenti e pericolose escursioni nella natura ancora
selvaggia del Nord America.
Incontrai
Zagor
e il suo buffo compagno a
Meadow
grazie alla mediazione del sindaco
Rothman
che temeva la fama sinistra che una nuova disgrazia avrebbe sicuramente
alimentato.
Nessuno di quelli che avevano tentato prima di noi aveva mai raggiunto la
destinazione e di ogni missione si erano perse completamente le tracce.
Io avevo accettato di buon grado: l'idea di viaggiare a fianco di un uomo che
era considerato una leggenda al pari dei grandi miti dell'antichità mi
galvanizzava. Purtroppo non diedi ascolto ai suoi ammonimenti: aimè non potevo
certo immaginare che la mia folle ambizione avrebbe richiesto un così doloroso
contributo di sangue.
Avevo assoldato quattro uomini esperti:
Frisco Kid
, il fuochista
Tattoo
, il battelliere
Walter
e il capitano
Moreland
e nessuno di essi tornò indietro.
Avevo acquistato un'imbarcazione alla quale avevo dato il nome beneaugurante di
Athena
la dea che guidò Ulisse nelle sue peregrinazioni dopo l'assedio di Troia.
Partii da
Meadow
pieno di speranze e ancora oggi soffro per il rimorso di quei coraggiosi che
hanno perso la vita.
Ero molto deluso dalla prima parte del viaggio; sembrava di essere nel giardino
pubblico della mia città,
New Haven
, e certo il mio già ristretto estro poetico non veniva alimentato da quella
che ormai stavo considerando una gita domenicale, quando il fiume d'improvviso
ci rivelò la sua natura malvagia.
Dapprima delle rapide con dislivelli sempre più alti che mettevano a dura prova
la perizia dell'equipaggio e poi gorghi improvvisi, minacciosi, enormi come
bocche fameliche bramose di inghiottirci. Ci salvammo per un disperato colpo di
timone grazie all'abilità del capitano.
La natura del luogo si era finalmente rivelata a noi.
Purtroppo quelle insidie naturali che avevano messo a dura prova il nostro
scafo si rivelarono ben poca cosa in confronto ai pericoli che ancora dovevamo
affrontare. Ci eravamo appena fermati a controllare la solidità della chiglia e
rifocillarci con un po' di carne che venimmo assaliti nuovamente da quel posto
maledetto. il simpatico amco di Zagor ci aveva fatto notare la presenza di una
singolare pianta carnivora, di quelle che vivono nei paesi tropicali e tutti
eravamo lì piacevolmente incuriositi ignari della minaccia che stava covando
sotto i nostri piedi.
Quel virgulto all'apparenza innocuo che si stava nutrendo con il pasto di
Cico
non era altro che una propaggine minima di un essere vegetale mostruoso che
aveva ormai avvinto il battello. Ancora una volta ci salvammo senza perdite
grazie agli sforzi di tutti, ma soprattutto alla furia di
Zagor
.
La notte successiva, senza tregua, ci fu il primo evento luttuoso.
Frisco Kid
fu rapito da una tribù di scimmie antropomorfe dotate di una organizzazione
sociale e una aggressività omicida pari solo a quella dell'uomo.
Erano in grado di usare utensili e erano armate di clave che nelle loro mani e
con la loro forza erano micidiali quanto i nostri fucili.
Le inseguimmo fino al loro covo un anfiteatro nella roccia nel quale
consumavano i loro riti crudeli. Il loro capo uccise il ragazzo in un duello
impari e fummo ben presto circondati senza speranza di fuga: poco dopo anche
Tattoo
perse la vita.
A quello che seguì stento ancora a credere.
Zagor
, affrontò la scimmia dominante come Ercole l'idra e la sconfisse dopo un
duello interminabile.
Riuscimmo a raggiungere l'imbarcazione e a sottrarci alla furia dei primati per
un soffio.
La morte di
Walter
ci colse di sorpresa. Ci eravamo accampati in un' ansa del fiume tranquilla,
spoglia, con insoliti pinnacoli rocciosi e un piccolo sfiatatoio sullo sfondo
dal quale usciva un pennacchio di fumo giallastro. Nonostante la particolare
natura del luogo niente lasciava presagire alcuna minaccia.
Dormimmo.
Il mattino mentre prendevamo il caffè e ci accingevamo a salpare la situazione
precipitò. Il piccolo sfiatatotio iniziò ad eruttare un denso liquido
giallastro innocuo per noi ma con la proprietà di stimolare l'nnalzamento
repentino dei picchi rocciosi raggiunta una altezza massima perdevano
stabilità e iniziavano a rovinarci addosso.
Walter
rimase sepolto sotto uno di essi e la
Athena
subì danni irreparabili.
L'ultima parte del viaggio fu allucinante.
Eravamo in quattro su una zattera. All'inizio sia Moreland che Zagor erano fiduciosi in quanto avevano calcolato che il lago in linea d'aria doveva essere vicino; ma l'anima malvagia di quel fiume maledetto stava ancora attendendo di giocare le sue carte migliori.
Le sponde si innalzarono in due alte pareti rocciose, lisce come specchi che non consentivano approdi e riflettevano, abbacinanti, la luce del sole. Passammo nella gola quasi due giorni sfiniti dalla veglia notturna e prosciugati di ogni energia dal sole implacabile.
Il lago ci si presentò come un miraggio; tutto sembrava finito ma il fiume voleva ancora il suo ultimo tributo di sangue.
Si levò impalpabile e poi sempre più impenetrabile una nebbia violacea che ci avvolse e ci imprigionò. D'improvviso cominciarono le visioni. Le immagini delle persone a noi più care si proiettavano sulla coltre nebbiosa, che probabilmente esercitava un qualche effetto allucinogeno, e ci chiamavano per trascinarci negli abissi della dolce acqua del lago.
Moreland fu inghiottito nel nulla e solo la forza d'animo di Zagor impedì anche a me e a Cico di soccombere.
Fummo raccolti dai soldati del forte, noi salvi e gli altri compagni per sempre persi in quella landa maledetta in virtù della mia folle ambizione
La prossima volta solo viaggi organizzati caramba y carambita. Questa era proprio la volta buona per non seguire Zagor in un'altra di quelle folli imprese...
Però non avevo molta scelta. Avevo incontrato Trampy e la situazione si era fatta un pochino pesante per me a Meadow.
Comunque dai topi li avevamo liberati no? Ma questa è un'altra storia...
Cosa ricordo del viaggio? Poco per fortuna. Solo quei fagioli lessi e quella pianta.
Ma se anche le piante iniziano a mangiare lo spezzatino dove andremo a finire?
Lei ha conosciuto Zagor: che impressione le ha fatto?
Zagor penso sia la persona che tutti quelli appassionati di epica come me desiderano incontrare. In lui sono incarnate tutte le virtù degli eroi dei poemi omerici. La forza, l'agilità, l'astuzia; ma soprattutto la generosità e lo sprezzo del pericolo. Un uomo eccezionale, un Titano, un semidio... Mi resta molto difficile credere alle voci sulla sua morte.
Signor Bannington, tenterebbe di nuovo un'impresa del genere?
Mai. Per tre motivi.
Primo: le vite perse sull'altare della mia folle ambizione.
Secondo: ho capito che la mia ambizione aveva la base su un talento inesistente
Terzo: sono invecchiato di dieci anni nel corso di quella sfortunata spedizione e preferisco stare qui calmo a cmmercializzare le mie marmellate...
La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio?
La vita non è un sogno caro amico mio. La mia vita, almeno, è questo vasetto di marmellata con su scritto:
nel cammino della vita non esiston giorni brutti quando intingi le tue dita nel vasetto tutti fruttiComunque di notte sogno il vate Omero che mi declama i suoi versi e questo un po' mi aiuta a vivere meglio!
Odissea Americana di | |
disegni | Gallieno Ferri |
storia | Guido Nolitta |
Odissea Americana | |
scheda | Vittorio Sossi |