Il personaggio di Cole
Turpin è liberamente ispirato ad una figura realmente esistita:
l'etnologo e pittore George Catlin al quale è dedicato il
numero della Gazette di MV 28.
Come Catlin anche Cole Turpin ha dedicato la sua vita ai nativi
americani ritraendone la fierezza e l'orgoglio e testimoniando la molteplicità
degli usi e dei costumi, come espressione della ricchezza della loro cultura.
Manfredi adatta il personaggio alla sua storia e scopriamo nel numero 31
che Cole ha anche un secondo fine. Durante i suoi viaggi sottrae
per Hamilton Puck, un esoterista assertore di teorie lovecraftiane
su altre dimensioni e creature demoniache, manufatti sacri.
Noi incontriamo Cole Turpin ospite forzato dei Crow confinanti
con la tribù di Coda-di-Toro. Il vecchio capo Volpe-che-Corre
è stato appena destituito da Tempesta-di-Grandine, ed
è deciso a riconquistarsi la stima della sua gente indossando una
maschera sacra sottratta dallo stesso Turpin ad una tribù
del nord-ovest: la maschera del dio cannibale.
Il suo soggiorno fra i Crow è favorito dall'aura di magia
che gli indiani attribuiscono alle sue capacità figurative: credono
che Molti Colori, il suo soprannome, sia in grado di catturare su
tela non solo l'immagine dell'uomo, ma anche il suo spirito.
Ma il nuovo arrivato Tempesta-di-Grandine, che ha a lungo vissuto
con i soldati, non si lascia impressionare e Cole diventa
un vero e proprio prigioniero.
Disgustato dalla crudeltà del nuovo capo, prende il coraggio a due
mani, e fugge portando con sé lo sventurato Lepre Bianca:
un Lakota che salva dal palo della tortura.
Cole si unisce ai Lakota nella battaglia che rischia di trasformarsi
in una sanguinosa carneficina. Il suo provvidenziale intervento, indossando
la Maschera del Dio cannibale si fa passare per il defunto Volpe-che-Corre,
e la scomparsa di Tempesta-di-Grandine, scongiura il peggio.
Turpin si ferma nel villaggio di Coda-di-Toro proseguendo
il suo studio dei costumi dei nativi americani.
Qualche tempo dopo la sua esperienza si rivelerà di nuovo utile.
Una mostruosa creatura alata ha attaccato Magico Vento, trasformando
in un evento luttuoso l'allegra e combattuta partita a Shinny.
Buttato giù un identikit del mostro, Cole accompagna Poe
a Fort Rice: qui stazza il corpulento Hamilton Puck, studioso
di esoterismo. Questi riconosce immediatamente il mostro dal disegno di
Cole: si tratta del Vultur.
Puck possiede un libro maledetto scritto da Luis de Rivera
e custodito da un demonologo, Frate Alonso Benavides, "trovato"
tra le rovine di un'abbazia distrutta da un terremoto. Dalle pagine di quel
libro è scomparsa la figura del Vultur. Significa che qualcuno
lo ha evocato e lo sta usando per i suoi scopi.
Noi sappiamo che quel qualcuno non è altri che il pimpante Howard
Hogan, grazie alle capacità magiche di Aiwass: uno dei
terribili fratelli de La Volta Nera.
I tre moschettieri, Athos-Turpin Portos-Puck e Aramis-Poe,
si precipitano alla vecchia abbazia per neutralizzare lo sconosciuto stregone
e salvare dalla minaccia del mostro, Ned-Dartagnan.
Arriveranno troppo tardi per catturare Aiwass ma, per fortuna, troppo
presto per non finire sepolti dal crollo dell'abbazia, che si sbriciola
davanti ai loro occhi.
Cole Turpin non tornerà più. Del resto anche il suo
utilizzo nella seconda apparizione sembra un po' tirato...
Mi auguro però che Manfredi lo ripeschi e soprattutto ripeschi Hamilton
Puck, i cui interessi si potrebbero amalgamare con qualche bella avventura
cupa.
Aggiornamento del 11 maggio 2005:
Cole Turpin torna, almeno per lui sono stato esaudito. Lo ritroviamo nel villaggio dei Kutenai sulla riva del lago Flathead. Insieme a Magico Vento dovrà affrontare la minaccia del mostruoso pesce sacro di Yaukekam, forza primigenia dell'evoluzione e del cambiamento del nostro pianeta.
NOTA: George Catlin ha ispirato anche Mauro Boselli che
lo ha omaggiato in una avventura di Zagor come Henry Summers:
Ladro di Ombre nei numeri 334-336.
NOTA2: se siete interessati ai dipinti di Catlin e ad informazioni
sulla sua vita potete visitare la sezione a lui dedicata del portale
Farwest.it.
Una più ampia raccolta di immagini la trovate invece nel sito della
National Gallery of Art:
possiblità di navigare fra oltre 350 immagini.
(
Vittorio Sossi)