La
posse che era partita all'inseguimento dei presunti autori della rapina
alla banca è appena rientrata. Mancano cinque persone all'appello:
Trevor lo sceriffo, Kurt il nostro concittadino noto per
il sangue caldo, il vicesceriffo Luke, l'avventuriero che aveva
dato prova di sangue freddo e mira infallibile ieri nel saloon, Staggler
e il personaggio più famoso della nostra bella Darkwood,
Zagor. Se vogliamo contare anche il messicano dalla simpatia
travolgente, che da sempre è compagno di avventura dello Spirito
con la Scure, il numero è di sei: sei coraggiosi che hanno osato
affrontare le insidie della Terra da cui non si Torna. Il pittoresco
e inquietante nome che gli indigeni hanno dato alla vasta zona paludosa
ad ovest della nostra Munrowhill.
Nessuno avrebbe potuto immaginare che l'arrivo del carrozzone di Darnel
sarebbe stato foriero di tante emozioni.
Dobbiamo credere a Zagor che sostiene che gli attori non possono
essere gli autori del furto o dobbiamo affidarci alle apparenze che
sono tutte contro di loro?
Il
bandito che ha rapinato la banca era un solitario ma è stato
visto aggirarsi nei pressi del carro di Darnel.
E poi. Perché stavano attaccando i cavalli se non per fuggire?
Senza dimenticare gli incresciosi avvenimenti di ieri sera nel saloon.
Quel pendaglio da forca appena uscito dal penitenziario che ha avvicinato
il più giovane del gruppo, Bush, svelandone i trascorsi,
non proprio cristallini, in galera.
Prima
che intervenisse Zagor ad allontanarlo e Staggler ad impedire
che un'azione vigliacca ponesse termine alla sua vita. Anche il bieco
Cotton Mallory e il suo compare sono spariti insieme al carro
di Darnel.
Sono tutte circostanze che depongono a sfavore degli amici di Zagor.
Ma
non è tanto la rapina, fortunatamente senza vittime, a tenere
banco nelle discussioni di strada oggi. Piuttosto ci chiediamo tutti
se queste persone torneranno dall'ignoto che ha inghiottito tanti guerrieri
indiani e che ha valso quel nome tenebroso alla palude...
Conosciamo tutti La Terra da cui non si Torna. Nessuno di noi
qui a Munrowhill può vantarsi di averla visitata. Ma tutti
quelli che ci hanno provato non hanno più fatto ritorno. Non
si sono più avute notizie di quei pochi che hanno osato affrontare
i soffocanti miasmi sulfurei, per addentrarsi nella palude. E anche
il tentativo di scalare le montagne dall'altro lato, quei picchi taglienti
come il vetro, non è mai riuscito ad alcuno.
Quale
sarà il destino dei nostri amici. Di Staggler. Lo
straniero che si è dimostrato tanto veloce con la pistola da
salvare la vita ad una volpe come Zagor
Del povero sceriffo che insegue la pensione come coronamento di una
vita dedicata alla sicurezza della nostra cittadina.
Di Kurt. Sempre pronto ad attaccare briga con chiunque e che
per nulla al mondo avrebbe lasciato i risparmi di una vita nelle mani
dei rapinatori.
E anche di loro...
Degli sventurati che hanno scelto come rifugio un posto che si sussurra
peggiore dell'inferno...
Non possiamo che attendere trepidanti e curiosi e sperare che qualcuno
riuscirà a tornare; si svelerà così un mondo ad
un passo dalla sicurezza delle nostre case, ma tanto distante dalla
vita sonnolenta con il suo carico di incertezza e mistero.
Ci auguriamo tutti di vantarci, quanto prima, della dissoluzione di
un altro mistero di questo selvaggio continente.
E ancora una volta il protagonista, suo malgrado, di questa conquista
potrebbe essere Zagor; che già era tornato dal fiume Tallapoosa
e dal lago Misty Lake. Ma l'esperienza doveva essere stata terribile
anche per un uomo della sua tempra, che mai ha voluto raccontare le
vicissitudini dell'attraversamento di quella regione inesplorata.
Lon Darnel aveva saputo da Zagor dell'esistenza della
Terra da cui non si Torna e sperava che nessuno li inseguisse;
confidando nella propria innocenza e nella certezza della scoperta del
vero colpevole.
I tre fuggitivi affrontarono i miasmi soffocanti della palude, senza
per nulla immaginare i pericoli ai quali andavano incontro e completamente
immemori del passeggero che stava dormendo all'interno del carro
Fu
proprio Cico, ridestato dal vapore, a scatenare il primo attacco
delle creature della palude. I salsicciotti che fece cadere in acqua
attirarono torme fameliche di pesci carnivori, che ben presto presero
d'assalto il carrozzone; grazie alle loro pinne atte a spingersi anche
sul terreno solido e che permettevano loro una certa capacità
di movimento al di fuori dell'acqua.
Riuscirono a toccare terra giusto in tempo per non finire divorati e
allontanarsi a distanza di sicurezza.
La Terra da cui non si Torna aveva mostrato il suo volto crudele.
Ma quella fuga disperata si rivelò ben presto inutile. Spronati
da Zagor, preoccupato per Cico e per gli altri, alla colpevolezza
dei quali non voleva credere, gli inseguitori li raggiunsero presto
e Bush, in preda al terrore di dover finire di nuovo in galera,
fuggì nella nebbia di quel mondo ignoto.
A conferma dei sospetti il vicesceriffo Luke rinvenne il bottino
della rapina nascosto sul carro.
Ora
che tutto sembrava apparentemente risolto non restava che ritrovare
il ragazzo e allontanarsi prima possibile da quella Terra Maledetta.
Ma altre creature erano in agguato e avrebbero costretto il gruppo ad
attraversarla per intero.
Il primo imprevisto fu l'agguato allo sceriffo Trevor. Strani
esseri rettiliformi si annidavano nella vegetazione in attesa di prede.
Quando lo sceriffo si allontanò per prendere dell'acqua i rettili
gonfiarono i loro corpi, si sollevarono da terra e si precipitarono
sullo sceriffo emettendo un terribile fischio.
Solo con una fuga precipitosa riuscirono a sottrarsi alla minaccia e
si scontrarono con una dura realtà.
Un'altra palude tagliava loro la strada.
Nel
frattempo lo sceriffo bruciava di febbre per il veleno delle creature
e Zagor e Darnel si inoltrarono nella foschia per recuperare
Bush.
Al loro ritorno due cose terribili erano accadute. Il povero Trevor
era morto, ucciso dai quei morsi all'apparenza innocui, e una nuova
spaventosa minaccia arrivava a grandi balzi.
Una torma di rospi giganteschi, carnivori e in grado di emettere un
acido potentissimo.
Solo l'uscita dalla palude permise ai nostri amici di salvarsi, pur
lasciando dietro di loro anche il cadavere di Kurt; al quale
era costato caro il recupero dei suoi quattrini.
Il
gruppo di sopravvissuti si avviò mesto e silenzioso verso le
Pietre Taglienti, per raggiungere l'unica via d'uscita ormai
praticabile.
La vegetazione diradava in una prateria e le minacce sembravano finite.
Ma il panorama che videro da un'altura tagliò le loro speranze.
Le Pietre Taglienti si vedevano lontane, quasi irraggiungibili,
separate da un esteso deserto.
Una volta tanto la Terra da cui non si Torna diede loro una mano.
Al margine del deserto pascolavano tranquillamente degli strani uccelli:
certo non simili a nessuna specie sconosciuta. Essi avevano la struttura
da gran corridori. Come gli struzzi. La mattina dopo con grande stupore
videro gli uccelli radunarsi e iniziare l'attraversamento del deserto,
correndo come locomotive impazzite. Zagor e Staggler non
persero tempo.
Avevano
capito che la loro unica possibilità era utilizzare gli animali
come cavalcature. In groppa a quegli strani bipedi iniziarono un veloce
e alquanto scomodo viaggio, che li avrebbe portati in un soffio alle
Pietre Taglienti.
Ma la Terra da cui non si Torna voleva ancora un tributo di sangue
ed era destino che Bush non sarebbe mai vissuto da uomo libero,
almeno su questa terra.
Gli
strani bipedi dovevano pagare un dazio di morte per attraversare il
deserto. Dalla sabbia, preavvertiti dal nervosismo degli animali, iniziarono
a sbucare le teste di quelli che i nostri amici ribattezzarono Collolungo.
Veloci come saette si abbattevano sul collo o sulle zampe dei poveri
corridori stroncandone l'esistenza. Anche Bush fu sopraffatto
da una di queste bestie e fu sepolto alle falde delle Pietre taglienti.
I nostri amici avevano attraversato per primi La Terra da cui non
si Torna. L'unico problema era ora discendere, sull'altro versante,
le rocce affilate delle Pietre Taglienti.
Ma prima la verità sulla rapina a Munrowhill doveva essere
svelata.
Il
problema di scendere la tagliente parete rocciosa che li separava dal
ritorno al mondo normale, fu risolto ingegnosamente con la costruzione
di un argano e di un cesto che poteva portarli giù senza conseguenze.
Gli uomini si sobbarcarono senza lamenti la fatica di issare i tronchi
fino alla sommità della montagna, spronati dalla frenesia di
abbandonare per sempre quella terra foriera di tanti lutti.
Luke,
il vicesceriffo impose che i primi a scendere fossero lui
e Darnel; perché anche se il girovago sembrava estraneo
al furto era pur sempre un ricercato.
Ma giunti a terra il vero movente di Luke non tardò a mostrarsi.
Era lui il vero autore del furto, e, dopo aver tagliato la fune e abbandonato
l'attonito Darnel, si diede precipitosamente alla fuga.
Ma altri due attori marginali della vicenda erano ad attenderlo. Il
bieco Cotton Mallory e il suo compare avevano aspettato pazientemente
dall'altro margine della Terra da cui non si Torna nell'ipotesi
che gli altri fossero riusciti dove nessun altro mai aveva avuto successo.
Con un solo scopo: raccogliere il bottino senza il minimo sforzo!
Luke morì nello scontro a fuoco che ne seguì e Mallory trovò la sua giusta fine per opera della scure di Zagor. Il bottino era stato recuperato, Darnel scagionato, e, soprattutto, quel manipolo di coraggiosi erano i primi ad essere tornati vivi dalla Terra da cui non si Torna!
Consueto
appuntamento di divulgazione scientifica con i nostri esperti di evoluzione
e biologia, il professor Kruger e il suo assistente Mayer.
Esimi professori cosa avete da dirmi su questa avventura?
Ach, Wundebar mein freund. Un posto simile è un paradiso per un naturalista. Un mondo incontaminato in cui la natura ha vissuto in un equilibrio privo di sconvolgimenti crostali, protetta da contaminazioni esterne. Mai Zagor in seguito ci ha parlato di questa terra. Se lo avesse fatto avremmo piantonato il suo rifugio fino a quando non ci avesse condotto lì!!!
Immagino che sareste andati anche da soli se lui non avesse accettato!
Ach. No. Le tristi esperienze con il professor Weiser ci hanno convinto dei nostri limiti. Non saremmo sopravvissuti un'ora in un posto tanto pericoloso; nonostante tutto il nostro bagaglio di conoscenze scientifiche teoriche.
Che conclusioni avete tratto dal resoconto?
Ach devo ammettere che tutto quello che abbiamo
sentito potrebbe corrispondere alla teoria di Mayer della supremazia
degli anfibi in un mondo abbondante di acqua e con paludi persistenti.
Il microclima relativamente caldo inoltre ha permesso a rettili e
uccelli di convivere e ha ostacolato il sopravvento dei mammiferi;
se si eccettua qualche rara specie di marsupiale come quello che hanno
divorato al bivacco Cico e gli attori.
Del resto si presuppone che in ambienti isolati come quello australiano
il dominio dei rettili e dei dinosauri abbia potuto continuare a lungo
oltre la presunta e misteriosa estinzione di massa della specie.
Tutto questo è VERAMENTE interessante. Ma cosa mi dite di quelle stravaganti specie animali. Sono frutto della fervida fantasia di Cico o possono avere un fondamento reale?
Questo punto, mein freund, è il più
interessante. Tutto sembra combaciare con recenti osservazioni di
resti fossili. Quei pesci spaventosamente famelici che hanno assalito
i girovaghi nella palude e che potevano trascinarsi a stento sulla
terra ferma sembrano i discendenti dei primi anfibi: gli ittiostegali.
Anche se non risulta che fossero così aggressivi. Del resto
non avevano mai assaggiato dei salsicciotti! non concordi anche tu
Mayer?
Ya tutto sembra confermare le teorie più spregiudicate... Delle
quali noi siamo i portavoci ovviamente. Ti ricordi sul Dark Canal
quei pesci che si erano affrancati dall'ambiente acquoso? Fortuna
per noi che non erano così aggressivi!
E come spiegate quei rospi giganti?
In questo caso possiamo solo formulare qualche ipotesi. Probabilmente la lotta per la sopravvivenza era molto serrata e la mancanza quasi totale di insetti e altri artropodi, non sono stati menzionati, a spinto i batraci all'accrescimento delle dimensioni con conseguente riarrangiamento delle loro abitudini alimentari. Sono passati alla digestione esterna come i ragni espellendo direttamente i succhi gastrici. Anche oggi molti rospi sono in grado di spruzzare veleno a grandi distanze. Potrebbe usare le stesse strutture e le stesse ghiandole. Forse...
La cosa che mi ha colpito di più, nella mia ignoranza, è lo scarso numero di specie animali incontrate dai nostri amici?
Domanda molto arguta. Forse l'isolamento ha impedito
che dopo la grande estinzione del mesozoico la fauna e la flora si
rinverdissero e dessero luogo ad una nuova radiazione adattativa.
Quelle poche specie che sono sopravvissute si sono distribuite enormemente
strappando la possibilità di colonizzazione a nuovi arrivati.
La sterilità dei cambiamenti dell'ecosistema ne ha consentito
la perpetuazione.
Ora che mi ci fai pensare ciò è terribile amico mio!
perché un sistema così semplice è sempre sull'orlo
della catastrofe biologica. Del resto la cosa che mi ha colpito di
più è la scarsa presenza di erbivori, se si eccettuano
quegli antenati degli uccelli. Forse La Terra da cui non si Torna
è destinata ad una sterilità biologica. Mayer
prepara le valigie è ora di fare un viaggetto a Darkwood!
Prima che sia troppo tardi!
Professori?! Dove andate!?
Ehi aspettate un momento... non ho ancora finito l'intervista ho un
sacco di domande da farvi! E quegli strani esseri volanti? professoriiii...
Il periodo di Zagor gestito da Toninelli è spesso etichettato
come un medioevo zagoriano. Lungi da me contrastare questa affermazione
in quanto neanch'io lo ricordo con particolare piacere e ho salutato
con soddisfazione la doppia gestione Burattini - Boselli. Però
non mi sento di dire che tutta la produzione di Toninelli sia da buttar
via. Soprattutto nel periodo iniziale l'autore ha fatto grossi sforzi
per non interrompere la continuità con la precedente gestione
nolittiana, traghettata senza grossi scossoni soprattutto da due volpi
talentuose come Castelli e Sclavi.
Nelle sue prime storie Toninelli firma un ritorno alle origini recuperando
personaggi tosti e violenti, troppo affrettatamente dimenticati, come
"Bimbo" Sullivan e One Eyed Jack, Timber Bill e Eskimo. Con
risultati devo riconoscere alquanto altalenanti.
Insieme ai cattivoni recupera anche una schiera immensa di comprimari:
Tawar, Satko, e persino il pasticcione "Cucciolo" che probabilmente
nessuno si aspettava più di vedere su Zagor.
Il fatto che le storie alternavano alta e bassa qualità non so
se è da attribuire a scelte superiori su chi dovesse tornare.
In alcuni casi si vede che le storie sono tirate lì senza coinvolgimento.
Non mi spiegherei il ritorno di uno dei più ridicoli, a partire
dal nome, personaggi: Olaf Botegosky. Errare è umano e perseverare
è diabolico.
Prima che si acuisse la sua disaffezione per Zagor e fossero bocciate
le sue scelte evolutive sul personaggio, Toninelli ha sfornato molte
storie gradevoli e ben costruite.
Fra le quali l'attraversamento del continente americano con Beau Windham
e questa che io considero la Terza Odissea Americana; dopo l'omonima
avventura e il viaggio mortale dei vichinghi a Nuova Vita.
Anche qui si ricalca lo schema delle prime due avventure firmate da
Nolitta. Una regione completamente inesplorata, libera di evolversi
indipendentemente dal resto del mondo, una serie di invenzioni biologiche
e geologiche e un gruppo di disperati, prigionieri, e in cerca di una
via di uscita.
La storia presentata su queste pagine si distingue però per una
più accurata ricostruzione scientifica. Si abbandona la fantasia
sfrenata delle prime due e si costruisce un mondo apparentemente bloccato
a 65 milioni di anni fa, ma in realtà completamente libero nelle
sue scelte evolutive. Alcune delle creature presentate hanno fondamenti
paleontologici, altre sono frutto di possibilità inesplorate
dalla vita ufficiale.
L'unica cosa che mi sento di rimproverare è un certo sbilanciamento
fra predatori ed erbivori, ma possiamo ragionevolmente supporre che
le creature più miti sono passate inosservate ai viaggiatori.
Se non vogliamo dimenticare lo stravolgimento della personalità
bizzarra e comica di Verybad, l'assoluta assenza di Fishleg e del suo
equipaggio, e una serie di storie senza nerbo nel periodo finale, non
scordiamoci neanche di queste belle pagine di avventura zagoriana.
La palude dell'orrore di |
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storia | Marcello Toninelli |
disegni | Gallieno Ferri |
Terra Maledetta |
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scheda | Vittorio Sossi |