Alzi la mano chi di voi non ha letto il Dracula di Braham Stoker - piccola licenza temporale Dracula è del 1897, quaranta anni dopo i presunti resoconti di Short N.d.R.- o il Vampiro di Polidori. Chi di voi non è rimasto affascinato da queste creature crepuscolari e terribili, che si nutrono della vita stessa degli uomini attraverso la linfa vitale che scorre nelle vene.
Ma la nostra terra americana ha ben altri misteri. Presi in prestito dalle culture dei nativi che stiamo spazzando via. E' impensabile che nelle nostre praterie e nelle nostre giovani città ci sia posto per la vecchia Europa e i suoi miti.
Eppure, gentile lettore, fra tutte le minacce che Zagor si è trovato ad affrontare, possiamo annoverare anche un Maestro della Notte, un succhiasangue, un vampiro.
E per aver ragione di lui, il Barone Bela Rakosi, Zagor dovette combatterlo per ben 3 volte... e c'è chi crede che questo mostro soprannaturale non sia ancora sconfitto!
Il primo scontro
avvenne in concomitanza dell'arrivo di Rakosi sul suolo americano. Il barone, protetto dai raggi solari e da qualsiasi altra minaccia nel rifugio oscuro di una cassapanca e vigilato dai suoi mastini gitani Molnar, Toth e Bator, si era aggregato alla carovana di Albert Parkman diretta a Fairmont.
Per vegliare sul ragazzo, una promessa fatta al vecchio Buddy Parkman, Zagor e Cico, sotto i falsi nomi di Harry Gordon e Martin Pereira viaggiarono fino a Fairmont.
Lì ci volle tutta la forza di Zagor per distruggere Rakosi, come narrato nelle altre pagine di questo numero della Gazette. Indispensabile fu l'aiuto di un medico jugoslavo, esperto di vampirologia: Metrevelic.
Il secondo scontro:
Rakosi, alla fine del primo scontro, era stato ridotto in cenere dai raggi del sole in un'alba tragica. Ma, come ebbe modo di constatare Metrevelic, i suoi resti erano scomparsi. Sembra incredibile ma c'era una possibilità di ricostituire il vampiro anche solo dalle sue ceneri. Bastava il sangue di una creatura innocente, un'eclissi di luna e soprattutto una goccia del sangue di chi lo aveva ucciso: Zagor.
Tralasciando i particolari sulla sua resurrezione, che sono trattati in un altro numero della Gazette, la cosa fondamentale fu che da quel mucchietto di cenere Rakosi si riformò, più potente di prima.
Aveva scelto come base il villaggio di Bergville, nel quale si erano stabiliti Aline e Albert Parkman dopo il loro matrimonio. Rakosi voleva per sé la bella Aline. Per farne la propria sposa e regina. Forse con un secondo fine di vendetta contro gli uomini che avevano contribuito a distruggerlo: Metrevelic, il padre e Albert, il marito.
L'intera Bergville fu tramutata in un villaggio di vampirizzati mentre Rakosi diffondeva il suo orrendo contagio... Ma Zagor era sulle sue tracce. Contro tutto e contro tutti riuscì a distruggere i piani del vampiro che fu scaraventato in un fiume con un paletto di frassino piantato nel petto.
Ma se Rakosi era tornato dopo essere stato ridotto in cenere, c'era da dubitare che tornasse per la terza volta?
il terzo scontro:
Così fu. In un'avventura che coinvolse in un incredibile ritorno anche la splendida Frida Lang, forse l'unico amore di Zagor, le forze del male e le forze del bene incrociarono le armi in una lotta senza quartiere, durante la quale le alleanze e le ostilità assumevano contorni sfumati. Soprattutto per l'ambiguità di Ylenia Varga, alla quale è stato dedicato un numero della Gazette. La sua natura vampiresca ne faceva una serva del male, ma il suo odio per Rakosi, che le aveva sottratto la luce del sole e il suo amato, fomentavano un fuoco sotto la brace, che incenerì il barone nell'incendio della dimora dei Fairchild, nella città morta di Blacktown.
E' il caso di credere a queste leggende? Voi conoscete il mio scetticismo ma se aveste visto la luce terrorizzata negli occhi dei testimoni di quei terribili momenti e le gocce di sudore che scivolavano silenziose sulle loro tempie, mentre rievocavano le avventure che li avevano visti protagonisti, non dubitereste neanche per un momento... E al calar della notte vi sentireste meno sicuri.
In fede Robert Short
Nonostante tutto il suo potere, anche una creatura delle tenebre come Bela Rakosi ha bisogno dell'appoggio di servitori umani: per proteggersi durante il giorno e preparare i suoi spostamenti. Cosa spinga degli uomini a nascondersi sotto il nero mantello di un vampiro è difficile da comprendere.
Molnar: Molnar è stato il più importante alleato di Rakosi dal suo trasferimento in America. Sopravvissuto al primo scontro con Zagor ha reso possibile la resurrezione del suo padrone. Lo zingaro agiva non per devozione ma per motivi strettamente personali. Non ha esitato ad uccidere il suo amico Bator per perseguire i suoi scopi. E, quando Rakosi si accorse del doppio gioco del suo servitore venne ampiamente ripagato dei suoi tradimenti. Sfuggito al linciaggio dei vampirizzati di Bergville, Rakosi, non esitò ad ucciderlo spezzandogli la schiena.
Bator e Toth:
Molnar era giunto in America dall'Ungheria, per trasportare la cassa che conteneva Rakosi, insieme ad altri due gitani: Bator e Toth. Tutti e tre si aggregarono alla carovana guidata da Parkman e si prodigarono affinché il loro padrone non corresse rischi mentre sfogava la sua sete di sangue. Giunsero insieme a St. Chapel, la dimora che Zoltan aveva preparato per il barone, nel paesino di Fairmont.
Ma il destino dei due compari di Molnar fu infausto. Toth venne ucciso in uno scontro con Zagor proprio a St. Chapel, mentre Bator venne ucciso proprio da Molnar, come già scritto.
Zoltan: L'orrido Zoltan era il servo di Rakosi con il compito di preparare l'avvento del suo padrone in America e una dimora degna delle sue esigenze. La sua dedizione a Rakosi era cieca e sorda, tanto che morì colpito da un proiettile esploso da Metrevelic, mentre cercava di uccidere Zagor e far perire nel rogo di St. Chapel, da lui stesso appiccato, Cico e Parkman.
I vampirizzati di Bergville : Nella sua seconda manifestazione Rakosi non volle rischiare. Non si limitò all'aiuto del solo Molnar ma creò, tramite i suoi diabolici poteri, un esercito di vampirizzati: schiavi che pur non essendo de veri vampiri potevano diffondere il contagio e rinfoltivano le fila di un esercito personale in grado di sbaragliare ogni concorrenza, prima fra tutte quella del povero Albert Parkman, che tentava di proteggere sua moglie Aline dalle mire del vampiro. Con la seconda catalessi di Rakosi i vampirizzati furono liberati dal contagio e tornarono completamente normali.
Metrevelic: Il dottore è stato un tenace avversario nei primi due scontri con il vampiro. Probabilmente Rakosi ne fu talmente scottatto da rinunciare ad ogni proposito di vendetta nei suoi confronti. Tanto che per terza dimora scelse Blacktown, abbastanza lontano dalle sue precedenti.
Ma anche il dottore non se la cavò bene. Fu preda di un'ossessione maniacale dalla quale non sembra del tutto guarito!
La sua conoscenza dei vampiri era enciclopedica. Rivaleggiava con quella di Korasi che lo sostituì in qualità di esperto nel terzo scontro.
Albert Parkman e Aline: Se qualcosa di buono ha fatto Rakosi è sicuramente aver fatto incontrare questi due giovani la cui passione è sbocciata immediatamente.
Purtroppo sia Albert che Aline continuavano ad essere nelle mire del barone. Aline era predestinata per diventare la sposa di Rakosi costretta ad una vita senza sole.
La rabbia di Albert ne guidò braccio nel piantare un paletto dritto nel cuore del vampiro; solo per la straordinaria capacità di ripresa del mostro non fu fatale!
Il piccolo Josif: Immaginate che esperienza terribile vedere rapire la propria sorellina, Maida, da un ceffo ossuto come Molnar. E nella gioia di averla ritrovata capire che non è più vostra sorella ma una creatura di un essere mostruoso. Lo stesso destino poi tocca avostra madre...
Tutte queste prove dovette affrontare il piccolo Josif. Ma invece di cedere ne trasse rabbia e coraggio. Solo grazie al suo aiuto Parkman e Zagor riuscirono a raggiungere Rakosi, prima che trasformasse Aline nella sua oscura moglie.
Ferenc Korasi e Samir Pasha: Korasi aveva un motivo in più per odiare Rakosi. Quell'uomo era un suo antenato, uno dei progenitori della sua stirpe che aveva infangato, alterandone il casato in un distorto anagramma. Anche se avesse voluto non avrebbe potuto evitare il confronto. Rakosi gli aveva promesso che lo avrebbe preso quando sarebbe stato vecchio e stanco. E il momento si approssimava.
Quanto a Samir Pasha aveva deciso di condividere con il suo vecchio nemico Ferenc qualsiasi destino. Anche combattere una creatura che sembrava partorita dall'inferno. La sua forza fu fondamentale per la sconfitta del vampiro.
Ylenia Varga:Ylenia Varga è una vampira quanto Rakosi. Sicuramente meno convinta e meno felice di esserlo. Ma la sua natura è irrefrenabile. Se alla fine ha combattuto Rakosi è solamente per una vendetta personale, non certo per un ravvedimento. Però senza il suo aiuto Zagor non sarebbe sopravvissuto al rogo della dimora dei Fairchild. E Zagor, forse, non dimentico non affondò la lancia nel suo cuore quando ne ha avuto la possibilità...
Eravamo partiti da Ocean City sotto i migliori auspici. Era la mia prima esperienza di guida, la prima volta che avevo la responsabilità di una carovana senza che mio padre, Buddy, partecipasse alla spedizione. Come scoprii più tardi comunque il mio vecchio mi aveva affibbiato due angeli custodi: l'incredibile uomo che risponde al nome di Zagor e il suo pasticcione amico messicano. Altrimenti non sarei qui a raccontare.. e probabilmente non sarei neanche sepolto sotto un paio di metri di terra!
Il viaggio era iniziato in un'atmosfera cupa. Non che la compagnia fosse delle più allegre, i Manning, gli Zambrakis e tutti gli altri coloni ne avevano ben pochi motivi di fronte al futuro incerto che li aspettava. Quanto agli ungheresi, se ne stavano sempre in disparte sul loro strano carrozzone: non sembravano per niente dei coloni - come scoprimmo troppo tardi.
La regione che dovevamo attraversare non presentava particolari pericoli. C'erano gli Yurok, che vivevano da tempo in pace e una pista abbastanza agevole. Fu così che il primo evento inquietante ci colse di sorpresa. Nella notte gli uomini di guardia udirono un grido disumano e, il mattino successivo, rinvenimmo il cane dei Manning, morto dissanguato... senza apparenti ferite, tranne due segni alla gola, come di un morso.
Archiviammo tutto come l'aggressione di un animale ma dovemmo ricrederci ben presto. Avevamo già incontrato gli Yurok e il loro capo Bisonte Nero si era dimostrato anche troppo amichevole, almeno secondo i parametri di Zagor che non amava vedere i suoi fratelli rossi trasformati in un popolo di mendicanti. A me personalmente andava più che bene così.
Potete immaginare la sorpresa quando alle Rocce Bianche fummo attaccati. In quel momento fui chiamato alla scelta più difficile della mia neonata carriera di guida. Mi offrii per parlamentare sfidando le frecce e le lance. Non voglio vantarmi! era l'unica soluzione...
Quello che Bisonte Nero mi disse mi fece ghiacciare il sangue nelle vene. Una povera ragazza, Sahena, era morta. Dissanguata come il cane dei Manning. Ma cosa ancora più incredibile ad aggredirla non era stato un animale ma un uomo. Un uomo bianco. E noi eravamo gli unici bianchi nei paraggi. Offrii a Bisonte Nero la possibilità di controllare che l'aggressore non fosse uno di noi. E così fu. Nessuno di noi venne riconosciuto come tale. Ma ormai la nostra carovana sembrava trasportare una maledizione oltre alla disperazione dei coloni.
Infatti gli eventi si succedevano rapidamente. Una strana follia sembrava essersi impadronita dei miei stessi uomini. Due di loro, Bruce e Springer, probabilmente scossi dagli ultimi avvenimenti che tanta morte avevano portato fra i loro compagni, decisero per un colpo di mano. Erano convinti che il carozzone dei misteriosi ungheresi nascondesse chissà quale tesoro e li aggredirono nottetempo fuggendo con il carro.
Non potevo permettere che la mia reputazione fosse macchiata da una simile infamia. Io, Zagor e Molnar, che aveva voluto a tutti costi essere presente, ci precipitammo immediatamente al loro inseguimento, buttandoci a capofitto attraverso i boschi, per tagliare la pista che si dipanava in numerosi tornanti. Unica speranza di raggiungerli senza cavalli.
E li raggiungemmo solo per trovare il carro abbandonato e Springer riverso a terra, dissanguato come Sahena e come il cane dei Manning. Non avemmo neanche il tempo di una riflessione che udimmo la voce alterata di Bruce. Sembrava un matto! Ci osserva dall'alto di alcune rocce e urlava con gli occhi spiritati. Rideva. Diceva, me lo ricordo ancora: Io l'ho visto!... l'ho visto!. Fino a quando non precipitò nella sua corsa insensata, al suolo. Morto.
Dio sa se avrei mai voluto sapere cosa, o CHI, avesse visto. Ne avrei fatto volentieri a meno! Ma mi toccò anche questo alla fine di quel viaggio allucinante. A Fairmont. Anche io lo vidi. Anche io rischiai di finire come tutti gli altri se non fosse stato per l'intervento di Zagor e per le conoscenze di quello che sarebbe diventato mio suocero, Metrevelic. E le amorevoli cure di colei che sarebbe diventata mia moglie: Aline.
Io sono un uomo di scienza. Un medico che cerca di curare i suoi pazienti con i pochi mezzi che la medicina tradizionale mette a disposizione. In futuro sono fiduzioso nel progresso della scienza di Ippocrate, ma nel 1855 sono più i casi in cui dobbiamo gettare la spugna che quelli nei quali riusciamo ad ottenere qualche risultato.
Forse per questo e per la mia origine jugoslava, la mia infanzia costellata di ombre che si muovevano furtive tra gli alberi e ammonimenti delle anziane donne, non ho mai trascurato i mille misteri della natura, che la scienza ufficiale si ostina a trascurare.
Per cui quando fui chiamato da Zagor a St. Chapel per curare il loro amico, Albert, senza immaginare che sarebbe diventato mio genero, capii immediatamente il pericolo che dovevamo affrontare. Faticai non poco a convincere Zagor della natura soprannaturale della minaccia e a poco valsero le conferme che mi venivano dal panciuto messicano, mentre snocciolavo tutti gli inidizi che permettono di capire di trovarsi davanti ad una creatura della notte: un vrolok... un vampiro.
Zagor si comportò come se dovesse affrontare un folle di umana natura. Ma nonostante questa sua leggerezza, quel demonio d'uomo riuscì lo stesso a costringere Rakosi fuori dal suo rifugio fino al sorgere del sole che, per sua fortuna, consumò i resti corporei del barone in un mucchio di cenere.
Io non c'ero. Il barone aveva iniziato la sua opera dissanguante su due vittime contemporaneamente. Uno era il povero Albert, l'altra la figlia del mugnaio, Tom Pekimah. Se non fossi rimasto a vegliarla e a proteggerla, probabilmente la sventurata giovane si sarebbe tramutata anch'essa in una creatura della notte.
Ma Rakosi mi giurò vendetta anche se non avevo contribuito direttamente alla sua fine. Rakosi è fiero della sua onnipotenza quasi assoluta e non tollera alcun tentativo di intralcio. Non mi spiego altrimenti perché nel suo ritorno si accanì contro di me attraverso il giovane Parkman e sua moglie, mia figlia Aline. Ma questa è un'altra storia e credo amico mio che mi chiederai anche di questo quando deciderai di pubblicarla nel tuo giornale.
Caro mio. Che brutta esperienza!
Cosa vuoi che ti dica... Avevo subodorato i guai che ci stavano per capitare già dalla prima volta che i miei occhi si erano posati sulla triste sagoma di St. Chapel. Mi aspettavo da un momento all'altro di veder spuntare un fantasma dalla finestra come già mi era accaduto a Windy Cliff!
Non potevo certo immaginare che il vampiro ce lo eravamo portati dietro noi durante quello sciagurato viaggio, rinchiuso in una cassapanca nel carrozzone di quei beccamorti di ungheresi!
I cavalli lo avevano capito e noi no!
FAtto sta comunque che dopo che Parkman aveva icevuto il suo compenso io non vedevo l'ora di allontanarmi a gambe levate nonostante il diluvio!
Ma il buon barone ci aveva già inserito nel suo menù. Bloccò sul nascere le proteste di Zoltan e ci invitò personalmente alla sua tavola. Eravamo un po' come i protagonisti di una fiaba in cui la strega ingrassa i bambini per poi papparseli!
E il barone non si faceva mancare nulla: neanche una bottiglia di Porto invecchiata a puntino! Fatto sta che le pietanze di quella sera ancora le ricordo con un pizzico di rimpianto.
Ma quella notte successe qualcosa di strano che avrebbe dovuto mettere in moto il mio sfolgorante cervello. Purtroppo allora non conoscevo nulla riguardo i vampiri e tutto quello che so adesso l'ho imparato più tardi da Metrevelic, Korasi e, accidenti alla mala sorte, per esperienza personale.
Stavo spuntandomi i baffetti canticchiando una canzoncina delle mie migliori quando mi tagliai inavvertitamente. Niente di preoccupante per un uomo dei boschi come me... avrei potuto soprassedere ma, con quell'umidità non si sa mai mi ffose venuta un'infezione... sarebbe stato scocciante.
Così chiesi a Rakosi se aveva delle garze di cotone.
Il barone impallidì! Pensai che fosse u tipo impressionabile e non gli diedi peso. Non diedi peso neanche al fatto che la sua immagine non compariva nel mio specchietto... ma allora come potevo sapere che i vampiri non riflettono la proria immagine?
La mattina dopo siamo andati io e Zagor a svegliare il giovane Albert per lasciare quella, fino ad allora , confortevole sistemazione. Immagina la nostra sorpresa quando il ragazzo ci disse che non aveva assolutamente la forza di alzarsi dal letto! Cosa mai poteva essergli successo?
La cosa grave fu che il giorno seguente Albert si sentiva ancora più debole e sembrava sempre più pallido. Probabilmente né io né Zagor zaremmo venuti a capo di quella situazione se, il caso volle, il dottore del villaggio, uno jugoslavo di nome Metrevelic, non fosse stato esperto di vampiri oltre che delle arti mediche.
Il dottore ci diede le dritte per affrontare Rakosi. Devo dire che Zagor non fu mai convitno di dover affrontare un avversario sovrumano anche quando lo scaraventò attraverso la stanza come un fuscello. E sai bene quale fosse la forza di Zagor! Fatto sta che Rakosi decise non so per quale motivo di ritirarsi. Forse il fatto che gli avevamo impedito ancora una volta di attingere alle giugulari di Parkman lo aveva indebolito!
Scatenò contro Zagor quei tre scalzacani di gitani dei quali il mio amico si sbarazzò in un batter d'occhio. Poi quell'incosciente invece di approfittarne per fuggire passò la notte appostato vicino al rifugio di Rakosi come un cacciatore.
Mbè! Cosa devo dirti quella volta fu proprio fortunato. Se non fosse intervenuto il sole insuo aiuto non so proprio come sarebbe finita.
Io credo che solo quando vide il corpo di Rakosi polverizzarsi sotto i suoi occhi Zagor fu veramente convinto di avere a che fare con una creatura soprannaturale! Anche lui, nella sua forte tempra, sembrava veramente scosso per quello a cui aveva assistito. Comunque le altre due volte che affrontammo Rakosi eravamo più preparati, grazie all'aiuto di Metrevelic e di Korasi... adesso che mi ci fai pensare il vecchio Metrevelic non è stato di grande aiuto, diciamo che era un po' troppo ossessionato per ragionare!
un dampyr nato dall'unione di un Maestro della Notte e una donna può aiutarmi a capire il mistero della vampirologia. Intendiamoci non è che io creda ai vampiri più di quanto creda ai fantasmi, o più di quanto creda a quello che dicono alcuni politici...
Comunque girindo e girando io che non esco mai dalla mia regione, e spesso neanche dalla mia città mi ritrovo a Praga e ovviamente mi sono perso. Ho seguito le indicazioni di un signore bassetto e peloso con uno zuccotto in testa, che mi ha detto che a Praga non si perde neanche un bambino. Quando gli ho detto che ero di Roma se ne è andato a casa a rimettersi in mutande e a fare qualcosa che non voglio nemmeno pensare ma... Un momento... su quel ponte c'è un tizio con un berretto dall'aria simpatica che suona il violino, e anche maledettamente bene! Chiederò a lui.
Amico!? potrebbe dirmi dove posso trovare Harlan Draka?
Sei buffo amico! Chi sei? Un cacciatore di fantasmi? Un ammazzavampiri dilettante? un esorcista? - brrr che paura -
No sono un lettore di fumetti italiano.
Un'altra vittima dei bonellidi eh? Vai sempre dritto amico e troverai quello che cerchi. C'è un teatro nella nebbia o una nebbia attorno ad un teatro, non l'ho ancora capito. Una volta nella nebbia il teatro lo trovi, non so se qualcuno troverà più te!
fortuna che pensavo fosse simpatico.Ah. Un momento. Lì c'è una ragazza, sembra una post-punk anni '90 se non fosse per i capelli biondi. Sicuramente più simpatica di quel tappetto... anche se maledettamente triste... Un momento non si starà mica buttando?
Al salvataggio! L'afferrerò alle spalle e la tirerò indietro prima ancora che si sia accorta della mia presenza!
Ehi! Ma dove?
Dammi un solo motivo per cui non dovrei spezzarti il collo o fare due bei buchetti sopra le tue giugulari!
Hrrr... Veramente pensavo... volessi buttarti... coff coff! Per favore potresti stringere di meno e non mordermi sul collo?...cough cough... Volevo... solo aiutarti!
Sembri talmente stupido da essere sincero. Cosa sei venuto a fare qui? Cosa cerchi?
Se te lo dico ti sembrerò ancora più sciocco! Sto cercando informazioni sui vampiri. Sai quelli che vanno in giro con il mantellone, zompettano sulle gambette con passo felpato, e hanno i canini suttori come delle gigantesche zanzarone?
E' per un sito web... Non è che io ci creda veramente per carità. Si può immaginare qualcosa di più stupido?
Dicono che qui a Praga ci sia un vero esperto... porca miseria! Come cavolo si chiama? Ah, si. Un certo ciarlan drako!
Ho sbagliato quando ho pensato che fossi uno stupido. Sei veramente un imbecille. Harlan. Si chiama Harlan Draka, quel traditore! Ringrazia il tuo Dio, se ne hai uno, che non voglo contaminarmi con il tuo sangue. Vai sempre dritto nella nebbia oltre il ponte. Lo troverai al Teatro dei Passi perduti.
Grazie! non per le offese, ovviamente... Senti cosa fai stasera avrei bisogno di una guida... e non potrei immaginare di meglio, di... Ehi! Ma dov'è finita! Possibile che... No. Era solo una ragazza sola e triste. Sembrava stesse elucubrando chissà su quale scelta. Mah. Andiamo avanti.
Sembra di essere in una foresta... come si può costruire un teatro in una foresta?! E poi chi ci viene, il tasso zero? Ah. Lì c'è qualcuno. E ha pure un aspetto normale... Chiederò a lui!
Ehi! Amico!
Bang Bang ziip ziiiiip craaack craaackFermo dove sei! Se fai un altro passo. Il tuo maglione avrà più buchi delle canottiere puzzolenti di Bruce Willis!
- Oddio! Un fanatico di Bruce Willis! Pensavo che non esistessero più! Io che ho sempre tenuto per Steven Seagal! -N-non sparare! Sto solo cercando Harlan Draka, stavolta l'ho detto giusto, dov'è il Teatro dei Passi Perduti?
Eccone un altro... Ma non finite mai voi lettori Bonelli? Vai sempre dritto e troverai il teatro. Harlan è lì. Lo riconosci subito è moro robusto e con i capelli lunghi. Digli che ti manda Kurjak. Senti non è che puoi mandarmi qualche cassetta di quei bei polizieschi anni '70 che facevate in Italia?
Contaci amico. E grazie di tutto.
- aspetta e spera... anzi aspetta e spara! eh eh eh- Eccone un altro. Forse è lui. No. Sembra troppo giovane. E poi indossa un maglione a collo alto e un giaccone di pelle, non mi sembra proprio il tipo. Almeno ha un aspetto tranquillo.Saaalve. Cerco Harlan Draka. Mi manda Kurjak!
Ah. un ottimo lasciapassare amico. Si. Allora non puoi sbagliare. Prendi la scala a chiocciola e sali fino al ballatoio. E' nel loggione d'onore. Ha capelli lunghi, è moro e un lungo mantello nero. Vai. Sbrigati, se no lo perdi.
Corro. Grazie di tutto!
Allora, vediamo... eccoci qua. Ah. Eccolo lì. Proprio come lo avevo immaginato. Andiamo sull'amichevole. Adesso gli dò una bella pacca sulla spalla.Allora Harlan come va? Vogliamo parlare di quegli imbecilli dei succhiasangue? Eh. Un momento... AAAAAAARGHHH.
poco dopoAllora Harlan che fine ha fatto quel soggetto che ti ho mandato?
Solita trafila! Evitato con classe e mandato da MIO PADRE!
Dampyr, che vi consiglio caldamente di leggere se ancora non lo fate, è un fumetto della Sergio Bonelli Editore creato da Mauro Boselli e Maurizio ColomboZagor contro il Vampiro di | |
disegni | Gallieno Ferri |
storia | Guido Nolitta |
Il ritorno del vampiro | |
disegni | Gallieno Ferri |
Vampyr | |
disegni | Raffaele della Monica |
Rakosi | |
scheda | Vittorio Sossi |