Una canzone di addio a Darkwood rappresenta il vero inizio di
questa avventura con Rochas, Doc Lester, Chapman
e Cico che abbandonano Zagor per raggiungere il Goose
Creek e inseguire il miraggio dell'oro.
Oh, we are the darkwood trappers far away from home
ever get back to Darkwood we never more will roam
and stay at home in Darkwood, where will work our little truck-farm!
Ma Cico ha la sfortuna di trovarsi sulla traiettoria del fucile
di Rochas che, più ubriaco del solito, lo colpisce per
sbaglio.
La ferita si rivelerà essere (parole di Doc) una lacerazione
torpida ulcero-infettiva, cioè una semplice abrasione. Ormai
però il danno è fatto e Zagor, precipitatosi sulla
canoa, segue suo malgrado i suoi amici fino a Goose Creek..
Qui Cico impara a sue spese che i rapporto umani si involano
di fronte all'avidità e rimane senza uno straccio di concessione
aurifera, mentre i trappers di dileguano.
Una bella sorpresa premia invece Zagor: la scritta
The Sullivan Magic Show su un tendone. Così Zagor
ritrova i suoi curatori di immagine: i favolosi Sullivan.
La famiglia con l'arte nel sangue, abbandonato per il momento l'amore
per il teatro, si diletta in numeri di magia, insieme al loro nuovo
aiutante: Durga l'egiziano.
Cosa più rilevante, soprattutto per Cico: i Sullivan hanno
il claim più ricco dell'intero giacimento.
Il messicano può quindi sfilare sornione e tronfio di fronte
ai suoi ex-amici che si arrabattano inutilmente.
Ma il claim dei Sullivan fa gola a Tom Wallace: un farabutto
che tutti ritengono responsabile di misteriose sparizioni di cercatori
e di rilevamenti abusivi di claims.
La visita di Wallace e dei suoi angeli custodi al claim dei Sullivan
finisce in una colossale zuffa, nella quale gli aggressori hanno la
peggio.
La convivialità e il buon umore degli amici ritrovati vengono
però interrotti da una una visita dello sceriffo che ha un mandato
di arresto per Tobia. L'accusa è aver rapinato il Deposit
Office di Tom Wallace. Purtroppo nel carrozzone viene rinvenuto
un sacchetto parte inequivocabile della refurtiva.
Pa' Sullivan viene tradotto in galera e, dopo un frettoloso e
ridicolo processo, condannato a morte (con legittimo sospetto).
Zagor per amicizia e riconoscenza , e soprattutto perché
è pronto a giurare sulla innocenza di Tobia, organizza
una spettacolare fuga durante l'impiccagione.
Ma Wallace non si dà per vinto e sguinzaglia sulle tracce
dei Sullivan una banda di Cree dei quali si serviva per far sparire
i cercatori ribelli.
Dopo un sanguinoso scontro rimane in piedi solo Twisted Hair
fra gli aggressori: confessa le sue colpe, identifica in Wallace il
mandante degli omicidi e rivela di essere atteso da lui alle sorgenti
sulfuree di Hot Spring.
Zagor si reca all'appuntamento e neutralizza Wallace e
il suo complice Steel dopo aver appreso, con suo sommo stupore,
che la rapina al Deposit Office non è inventata ma è
successa realmente.
Chi quindi si è sostituito a Pa' Sullivan?
Alla fine il colpevole si rivelerà essere Durga l'egiziano
che mirava a prendere il controllo del Claim (lo aveva prontamente registrato
a suo nome dopo l'arresto) per rifarsi di tutti gli anni passati a servire
Sullivan.
Una storia frizzante che mantiene quello che promette: pugni e pepite.
Nel suo svolgersi però, la vicenda assume tinte più cupe
e più gialle. Alla fine l'azione apre al mistero quando Wallace
si rivela all'oscuro del complotto.
Mirabile il ragionamento deduttivo che porta Zagor alla soluzione
1)una persona che ha facile accesso al baule dei vestiti
2) in grado di nascondere le pepite sotto la branda
3) un forte interesse a far incriminare Pa'.
e soprattutto lo stratagemma finale con il quale inchioda Durga:
degno del miglior Poirot!
La storia si chiude come era iniziata con una canzone: in questo caso
un'ode a Darkwood (il fiume):
They say there is a stream where crystal water flow
here is the stream that lead to Darkwood!!
Nota: Burattini, nello speciale 7, ci rivelerà che questa
canzone è stata composta addirittura da Wandering
Fitzy.
Vittorio Sossi