Il campo Sioux di Coda-di-Toro
è stata la dimora di Magico Vento per tre anni: da quando
fu raccolto esanime da Cavallo Zoppo e istruito per diventare un
waayatan (uomo che ha il dono della visione). Il ruolo di MV è,
però, più grande e importante (Magico Vento è un uomo
strano) e ben presto i confini del villaggio di Coda di Toro
si fanno troppo stretti per il nostro eroe. Lo stesso capo indiano sarà
costretto, dalle circostanze storiche dell'avanzata dell'uomo bianco, a
smantellare il suo accampamento e a chiedere ospitalità per la sua
gente nella riserva indiana; sotto la guida di Nuvola Rossa.
Ciononostante l'accampamento Lakota offre lo spunto per tutti i primi
cinquanta numeri per introdurci ad alcuni dei complessi cerimoniali religiosi
e alla variegata mitologia indiana.
Già nel numero 2 possiamo vestire i panni di uno sconfortato Poe
alle prese con una cultura così estranea al suo spirito orgoglioso
di uomo civile. Scettico e poi terrorizzato deve assistere allo Yuwipi
(ascoltare gli spiriti) con il quale MV tenta invano di mettersi
in contatto con lo spirito di Parla con le Aquile, (che era vivo
e vegeto).
Nel numero 13 il villaggio è in fermento per la preparazione della
Hunka: una cerimonia commemorativa.
Con questa celebrazione i Lakota ricordano quando la loro unione
riuscì ad avere ragione degli inganni di Iktomi: il demone
degli inganni che intendeva fomentare i pregiudizi fra le varie tribù
lakota per separarle e allevarle nell'odio reciproco. Durante la
Hunka, i Lakota ricordano la fratellanza che li unisce con
un rituale che prevede per ognuno la scelta di un membro della tribù
come proprio famigliare. Un patto di mutua alleanza nel quale i singoli
membri della tribù si adottano l'un l'altro.
Immediatamente dopo gli eventi della Hunka e della sconfitta di iktomi
il villaggio di Coda-di-Toro é funestato da un cattivo presagio:
la pioggia di pietre ed ossa scagliata dai Mistai (Spiriti malvagi).
Questo evento è il preludio all'avvento di Corno D'Argento.
Questo ragazzo predicava l'avvento di un messia che avrebbe riscattato gli
indiani dalle vessazioni dei malvagi bianchi e intendeva insegnare al suo
popolo una danza di pace, che ne avrebbe cementato l'unione: la danza
degli spettri.
Il pericolo più grave per la comunità si ha con la sostituzione
al comando dei confinanti Crow del saggio Volpe-che-Corre
con il bellicoso Tempesta-di-Grandine. La forza dei Crow e
la conoscenza delle tattiche militari del loro capo vengono rese vane solo
dalla lungimiranza di Magico Vento, dal coraggio di un manipolo di
difensori e dalla Maschera del Dio Cannibale indossata da Cole
Turpin!
Anche nei momenti di calma si può nascondere una minaccia insidiosa.
Manfredi ci descrive una partita a Shinny: un gioco con racchette
simile all'ochey in cui si fronteggiano la popolazione femminile guidata
dalla decisa Rifiuta-di-Smettere sempre in cerca di rivalsa sull'altro
sesso e il recalcitrante Magico Vento, con il suo gruppo di spavaldi
maschiacci. Purtroppo interrotta dalla minaccia di Hogan nascosto
dietro agli artigli del Vultur.
Sicuramente l'affresco più completo e variegato sulla vita dei Lakota
si ha nel numero dedicato al Ladro di Bisonti. La descrizione della
mobilitazione del villaggio, le speranze riposte in una risorsa di vita
che si fà sempre più rara, i desideri delle diverse personalità
che devono essere soffocati per il bene di tutti, in una collaborazione
che non lascia spazio a nessuna pulsione, pena il fallimento, la caratterizzazione
dei quattro giovani Akicita. Fra le pagine più belle di Magico
Vento!
Uno sforzo particolare Manfredi lo compie per sfatare la propaganda
delle "squaw" schiave dei mariti e senza alcun diritto.
Lotta incarnata nella figura di Rifiuta-di-Smettere ribelle per nascita.
Comunque con indizi e richiami un po' in tutte le storie, con un culmine
nella toccante lotta per la libertà di Sole nei Capelli contro
il dispotismo e la violenza di Guscio Duro: che rappresenta l'approccio
che l'uomo ha nei confronti della donna più o meno in tutte le culture.
Con l'osservazione della vita quotidiana o con l'illustrazione di feste
o riti sociali Manfredi riesce a dipingere un modo di vivere spesso
lontano dal nostro, affascinante e ricco di sorprese e smentite per i nostri
pregiudizi. Con un occhio di riguardo verso gli aspetti positivi della cultura
indiana, ma senza omettere le contraddizioni e gli aspetti negativi presenti
in qualsiasi consesso umano, anche il più romanticamente selvaggio
e affascinante.
Altrettanto incisivi e affascinanti sono gli abitanti del villaggio. Personaggi
speciali come Rifiuta-di-Smettere, Uccide-se-stesso, Cavallo Zoppo,
che non cessano mai di stupirci con la loro forza e la loro simpatia.
Guerrieri fieri e indomiti come Daino Rosso, la cui esperienza è
indispensabile per risolvere le situazioni più difficili.
Donne sfortunate come Naso Tagliato: la sventurata moglie di Coda-di-Toro,
punita con un'orribile menomazione del suo tradimento.
Oppure Erba Dolce, l'altra figlia di Coda-di-Toro, sulla quale
si accanisce il destino nei panni viscidi di Ferdinand Blast, che
la uccide insieme al suo bambino neonato.
Elementi loro malgrado pericolosi per la comunità: come l'incosciente
Lepre Bianca che causa involontariamente la morte di Passa volando
e di Corvo Grigio, - e la sua -, colpevoli solo di averlo seguito
nella loro giovane imprudenza.
Guerrieri colossali e esperti che hano trasformato la loro potenza in massa:
come Grosso Orso e Pelle di Tamburo, che quasi da soli riescono
a respingere l'assalto dei Crow.
I quattro giovani Akicita: ognuno con i suoi desideri, le sue passioni
e i suoi difetti.
O anche comparse macchiettistiche, come le simpaticamente contrapposte Spiga
Sottile e Pietra che Rotola, impegnate ognuna con il suo stile
inconfondibile nella agonistica partita a Shinny.
E il triste Coda-di-Toro, il capo della comunità, che guarda
impotente il suo mondo disgregarsi sotto la spinta colonizzatrice dell'uomo
bianco.
Gli abitanti del villaggio Lakota sono quindi solo uomini, ognuno
diverso dall'altro, ognuno con il suo piccolo mondo che può crescere
o distruggersi nello scontro con gli altri mondi...
(Vittorio Sossi)