canzoni e poesie
L'estro creativo di
un genio incompreso (da Zagor)
il rude viandante
Zagor 82
Nolitta
Brilla il fuoco del bivacco
sotto un cielo senza stelle
ho condito col tabacco
le mie ultime frittelle
ho bevuto un po' di whisky
con la polvere da sparo
e a dormire sotto un cactus
questa notte mi preparo
un coyote da lontano
sta ululando a suqarciagola
anche lui, quel poveraccio
dorme senza le lenzuola
Cico forse vuole convincerci
che è anche lui un rude uomo di frontiera avvezzo ad ogni privazione.
O forse vuole solo lamentarsi velatamente con Zagor che ha la pessima
ostinazione di muoversi quasi sempre a piedi, quando si sta costruendo
una lunga e comoda strada
di ferro.
(Visto ne
La Strada di Ferro)
L'allegro incosciente
Zagor 86
Nolitta
Si ode uno schianto,
esplode il baleno.
Eppure io canto
e sono sereno.
Si mangia del pollo
si dorme all'asciutto
ormai ben satollo
nel letto mi butto
Voi venti invernali
crudeli soffiate,
ma sotto le coltri
è già piena estate
Dopo l'acquazzone che li aveva accolti a St. Chapel, al buon messicano non parve vero potersi abbandonare agli agi che quella dimora, benché tetra, offriva.
Tanto che si era impegnato in una toletta degna di un re!
Ma il messicano non poteva sapere che benché né i venti, né la pioggia né il freddo potevano nuocergli, fra quelle quattro mura, una ben più terrificante forza della natura incombeva sul suo collo:
Il barone Rakosi
(Visto ne
Angoscia!)
Il Bel Danubio Blu
Zagor 113
Nolitta
Là su Danubio Blu
Vivon le donne di scarsa virtù.
Che al suono di un violino
si ubriacano di vino...
Un solo versetto ci è giunto, in quanto subito dopo il povero Cico ha ricevuto un pestone in testa dal bieco "Memphis" Joe.
Il messicano era particolarmente allegro perché aveva potuto riempirsi la pancia con le raffinate vivande del barone Von Swieten.
Scopriremo alla fine della storia il significato di questi versi: Cico tra i fumi dell'alcool aveva impalmato la tenace
Clotilde!
(Visto neLa radura delle voci)
La Zagoreide
Zagor
Nolitta
Io non so se son poeta
o soltanto un musicista
Ma la voce che vi allieta
è pur quella di un artista...
Anche di questo poema ci è giunto soltanto il versetto introduttivo.
Eppure si sarebbe dovuto sviluppare in una vera e propria Zagoreide, poema epico di narrazione delle eroiche gesta di Zagor,
l'arrivo del solito guastafeste Drunky Duck, e del suo pappagallo Paquito, specializzato in
Posta Aerea, ha rovinato tutto!
Visto ne
La Scure e la Sciabola (l'Uomo Venuto dall'Oriente)
Desideri di un vagabondo
Zagor 150
Nolitta
sono un vecchio vagabondo
che mi aggiro senza pace
e di tutto quanto il mondo
vi dirò quel che mi piace
la mia dolce casettina
con le tende rosse e blu
ma più ancora la cucina
dove cuoce un buon ragù
Ogni tanto anche un uomo rotto
a tutte le esperienze di viaggio può sognare una calda casetta,
una calda mogliettina e soprattutto un caldo e fumante ragù!
(Visto ne
Il Segno del Coraggio)
La gioia del cuciniere il dramma
del pescatore
Zagor 236
Toninelli
Ecco Zagor mano lesta
con sveltezza i pesci prende
Mentre Cico sorridente
A cucinarli già si appresta
Zagor ha acconsentito dopo molte
lamentele a nutrire quel pozzo senza fondo del suo compagno quando quest'ultimo,
urlando a squarciagola, fa scappare tutti i pesci. Quado la moseca è
più forte della fame!
(Visto ne
La Grotta delle Mummie)
allegra attesa
Zagor 316
Toninelli
se l'attesa si fa lunga
e l'amico non ritorna
aspettando che lui giunga
io intaglio cervi e corna
e se poi più del dovuto
resta via il compagno ingrato
io intaglierò un imbuto
nella quercia in fondo al prato
Per una volta Cico e allegro
nell'attesa di Zagor perchè ha affidato i suoi soldi in un fondo
sicuro: l'Investisette. Sette imprese avviate dal nostro amato Trampy.
Non possono fallire sette imprese contemporaneamente. O SI?!
(Visto ne
Lo Spirito del Fiume)
Un Grande
Inventore
Zagor 395
Burattini
Chissà mai chi fu quel
tale
dal cervello eccezionale
pien d'ingegno e di intelletto
che un bel giorno inventò il letto
Benedetta la memoria
che il signore l'abbia in gloria
di quel tipo misterioso
dal talento portentoso
che chissà in quale landa
costruì la prima branda...
Lungo componimento del quale
riportiamo solo due quartine.
Filologicamente possiamo collocare questa poesia nel periodo "nero"
del messicano nonstante l'incipit e i toni leggeri.
In effetti la lunga vita di privazioni e tragedie aveva segnato l'animo
di Lopez che anche nei normali oggetti della vita borghese vedeva delle
mete irraggiungibili.
In questo caso dedica un'ode addirittura all'inventore del letto: un arredo
banale e comune che però rappresenta per il vate messicano un conforto
raro e prezioso.
(Visto ne
I Bassifondi di New York)
Frittura mista globale
Zagor 442
Rauch
Dopo tanto camminare,
se all'ocean son vicino,
più che voglia di nuotare,
quel che sento è un languorino
Quindi osrù non indugiamo,
e una tavola cerchiamo,
che la pancia assai mi duole,
più dei piedi e delle suole...
come inizio sopraffino,
un bel fritto di sardine,
da annaffiare con buon vino,
Che si versi senza fine...
A seguire orate al forno,
e una cernia che mi spolpo,
Con patate di contorno,
prima di passare al polpo...
ecco in breve reso onore,
con un pranzo da signore,
a quel grande pentolone,
che d'oceano porta il nome!
Questa lunga composizione, perno
centrale del periodo marinaresco del poeta, è una risposta alle
calunnie secondo le quali il buon messicano preferisse di gran lunga la
carne ai guizzanti abitanti dell'oceano.
Dai versi si evince una conoscenza perfetta della fauna ittica, che il
poeta mostra di apprezzare come tutte le altre cose belle della natura
e omaggia con versi di forza espressiva notevole.
La quartina finale riassume il concetto centrale della visione della natura
del poeta, che deve essere fagocitata dai vuoti interni del corpo per
essere appieno compresa nella sua essenza puramente metafisica.
L'Essere deve Divenire per continuare ad Essere in un'altra forma sostanzialmente
diversa ma che non muta l'essenza stessa dell'Essere!
(Visto ne
I Naufragatori)
La dinastia dei marinai
Zagor 449
Burattini
Ho avuto fra i miei avi
sia guerrieri sia inventori
Ma pur anche sulle navi
prodi gran navigatori
Un parente ebbi fenicio
poi un altro fu vichingo
io con grande sacrificio
la pagaia oggi sospingo
Sopra il mare è un'altra vita
è viaggiar tutto in pianura
Ma sul fiume che è in salita
Il remare è cosa dura
Meglio qui che camminare
non lo nego certamente
ma è fatica pagaiare
Risalendo la corrente
Ammirevole. Nonostante lo sforzo
di risalire la corrente di un fiume il piccolo cantore messicano si prodiga
per rallegrare lo core de l'amico suo.
In questa composizione il messicano elenca molti antenati dei quali non
c'è giunta notizia.
Conoscevamo i conquistadores, conoscevamo i primitivi e i paladini ma
dei vichinghi e dei fenici non c'era menzione giunta.
Quale panoplia di virtute codesto piccolo omo mostra all'altrui querico
sguardo.
(Ragazzi non je la faccio più a commentare le canzoni di Cico,
forse è meglio lasciar parlare solo i versi di Burattini che dite?)
(Visto ne
La Sorgente Misteriosa)
il battelliere
Zagor 450
Russo
Dopo un giorno di duro lavoro
getti l'ancora e cerchi ristoro
ma il rancio manca
la pancia borbotta
non cè pietanza
né cruda né cotta
Così fai un nodo per non pensare
sempre e comunque solo al mangiare
e proseguendo con i digiuni
annodi corde e annodi funi
Triste è la vita del
battelliere
scende la pancia sale il sedere
e il passatempo un tempo agognato
diventa l'ombra di quello che è stato
Sul battello vicino alla gabbia del ghepardo
(Visto ne
Il Sudario Verde)
il re di Darkwood
Zagor 451
Mignacco
Nelle terre d'oltremare
vive un re con doti rare
non ha sudditi né regno
ma governa in modo degno
Lo rispetta ogni persona
anche senza la corona
Come scettro usa una scure
per scacciar mali e paure.
Talismano contro i guai
è un gran re
ZA-GOR-TE-NAY
Pensare che con questa ode all'amico
di mille avventure il buon Cico voleva presentarsi dai maggior dignitari
europei e nelle reggie delle dinastie secolari di Spagna, nella reggia
di Versailles e alla torre di Londra.
(Visto ne
La Scorta Mohawk)
Il grande pescatore
Zagor 453
Burattini
Zagor devo qui aspettare
è un destino proprio ingrato
non ho i soldi per mangiare
e già sono assai affamato
Ma non sia che il discendente
di un conquistador spagnolo
non riesca a fare niente
se per caso resta solo
Così insieme ad un amico
mi son messo qui a pescare
ma cantando glielo dico
che lo voglio surclassare
Vecchio mio, grande imbroglione
sei un maestro nella truffa
ma a pescar son io il campione
ti farò sbottare: uffa!
e non temo concorrenza
caro pesce non mi scampi
vieni, abbocca alla mia lenza
lascia quella del buon Trampy!
Finalmente il bun messicano
riconosce la superiorità dell'amico di mille imbrogli nel truffare
la gente. Si illude però, per un momento, che possa almeno superarlo
nella paziente arte della pesca. Sappiamo tutti come andrà a finire
vero?
Cico è fin troppo sfortunato. Mentre l'unica sfortuna di Trampy
è incontrare il messicano nel bel mezzo di una elaborata truffa...
Cico sarà costretto a rimangiarsi i suoi versi e a beccarsi una
replica da Trampy:
sono il re dei manigoldi
e non so trovar la rima
ma ho un pesce e pur dei soldi...
Cico è a secco più di prima!
(Visto ne
Insetti Assassini)