Ellinor Monroe è
forse la figura più triste tratteggiata da Manfredi nella
saga magicoventiana.
Una donna fragile. Una donna abusata. Non possiede una vita propria. La
sua esistenza si trascina prevaricata da figure gigantesche e tiranneggianti.
Suo padre Basil, sua madre Willa e suo marito: Howard Hogan,
che la sposa solo per interesse, mirando al prestigio economico e sociale
della sua famiglia.
E quando tutti e tre si allontanano, i genitori uccisi e Hogan per
occuparsi dei suoi affari a Chicago, cosa ne sarà di questa
creatura indifesa?
Un cuore di madre non abbandona mai i suoi figli e Willa torna dalla
tomba per proteggere la sua bambina. Attraverso il suo stesso corpo.
Ma il cuore di madre di Willa è un cuore nero. Colmo di odio.
Sfruttata da suo marito Basil allo stesso modo in cui Hogan
sfrutta sua figlia: per acquisire potere e successo.
Hogan è stato pietoso, o forse più crudele, limitandosi
ad allontanare Ellinor dalla sua vita e a farla scomparire nel dimenticatoio
della sua villa, circondata da servitori-sorveglianti.
Basil aveva fatto di più: aveva ucciso Willa vigliaccamente,
spingendola alle spalle giù per le scale.
E il cuore nero di Willa buca la tela del suo ritratto per occupare
quello candido di Ellinor.
Così, con le membra della sua figliola la donna aveva iniziato la
sua vendetta, uccidendo suo marito, spingendolo giù dalla balaustra
di un battello fra le pale dell'elica. Guardandolo negli occhi mentre cadeva.
Su quel battello c'era un viaggiatore: un oscuro giovanotto che aspirava
a diventare qualcuno nell'alta società, Howard Hogan. Egli
aveva apparentemente salvato Ellinor dall'aggressione di un marinaio
durante il viaggio. In realtà quel marinaio aveva visto l'omicidio
di Basil e cercava di fermare la donna.
Willa consumata la sua vendetta si ritira ed Ellinor, ignara
di tutto, si affida completamente al suo salvatore. Il matrimonio fra lo
sconosciuto arrampicatore sociale e l'ereditiera della potente famiglia
è argomento di discussione dei salotti mondani.
Grazie al potere e alle amicizie ereditate dai Monroe, Hogan inizia
la sua scalata sociale in una girandola di feste e ricevimenti, per impressionare
i suoi futuri soci d'affari.
Ellinor soffre quella mondanità e si rinchiude sempre più
in se stessa. Diventa un peso. Hogan la reclude nella sua dimora,
circondata da personale a lui fedele, il cui unico scopo è tenerla
intorpidita nella sua inerzia mentale. Minacciata dal rancore di Rebecca,
la governante che era stata umiliata da sua madre e sfoga il rancore di
una vita su di lei.
All'improvviso un salvatore. Un giovane giardiniere che la ama e vuole portarla
via. Con sé.
Ellinor sembra scuotersi dal suo torpore, animata da una nuova volontà
di vita.
Ma quell'uomo non è che un altro profittatore...
L'agente Nails Harrison agli ordini del senatore Fulton, che
deve convincere la donna a testimoniare contro il suo potente marito.
Willa veglia. Il richiamo della figlia fa tornare di nuovo la madre.
E l'agente Harrison perde una mano e la vita nel labirinto di siepi
della villa.
Jim Brennan incaricato di mantenere i contatti con Harrison chiama
Poe e Magico Vento, per rapire Ellinor.
La furia di Willa si scatena e trascina con sé gli abitanti
della villa, in un anticipo di fiamme dell'inferno che li attende.
Tra tutti Rebecca, impietrita quando capisce di non aver di fronte
la tenera figlia ma la coriacea madre.
Magico Vento e Poe, quindi, rapiscono Willa e non Ellinor,
ricacciata nei meandri della sua mente impotente.
Willa ha deciso che nessuno dovrà più approfittarsi
di Ellinor e la getta fra le pale del battello come già aveva
fatto con suo padre.
Ellinor non è padrona di decidere neanche quando e come morire...
Per i consueti rimandi cinematografici ovviamente Psycho e soprattutto
l'allucinante Che fine ha fatto Baby Jane,(se vogliamo anche Che
fine ha fatto Totò baby altrettanto sconvolgente, nelle continue
angherie di Rebecca su Ellinor.
Vittorio Sossi